Papa Francesco, notte senza ventilazione meccanica. Ma il Vaticano precisa: “Occorre prudenza”

"La situazione di Papa Francesco non è cambiata rispetto a ieri, resta stabile con lievi miglioramenti a livello respiratorio, con riduzione della ventilazione meccanica la notte". Lo fa sapere la sala stampa della Santa Sede nel consueto bollettino pomeridiano sulle condizioni di salute di Bergoglio, ricoverato dal 14 febbraio al policlinico Gemelli di Roma a causa di una polmonite bilaterale.
La scorsa notte il Papa "non ha usato la maschera", e i flussi d'ossigeno sono stati ridotti anche di giorno. "Oggi il Papa ha lavorato, pregato e, oltre la fisioterapia, ha fatto terapia respiratoria". In merito al mancato utilizzo della maschera per la ventilazione meccanica la sala stampa sottolinea come comunque che la parola d'ordine resta "prudenza, perché non si tratta di uno stacco definitivo ma di una progressiva riduzione".
Le condizioni del pontefice fanno dunque ben sperare, tanto che per domani, mercoledì, giorno di udienza generale "possiamo aspettarci una catechesi di Papa Francesco".
Il Papa: "La guerra è assurda, disarmiamo la Terra"
Questa mattina è stata pubblicata una lettera di Papa Francesco al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana: "Desidero ringraziarla per le parole di vicinanza con cui ha inteso farsi presente in questo momento di malattia nel quale, come ho avuto modo di dire, la guerra appare ancora più assurda. La fragilità umana, infatti, ha il potere di renderci più lucidi rispetto a ciò che dura e a ciò che passa, a ciò che fa vivere e a ciò che uccide. Forse per questo tendiamo così spesso a negare i limiti e a sfuggire le persone fragili e ferite: hanno il potere di mettere in discussione la direzione che abbiamo scelto, come singoli e come comunità".
Bergoglio ha quindi aggiunto: "Vorrei incoraggiare lei e tutti coloro che dedicano lavoro e intelligenza a informare, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il nostro mondo in tempo reale: sentite tutta l’importanza delle parole. Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene. Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità".
Infine un appello alla pace: "La guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. Le religioni, inoltre, possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace".