Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Le tappe del delitto di Garlasco: dalla condanna di Alberto Stasi alle indagini su Andrea Sempio

Dal delitto di Garlasco del 13 agosto 2007, quando la 26enne Chiara Poggi veniva brutalmente uccisa nella villetta di famiglia, alle nuove indagini nel 2025 su Andrea Sempio, all’epoca amico 19enne del fratello della vittima. La ricostruzione e le tappe del caso.
A cura di Margherita Carlini
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Il delitto di Garlasco, per il quale è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, potrebbe essere riscritto. Il 13 agosto del 2007  venne brutalmente uccisa nella villetta di famiglia una ragazza di 26 anni, Chiara Poggi. L'omicidio ha portato alla condanna del fidanzato dell’epoca della vittima. Notizia degli ultimi giorni è che c’è un nuovo indagato, Andrea Sempio, un amico del fratello di Chiara. Già sottoposto a indagine nel 2016, la sua posizione dopo poco era stata archiviata. Ma per comprendere meglio quanto sta succedendo, facciamo un passo indietro.

Chiara Poggi è stata uccisa: la telefonata di Alberto Stasi al 118

Sono le 13.50 del 13 agosto del 2007. Una telefonata alla centrale del 118 richiede l’intervento di un'ambulanza in via Giovanni Pascoli, a Garlasco. Chi chiama crede, così dice, “che abbiano ucciso una persona”, ma non è sicuro, “forse è viva”. La persona al telefono è Alberto Stasi, 24 anni, studente all’Università Bocconi di Milano. Solo su domanda dell’operatrice del 118 riferisce che la persona che ha visto “sdraiata per terra” è la sua fidanzata. Nel frattempo, mentre è al telefono Alberto raggiunge la Caserma dei Carabinieri di Garlasco “adesso vi dico cosa è successo”.

Ad essere stata massacrata da numerosi colpi sferrati con un oggetto contundente metallico è Chiara Poggi, 26 anni. Chiara è laureata in economia e vive nella villetta di via Pascoli a Garlasco, con i suoi genitori e suo fratello minore Marco, assenti in quei giorni per una vacanza. Chi ha ucciso Chiara lo ha fatto con una ferocia inaudita, sul suo corpo verranno rinvenute anche numerose ferite da arma da taglio, ma la ragazza non si è difesa, come se fosse stata aggredita da una persona che conosceva, a cui avrebbe aperto la porta di casa in pigiama, con la quale quindi avrebbe avuto un buon grado di confidenza e della quale si fidava.

La villetta dei Poggi a Garlasco
La villetta dei Poggi a Garlasco

I sospetti su Alberto Stasi e la sua versione dei fatti

Alberto Stasi viene da subito attenzionato, riferirà agli inquirenti che quella mattina era rimasto a lavorare alla sua tesi di laurea, sul suo computer, a casa dei suoi genitori. Dirà di aver provato a contattare telefonicamente Chiara più volte in mattinata, senza ricevere risposta e di aver deciso pertanto di recarsi a casa di Chiara. Una volta arrivato in via Pascoli, non ricevendo risposta al citofono aveva scavalcato la recinzione e si era introdotto all’interno dell’abitazione, trovando la porta aperta.

Attraversando la zona giorno, seguendo le copiose tracce ematiche, si era ritrovato di fronte alla porta libretto che dava sulle scale che portavano al garage e lì, riverso sulle scale, aveva visto il corpo della sua fidanzata.

La Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna a 30 giorni di reclusione, convertiti in una pena pecuniaria, per Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi. Per l’omicidio della ragazza uccisa a Garlasco Stasi è stato assolto nel 2011.
Alberto Stasi all'epoca del delitto

Già nel 2007 Alberto Stasi viene posto in stato di fermo. Su un pedale di una bicicletta in uso a Stasi, gli inquirenti hanno trovato tracce di DNA compatibili con il DNA di Chiara, secondo la Procura di Vigevano si tratta del sangue della ragazza, mentre per la difesa potrebbe trattarsi di saliva o sudore, inoltre dall’analisi svolta dai carabinieri del Ris di Parma sul suo pc emerge una finestra temporale in cui Stasi non stava lavorando su quel computer. Avrebbe quindi mentito per strutturarsi un alibi mentre uccideva Chiara. Dopo quattro giorni però il fermo non viene convalidato per insufficienza di prove e Stasi viene rilasciato.

