Renzi scrive una lettera a Meloni e la attacca al Senato: “Risponda su Paragon e dazi”

Scontro tra Matteo Renzi e Giorgia Meloni, nell'Aula del Senato. La presidente del Consiglio si è presentata a Palazzo Madama per discutere le posizioni del governo su una serie di temi, dall'Ucraina al riarmo europeo, dai dazi statunitensi al Medio oriente, cercando anche di tenere insieme una maggioranza evidentemente divisa sulle armi. Il leader di Italia viva ha attaccato soprattutto sulle vicende Almasri e Paragon. Poi ha fatto recapitare a Meloni una lettera, chiedendole di togliere il segreto di Stato sul ‘caso autogrill'
Renzi attacca Meloni su Paragon e dazi
Nel corso del suo primo intervento, Renzi ha rivolto a Meloni alcune domande dirette. Una riguardava il generale libico Almasri, incarcerato dalle autorità italiane e poi liberato su iniziativa del governo Meloni: "L'ha scarcerato perché c'era un cavillo giuridico, come ha detto il ministro Nordio, o perché c'era un interesse nazionale come ha detto il portavoce ufficioso del governo, Bruno Vespa?", ha chiesto Renzi.
Un'altra domanda era invece sul caso Paragon: "Senza violare nessun segreto di Stato: il governo ha chiesto di intercettare il giornalista Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, sì o no? Per la legge 124, essendo un giornalista pubblicista, si può fare. Ma per la qualità della democrazia italiana, se è stato messo sotto controllo il direttore di un giornale che ha attaccato il partito di maggioranza relativa, è un problema enorme".
Infine, il senatore ha attaccato la linea della premier sui dazi statunitensi: "Lei dice che non dobbiamo reagire, pensando che Trump a quel punto si spaventi o si impressioni. Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati. Non dia retta a Salvini e Lollobrigida. Lei la mette come a dire ‘sono dazi vostri', ma in realtà sono ‘dazi amari'".
La risposta della premier: "Non rispondo, vendere tuo libro non è mia priorità"
Nel corso della sua replica, Meloni ha riservato ben poche parole a Renzi. Le prime due questioni sono state liquidate velocemente: "Il governo ha già risposto in quest'Aula e nelle sedi competenti. Mi rendo conto che continuare a gettare ombre possa essere utile per lei, mi perdonerà se non la seguo. Francamente, la sua necessità di vendere il suo libro non è la mia priorità".
Sui dazi invece Meloni ha ribadito che pensa non si debba necessariamente rispondere con altri dazi, ma cercare un compromesso ragionato con gli Stati Uniti. Non ha dato però altri dettagli.
Renzi replica: "Meloni non smentisce di aver intercettato giornalista, gravissimo"
"La questione dei dazi è esistenziale per l'economia italiana", ha quindi attaccato Renzi, "continuare a trattarla come una questione di Serie B significa non ascoltare imprese, sindacati, risparmiatori. È vero che i dazi rischiano di creare inflazione, ma non siamo stati mica noi a evocare il tema dei dazi: è stato Donald Trump, la cui pantofola Meloni continua a cercare di baciare".
Su Almasri, il leader di Italia viva ha insistito: "Dopo Cutro disse che avrebbe dato la caccia ai trafficanti di uomini in tutto il globo terraqueo. Se poi ne arrestano uno e tu lo scarceri, perdi credibilità per sempre sull'immigrazione. Stai svilendo il Senato non rispondendo".
Infine, Paragon: "Da oggi sono autorizzato a dire che la Meloni non smentisce l'utilizzo di intercettazioni preventive nei confronti di un giornalista che attacca il governo. È una cosa enorme, che lo capiate oppure no. È una cosa che ha a che fare con la dignità delle istituzioni. Quando intercetteranno voi in modo illegittimo con i trojan illegali saremo dalla vostra parte a difendere la vostra libertà di cittadini, voi invece vi state girando dall'altra parte", ha concluso Renzi.
La lettera di Renzi alla premier: "Togli il segreto di Stato sul caso autogrill"
Più avanti nel corso della seduta, poi, l'ex presidente del Consiglio ha fatto recapitare a Giorgia Meloni, ancora seduta in Aula, una lettera. L'argomento, in questo caso, era ben diverso. La lettera riguardava il caso ‘autogrill', le foto che avevano ripreso Renzi in un autogrill con l'ex agente dei servizi segreti Marco Mancini, il 23 dicembre 2020. Era scoppiato uno scandalo politico sull'opportunità di quell'incontro, da cui poi erano emerse diverse inchieste, proprio su impulso di Renzi e Mancini, per tutelarsi.
Nel corso di un'indagine in particolare, lo stesso Renzi aveva fatto sapere che Elisabetta Belloni, all'epoca guida del Dis (i servizi segreti), chiamata a testimoniare dagli inquirenti, non aveva risposto opponendo il segreto di Stato. Proprio su questo si è concentrato il senatore nella lettera a Meloni.
"Ogni giorno che passa ripeti come un mantra la frase che non sei ricattabile. Siccome non lo sono nemmeno io, permettimi di dimostrarlo. Togli il segreto di Stato che è stato apposto sulla ‘vicenda autogrill'. Perché è davvero una barzelletta che l’Italia che riporta a casa il criminale libico senza spiegare in che cosa consiste il segreto di Stato, che l’Italia che non riesce a dire chi ha spiato con Paragon un giornalista o un attivista politico, metta il segreto di Stato per una banalissima fermata all’autogrill di un parlamentare dell’opposizione".
"L’Italia ha messo il segreto di Stato su una sosta all’autogrill. Non ti sembra ridicolo e assurdo? Togli il segreto, tu puoi farlo. E piuttosto vieni in aula e mettici la faccia, spiegando che cosa hai fatto sulla vicenda Al-Masri e chi ha utilizzato in modo illegittimo Paragon".
Meloni ha risposto alla lettera, scrivendo a mano alcune parole sul foglio e facendola riconsegnare a Renzi mentre i due si trovavano in Aula. Ma al momento non è noto cosa abbia scritto la premier.