Columbia University, perché l’attivista Khalil è stato arrestato. Trump: “È stato il primo di molti”

"Sappiamo che ci sono altri studenti alla Columbia e in altre università degli USA che hanno preso parte a attività pro-terrorismo, antisemite e anti-americane: troveremo, arresteremo ed espelleremo questi simpatizzanti terroristi dal nostro Paese, per non farli mai più tornare". Così ha dichiarato il presidente Donald Trump sui propri social media, all'indomani dell'arresto di Mahmoud Khalil, studente della Columbia University e leader delle proteste pro-Palestina tenutesi in molte università americane nella primavera del 2024.
Un giudice federale di New York ha comunque deciso che Khalil non verrà espulso mentre la corte esamina il ricorso presentato dai suoi avvocati, con un'udienza fissata per mercoledì 12 marzo. La sua detenzione ha suscitato numerose proteste da parte dei gruppi per i diritti civili, poiché non sono state presentate accuse formali nei suoi confronti. Le autorità federali hanno dichiarato solo che lo studente di 30 anni avrebbe partecipato a manifestazioni "a favore di Hamas", rappresentando così un pericolo per la sicurezza nazionale.
Il segretario di Stato USA Marco Rubio ha commentato l'articolo sull'arresto, dichiarando su X che il governo "revocherà i visti e/o le green card dei sostenitori di Hamas in America, in modo che possano essere espulsi".
Khalil, arrivato negli USA nel 2022 per frequentare la Columbia University, dove ha conseguito un master in Affari Internazionali lo scorso dicembre, è stato arrestato sabato 8 marzo nella sua residenza universitaria dall'Immigration and Customs Enforcement (ICE). Di origini siriane e palestinesi, Khalil è titolare di una green card ed è sposato con una cittadina americana. Nonostante ciò, gli agenti hanno informato della revoca del suo visto studentesco, che però non è applicabile, essendo Khalil cittadino americano.
La sua avvocata, Amy Greer, ha espresso sorpresa per questa "decisione senza precedenti" e ha riferito inizialmente alla BBC che Khalil era detenuto in un centro dell'ICE in New Jersey, prima di essere trasferito a Jena/LaSalle in Louisiana. "Si tratta di una chiara escalation – ha dichiarato Greer all’AP – L’amministrazione ha iniziato a dare seguito alle minacce".
L'arresto di Khalil segue le recenti dichiarazioni di Trump sull‘inasprimento delle misure contro le università. In precedenza, il presidente USA aveva ordinato il taglio dei fondi alla Columbia per 400 milioni di dollari, sostenendo che non avesse fatto abbastanza per proteggere gli studenti ebrei dalle "violenze antisemite" durante le proteste dell’anno scorso.
Khalil, che ha recentemente ottenuto il master in Affari Internazionali alla Columbia, ha ricoperto il ruolo di mediatore durante le manifestazioni della primavera 2024, fungendo da collegamento tra gli studenti e i funzionari universitari. Questa posizione lo ha reso uno degli attivisti di punta nel movimento pro-Palestina all'interno dell'università.