Alberto Stasi va a processo: le prime sentenze

Nel 2008 Alberto Stasi viene rinviato a giudizio per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi. Sceglie il rito abbreviato, il processo si svolge a porte chiuse e sulla base degli atti raccolti in fase di indagine. A distanza di poco più di un anno, in primo grado, dopo la richiesta del gup di effettuare ulteriori accertamenti, sia di tipo medico-legale, che sul pc e sul percorso che Stasi avrebbe compiuto all’interno della villetta, l’imputato viene assolto.

Il quadro istruttorio viene ritenuto "contraddittorio e altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell'imputato". Importanza fondamentale viene riconosciuta, in questa fase, alla perizia disposta dal Tribunale di Vigevano sul computer di Stasi. Dalla perizia si stabilisce che il pc è stato manipolato senza cautela dai carabinieri prima di essere sottoposto alle analisi, questo ha comportano la mancanza di rilevazione di alcuni dati, che riescono ad essere recuperati nel corso della perizia. Dalle tracce dei file temporanei emerge che Stasi, mentre Chiara veniva uccisa, stava effettivamente lavorando al computer.

La procura ricorre in appello. Nel corso del processo vengono disposte nuove perizie. La guerra di perizie ruota attorno a diversi elementi, uno su tutti: la datazione dell’epoca della morte. L’orario in cui Chiara è stata uccisa viene anticipato rispetto a quanto stabilito in primo grado.

Se in primo grado il perito del giudice aveva stabilito che la ragazza era stata uccisa dopo le 10.00 della mattina del 13 agosto 2007, in appello l’omicidio viene collocato intorno alle 9.00.  Secondo i consulenti della famiglia di Chiara in questo modo ci sarebbe un buco di 23 minuti durante il quale Stasi non stava lavorando al suo computer ed avrebbe pertanto potuto uccidere Chiara.

Anche in Appello Stasi viene assolto per non aver commesso il fatto.

Le fasi successive del processo ad Alberto Stasi e la condanna definitiva nel 2015

Nel 2013 la Cassazione annulla il processo di secondo grado e rinvia gli atti alla Corte D’Assise D’Appello di Milano. A parere della Cassazione, nel giudizio di secondo grado erano stati ‘svalutati' gli indizi contro Stasi e andavano effettuati una serie di approfondimenti istruttori. Viene quindi proposta un’integrazione probatoria. Vengono pertanto ordinati nuovi esami biologici sui campioni di DNA rinvenuti intorno alle unghie di Chiara e su un capello che la ragazza stringeva in una mano.

Nel 2007 i Ris di Parma avevano eseguito dei tamponi sui margini ungueali di Chiara, con esito negativo per DNA maschile. È l’avvocato della famiglia Poggi a richiedere di effettuare nuovi analisi su quei margini, avvalendosi dei progressi delle scienze forensi.

La Corte d’Appello incarica il professor Francesco De Stefano, genetista dell’Università di Genova il quale, pur riuscendo ad isolare il profilo completo di un dna maschile, valuterà il materiale biologico come esiguo e troppo degradato per una comparazione. Viene disposta anche una super perizia per ricostruire la camminata di Alberto Stasi all’interno della villetta, per l’accusa è impossibile che Stasi si sia mosso su una scena del crimine caratterizzata da un imbrattamento ematico di quel tipo senza sporcarsi le scarpe. Deve pertanto, secondo i pm, essere tornato a casa per ripulirsi, dopo aver ucciso Chiara, per poi tornare alla villetta per inscenare un falso ritrovamento.

