Conte e Schlein difendono il Manifesto di Ventotene e attaccano Meloni: “Nega la storia dell’Ue”

La seduta di oggi alla Camera, incentrata sulle comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo, si è trasformata in un acceso scontro politico. Dopo l'intervento della premier e le successive dichiarazioni di voto, il dibattito ha raggiunto infatti il culmine quando Meloni ha citato il Manifesto di Ventotene, documento simbolo dell’unità europea, per criticarne l'uso da parte delle opposizioni e dei manifestanti che sabato scorso si sono riuniti in Piazza del Popolo a Roma. "Nella manifestazione che è stata fatta sabato a Piazza del Popolo e anche in questa Aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene. Ora io spero che tutte queste persone in realtà non lo abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe francamente spaventosa. Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia", ha dichiarato Meloni.
Le sue parole hanno immediatamente scatenato una reazione veemente da parte delle opposizioni: dai banchi del centrosinistra e del M5S si sono levati infatti immediati cori di "Vergogna!", portando alla sospensione della seduta per ben due volte.
Conte (M5s): "Meloni continua a inseguire i suoi alleati sovranisti che vogliono smantellare l'Europa"
Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle ha risposto duramente alle dichiarazioni di Meloni, accusandola di non riconoscere il valore del Manifesto di Ventotene e di riscrivere la storia dell'Unione Europea: "Presidente Meloni, dire che il Manifesto di Ventotene non è la sua Europa è un'affermazione gravissima. Significa negare i principi su cui si è costruita l'Unione Europea: la pace, la democrazia e la cooperazione tra Stati. Lei preferisce un’Europa chiusa, nazionalista, dominata dagli egoismi nazionali, proprio il contrario di quello per cui si sono battuti Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi".
Il leader del M5S ha poi puntato il dito contro l'isolamento dell'Italia nello scenario europeo: "Mentre gli altri Paesi rafforzano i loro legami, lei continua a inseguire i suoi alleati sovranisti, da Orbán a Le Pen, che vogliono smantellare l'Europa. Questo è il modello che ha in mente? Una somma di nazionalismi in conflitto tra loro?". Conte ha poi inoltre criticato l'ambiguità del governo sul tema della difesa comune europea: "La vostra maggioranza è divisa su tutto. Da una parte la Lega vi frena, dall'altra non avete il coraggio di prendere una posizione chiara. Volete davvero un'Europa più forte militarmente o avete paura di scontentare i vostri amici sovranisti? La verità è che non avete una strategia".
“Non basta dire che si sta con l'Europa se poi, nei fatti, si strizzano gli occhi ai nazionalisti che vogliono disgregarla", ha aggiunto Conte, "L'Italia dovrebbe essere protagonista in Europa, non spettatrice passiva di decisioni prese altrove. Questo governo sta riducendo il nostro peso politico, e questo danneggia tutti noi".
Schlein (Pd): "Meloni commissariata dalla Lega, il governo è senza una linea"
Anche Elly Schlein ha replicato in modo deciso,accusando Meloni di essere politicamente commissariata dalla Lega e di non avere un vero mandato per negoziare in Europa: "Oggi è successa una cosa gravissima: la Lega ha detto chiaramente che lei, Presidente, non ha il mandato per approvare il piano di riarmo al Consiglio europeo. In altre parole, lei è stata commissariata dal suo stesso governo. Questa maggioranza non ha una linea comune sulla politica estera e sulla difesa". La segretaria del Pd ha poi risposto direttamente alle parole della premier sul Manifesto di Ventotene: "Presidente Meloni, se dice che il Manifesto di Ventotene non è la sua Europa, allora dica chiaramente qual è la sua Europa. Un'Europa dei nazionalismi, dei muri, delle divisioni? Lei e il suo governo state riportando indietro l'orologio della storia, strizzando l'occhio a chi vuole demolire l'Unione Europea dall'interno". Schlein ha anche attaccato la premier sulla questione del sostegno a Trump e sulla politica internazionale del governo: "Lei ha parlato della telefonata tra Trump e Putin come di un segnale di pace. Ma a che prezzo? Sta dicendo che l'Europa deve accettare un cessate il fuoco parziale, che lascia l'Ucraina alla mercé della Russia? È questa la sua posizione? Ancora una volta, lei evita di rispondere e si nasconde dietro frasi vaghe".
"La sua idea di Europa è chiara: un'Europa che torna indietro, che chiude le porte ai diritti e ai valori su cui è stata fondata. Noi non lo permetteremo. Difenderemo sempre l'idea di un'Europa solidale, democratica e aperta, mentre voi continuate a inseguire nostalgie di un passato che non tornerà", ha concluso Schlein.
La Camera approva la risoluzione della maggioranza
Dopo il dibattito e le dichiarazioni di voto, in serata la Camera ha approvato la risoluzione presentata dalla maggioranza sulle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo: il testo è passato con 188 voti favorevoli, 125 contrari e 9 astenuti. Le risoluzioni alternative presentate dalle opposizioni (Pd, M5S, Iv, Avs e Azione) sono state dunque tutte respinte. L'approvazione della risoluzione rafforzerebbe la posizione del governo in vista del Consiglio europeo, ma le profonde divisioni emerse nel dibattito di oggi potrebbero confermare le difficoltà di Meloni nel mantenere un equilibrio tra le diverse anime della sua maggioranza e la crescente pressione delle opposizioni.