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Conte dice che il piano di riarmo Ue è una “reazione isterica” e non sarà una minaccia per la Russia

Per il presidente del M5S il piano di von der Leyen è “una reazione isterica” ai recenti sviluppi internazionali e spaventerà Mosca che “da decenni sta costruendo un primato militare con tantissime testate nucleari”. Il leader ha criticato Meloni per aver “firmato questo disastro sulla pelle dei cittadini”
A cura di Giulia Casula
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Secondo Giuseppe Conte il piano di riarmo di Ursula von der Leyen è "una reazione isterica" ai recenti sviluppi internazionali e non sarà una minaccia per la Russia, che "da decenni sta costruendo un primato militare con tantissime testate nucleari".

Il leader del Movimento 5 Stelle ha incontrato oggi la Stampa estera, a cui ha confermato che non parteciperà alla manifestazione per l'Europa prevista per domani. "Pur nata con le migliori intenzioni da un giornalista di Repubblica, la manifestazione si è infittita di esponenti politici che vogliono il riarmo e la guerra con la Russia e non si stanno adattando a questo avvio di negoziato di pace", ha spiegato. "Il M5S non ci sarà, bisogna essere chiari, in questo momento chiedere più Europa non ha significato, le istituzioni ufficiali dell'Ue stanno portando avanti un piano di riarmo e se oggi chiedo più Europa stiamo approvando l'operato delle istituzioni europee, che invece arriverà a compromettere una maggiore integrazione europea. Lo dico da europeista", ha ribadito.

L'ex premier è tornato a criticare il piano di difesa europeo "elaborato in tutta fretta" e inadeguato per rispondere a quello che sta succedendo. "Non c'è il minimo accenno alla difesa europea. È una reazione istintiva, sembra quasi isterica, a quello che sta accadendo e sembra quasi in contrasto con l'avvio dei negoziati di pace che si sta costruendo in questi giorni". Il piano da 800 miliardi "è una follia, nessuna persona ragionevole dilapiderebbe, peraltro senza un vero progetto organico -una montagna di miliardi per avere più armi, mentre gli italiani sono alle prese con l'aumento delle bollette e del carrello della spesa e con una sanità al collasso. Eppure Meloni ha firmato questo disastro sulla pelle dei cittadini", ha ricordato, rilanciando la mobilitazione organizzata dal Movimento per il prossimo 5 aprile.

Secondo Conte, il piano Ue non servirà da deterrente nei confronti di Mosca. "Non credo che gli esperti in Russia percepiscano gli 800 miliardi spesi in questo modo come la grande minaccia", ma allo stesso tempo "non credo che possa essere danneggiato concretamente il processo di pace. Spero di no, sarebbe una conseguenza paradossale", ha detto. Per il presidente dei pentastellati il riarmo è un "delirio" e di questo passo "si tornerà alla leva obbligatoria".

Sulla questione del riarmo il Partito democratico si è diviso con Schlein alla guida del gruppo dei contrari. Una posizione apprezzata da Conte che tuttavia ha espresso dispiacere per il fatto che al momento del voto al Parlamento Ue si sia tradotta in una astensione, rivendicando la compattezza dei 5s. "Il problema è che il Pd ha dimostrato di essere, tra virgolette, un partito ‘troppo plurale'. Ci sono dei momenti di sintesi… Quando il tuo leader prende una posizione così chiara…qualche chiarimento adesso andrebbe operato, ma non riguarda me, riguarda un'altra forza politica", ha spiegato. La contrarietà di Schlein però, potrebbe rivelarsi "una buona premessa per impostare un progetto di alternativa al Governo Meloni da parte di forze progressiste", ha aggiunto riaprendo all'ipotesi di un campo largo.

Quanto al conflitto russo -ucraino, Conte ha voluto fare chiarezza. "La causa dell'Ucraina è talmente giusta che l'abbiamo appoggiata, all'inizio, con gli aiuti militari. Nessuno ha detto che l'Ucraina non deve difendersi, ma il problema è che li abbiamo portati nel baratro e non vogliamo ammetterlo", ha detto. Allo stesso tempo il leader non si è voluto spingere ad affermare che la Russia di Vladimir Putin sia una minaccia. "Ma è difficile, io non sono nella testa di Putin, ci ho parlato molte volte, siamo stati qualche ora a parlare sugli accordi di Minsk. Ma ne ho parlato anche con Zelensky. Non c'è chi ha assolutamente ragione e chi no. Putin l'ha dichiarato da sempre, il problema era l'avanzata della Nato, l'ha anche scritto in una lettera alla Nato. Ma non bisogna perdere capacità di dialogo", ha dichiarato.

Più cauto anche il commento su Donald Trump. "Io non ho mai detto che Trump ha fatto bene a dire quelle espressioni ingiuriose contro Zelensky, io ho detto che ha ragione" sul fatto che l'Occidente stia vincendo la guerra. "Il presidente Trump è molto irruento, in molte uscite inquieta veramente. Io ci ho costruito un buon dialogo, a tutela degli interessi dell'Italia. Distinguerei quello che viene detto da quello che viene fatto. Vengono lanciati molti segnali, ma mi sembra nello stile del presidente Trump alzare la posta per poi atterrare in una posizione di vantaggio per gli Usa ma più razionale di quella di partenza", ha aggiunto.

Sul ruolo di Meloni come ponte fra l'Ue e gli Stati Uniti, basata sull'affinità ideologica tra la premier e Trump, Conte non è d'accordo. "Quando c'è stato Biden, Meloni era d'accordo con Biden sul conflitto russo-ucraino. Non e' una questione di affinita' ideologica. Chiunque sieda a Washington ritrova la presidente Meloni in posizione passiva, acquiescente", ha commentato.

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