Nel processo d’appello bis Stasi viene condannato per l’omicidio volontario della sua fidanzata Chiara Poggi, vengono meno le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. La pena è di 16 anni di reclusione, considerato lo sconto previsto per la scelta del rito abbreviato. Nel 2015 la Corte di Cassazione rende definitiva la condanna.

Le prime indagini su Andrea Sempio un anno dopo la condanna di Alberto Stasi

Un anno dopo la difesa di Alberto Stasi tenta di riaprire il caso, affidandosi ad un’agenzia di investigazione privata e ad un genetista, il professor Pasquale Linarello. Per Linarello il dna che De Stefano aveva valutato come eccessivamente degradato e compromesso è invece utilizzabile, per quanto incompleto, ed è compatibile con quello di Andrea Sempio.

Andrea Sempio nel 2025
Andrea Sempio nel 2025

Andrea Sempio, diciannovenne all’epoca dei fatti, è un amico del fratello di Chiara. Il ragazzo era entrato nell’indagine già dal 2007, ascoltato una prima volta qualche giorno dopo il delitto e poi una seconda volta nel 2008. È nel corso di questa seconda deposizione che il riferito di Sempio ed alcuni suoi comportamenti attirano l’attenzione degli investigatori.

Ci sono tre telefonate che Sempio effettua verso casa Poggi, tra il 7 e l’8 agosto, quando Chiara è sola in casa perché la sua famiglia è in vacanza. Due sono effettuate con il cellulare di Sempio, una con il telefono della sua abitazione. Di fronte agli inquirenti Sempio sosterrà di aver fatto una delle telefonate per sbaglio, le altre due per parlare con Marco, attivando erroneamente la chiamata sull’utenza telefonica di casa e non su quella cellulare di Marco.

Inoltre, quando viene ascoltato nel 2008 Sempio fornisce agli inquirenti uno scontrino, perfettamente conservato, troppo se si considera che è passato più di un anno, che attesta la sua presenza in un parcheggio di Vigevano la mattina del 13 agosto 2007, pertanto lontano dal luogo dell’omicidio. Ma l’analisi delle celle telefoniche non confermano la sua presenza a Vigevano in quell’orario.

Quindi, nel dicembre del 2016 Andrea Sempio viene iscritto nel registro degli indagati e posto sotto intercettazioni telefoniche ed ambientali. Per gli avvocati della famiglia Poggi quel Dna potrebbe essere finito sotto le unghie di Chiara perché Andrea, amico del fratello di Chiara, aveva utilizzato più volte il computer della ragazza. Un dna che si sarebbe trasferito quindi dalle mani di Sempio alla tastiera e dalla tastiera alle mani di Chiara.

Nel 2017, senza che venga effettuata una nuova perizia o ulteriori accertamenti, viene disposta l’archiviazione per Andrea Sempio, contestando la metodologia con cui quel dna era stato reperito.

Nel 2022 la difesa di Stasi deposita una nuova consulenza, del genetista Ricci dell’Università di Firenze. Da questa ulteriore consulenza emerge che delle 9 tracce estratte dal subunguale di Chiara, 2 sono compatibili con quelle di Andrea Sempio. È a questo punto che viene riaperta l’indagine su Andrea Sempio.

La nuova indagine su Andrea Sempio: il primo rifiuto sul test del Dna e le nuove analisi

Non potendo utilizzare il dna reperito con le modalità utilizzate dagli investigatori privati, la procura ha disposto un regolare prelievo. Sempio si sarebbe rifiutato di fornire volontariamente il suo dna. L’11 marzo è arrivata la notizia che è stato disposto un prelievo coatto attraverso un tampone salivare due giorni dopo. Verrà effettuata quindi un’ulteriore comparazione tra il dna di Sempio, prelevato in questa seconda fase di indagine e il campione che nel 2022 era stato ritenuto utilizzabile. Nuove indagini che potrebbero riscrivere il finale sul delitto di Garlasco.

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