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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Delitto Garlasco, il generale Garofano su Sempio e Ignoto 2: “Azzardato parlarne, dna non è utilizzabile”

Sul caso di Chiara Poggi oggi si indaga su Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima. Si parla anche di un “Ignoto 2”, ovvero di altre tracce di dna che furono ignorate e che ora potrebbero essere fondamentali? A Fanpage.it il generale in congedo dei carabinieri Luciano Garofano, per anni comandante del Ris di Parma.
Intervista a Luciano Garofano
Il generale in congedo dei carabinieri per anni comandante dei Ris di Parma
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Poggi
Chiara Poggi
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La Procura di Pavia indaga su Andrea Sempio, l'amico del fratello di Chiara Poggi uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007. L'accusa è di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Stasi, l'unico condannato in via definitiva per il delitto. Su Sempio c'è una nuova consulenza dei legali di Stasi che ribadiscono (così come accadde nel 2017 quando però le indagini sull'amico del fratello vennero archiviate) che nelle unghie di Chiara Poggi c'era il suo dna. In questi giorni si parla anche di un "Ignoto 2", di altre tracce di dna che furono ignorate e che ora potrebbero essere fondamentali? A Fanpage.it lo spiega Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma che a breve potrebbe essere nominato come consulente della difesa di Andrea Sempio.

Perché si sta parlando di "Ignoto 2" sul caso di Chiara Poggi?

Parlare di "Ignoto 2" è già comunque un azzardo. Se noi guardiamo la frazione maschile che è emersa dall'analisi fatta dal professore De Stefano (il consulente incaricato dalla Corte d'Assise d'Appello bis nel processo ad Alberto Stasi) già parliamo di una qualità e quantità di dna che è al limite di una possibile interpretazione. Siamo di fronte a una parziale traccia di dna che io personalmente non ritengo idoneo a un confronto perché un profilo di dna anche parziale deve avere certe caratteristiche per darci la possibile di confrontarlo e quindi di consentirci una attribuzione personale che includa o che esclusa. Ovvero che ci dica ‘appartiene a' o ‘non appartiene a'. Quando ci troviamo davanti a quantità limitatissima come quella analizzata da De Stefano dobbiamo alzare le mani e dire che non è idoneo.

Oggi è impossibile fare un altro confronto? Ci sono nuove tecnologie?

Il confronto si può fare, ma il problema non è che non abbiamo nuove tecnologie. Ma noi parliamo sempre di quel profilo limitato, di quella frazione di dna maschile limitata su cui, sia la Procura che i legali di Alberto Stasi, hanno affidato ai colleghi una interpretazione. Ma comunque di una interpretazione si tratta: c'è stato però un approccio interpretativo diverso.

Quando sono state fatte le analisi a suo tempo, quanti dna parziali sono stati trovati? Ci sono stati ‘più ignoti'?

No, uno solo. Un dna maschile parziale su due dita (ricordiamo che l'analisi è stata fatta sulle unghie messe in soluzione, giusto per tenere in considerazione le contaminazioni) ma che poi non si è consolidato nelle diverse semplificazioni. Quindi parlare di dna è rischioso perché non è un profilo consolidato.

Quando sostiene che è stato trovato un dna parziale sulle dita potrebbe essere quello riconducibile ad Andrea Sempio?

Un dna parziale maschile, non è possibile ricondurre a qualcuno: si tratta di un profilo limitato e che non si ripete nelle varie amplificazioni. Non è consolidato. Non si può quindi utilizzare.

Quindi quando si parla di "Ignoto 2" è pura chiacchiera?

A mio avviso è azzardato parlare di un "Ignoto", perché considereremmo quel profilo utile per una identificazione personale. Parlo di "Ignoto" solo quando ho un profilo completo e soprattutto quando ce l'ho su gli altri marcatori del dna. Questo invece è soltanto un profilo limitato sui marcatori y non consolidato. Quindi dire che è un profilo utilizzato per i confronti per me è un azzardo.

Il cromosoma Y identificato quindi non lo attribuirebbe a nessuno? Così come a Sempio, così come ad altri?

Secondo me non è idoneo per una qualsiasi identificazione personale.

Secondo lei perché i colleghi della difesa di Stasi invece ribadiscono che sia dna di Sempio?

Non avevano dubbi anche nel 2017, ma le indagini su Sempio erano state archiviate. Non entro nel merito, non ho letto le nuove consulenze. Però mi rifaccio alle regole: siccome il profilo parziale è sempre quello e le regole dal punto di vista dell'interpretazione del dna non sono cambiate, sono curioso di leggere quelle consulenze. Non so per quali motivi lo abbiano definito utilizzabile, per me non lo è.

Il perito De Stefano spiegò che il dna si può passare anche per contatto con un oggetto e non solo per contatto diretto: ad oggi, contando gli elementi che si hanno in mano sul caso, su questo aspetto si potrà ad arrivare a delle certezze?

Noi rilasciamo nell'ambiente cellule: con il contatto, con la saliva ecc. Il dna si può diffondere nell'ambiente per contatto e per aerosol. In un ambiente in cui ci sono diverse persone, è chiaro che il dna può essere scambiato. Anche su un oggetto toccato precedentemente da una persona, se lo ritocco io la superficie rilascia il dna della persona precedente. A quel punto noi ci troviamo il dna di una persone che non si è accorta di questo trasferimento ma soltanto perché era un dna che si trovava nell'ambiente.

Quindi era normale aver trovato sul corpo di Chiara Poggi dna parziali di altre persone?

É quello che ho sostenuto in questi giorni. Dobbiamo considerare che proprio quella quantità limitata di dna non esclude la contaminazione. Se ci fosse stato una grande quantità allora era da discutere, la contaminazione era difficile da giustificare. Ma la quantità limitata deve far considerare l'esclusione. Da tenere in considerazione che la perizia di De Stefano fu la seconda analisi, la prima analisi fu dei miei colleghi del Ris di Parma. E quella prima analisi escluse qualsiasi componente che non fosse riconducibile esclusivamente a Chiara Poggi. La seconda analisi invece ha messo in evidenza questo dna parziale. Quindi come si fa a non considerare la contaminazione?

Secondo lei su cosa si può indagare ora di nuovo? 

Penso che ci sia molto poco. Perché i miei collaboratori di allora hanno analizzato tutto. Quindi non so cosa possa essere residuato: gli adesivi delle impronte digitali? Il dispenser? Ma anche su questi abbiamo fatto tutti accertamenti completi e tutti quelli possibili.

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