video suggerito
video suggerito

Cosa sappiamo sul piano del governo per l’esercito italiano e quanti soldati saranno arruolati per la difesa

Un piano per il potenziamento delle forze armate italiane è in questo momento in fase di studio, ma è presto per parlare di cifre. Si è ipotizzata l’assunzione di 40mila militari effettivi, non riservisti, ma il ministro Crosetto ha smentito queste ricostruzioni.
A cura di Annalisa Cangemi
55 CONDIVISIONI
Immagine

L'Europa si prepara ad aumentare le sue capacità militari, con la preparazione di un proposta legislativa concreta per il piano ReArm Europe, anche in vista di un'eventuale missione di peacekeeping in Ucraina, ma soprattutto perché il livello attuale di investimento sulla difesa sarebbe "insufficiente", come ha ricordato ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E l'Italia nel frattempo ragiona sulle capacità di difesa nazionali, e di come eventualmente potenziarle.

Il governo italiano per il momento potrebbe valutare l'invio di militari italiani a Kiev, ma solo sotto l'ombrello di una missione Onu. Come ha ricordato ieri in un'intervista anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, si tratta di un dibattito prematuro. Il ministro comunque ha precisato che "l'Italia ha sempre partecipato alle missioni delle Nazioni Unite", e che su quel confine prima o poi ci saranno i caschi blu dell'Onu.

Ieri i quotidiani La Stampa e la Repubblica hanno anticipato i contenuti di un piano che sarebbe allo studio del ministero della Difesa, che prevederebbe l'assunzione di 30-40 militari in più, per aumentare quasi di un terzo la capacità difensiva italiana, visto che l'organico di tutte le forze armate italiane in questo momento si aggira attorno alle 160mila unità (dopo l'ultima revisione stabilita da Crosetto), tra Esercito, Marina e Aeronautica, a cui vanno aggiunti i poco più di 100mila carabinieri. Anche sui giornali di oggi si fa riferimento non all'assunzione di nuove riserve militari – idea che in passato il ministro ha portato avanti, per fronteggiare le emergenze – ma di reclutamento di militari effettivi.

Quanti militari potrebbero essere arruolati nel nuovo piano di difesa italiano

Ma da dove arrivano queste cifre? Proviamo a fare un po' di chiarezza. Tutto nasce dalle dichiarazioni del Capo di Stato maggiore dell'Esercito Carmine Masiello, che ha proposto di incrementare l’organico tra le 40 e le 45mila unità, sottolineando che "le limitazioni dell’attuale modello appaiono evidenti se analizziamo le richieste avanzate dall’alleanza atlantica nell'ambito degli obiettivi capacitivi 2025" e diventerebbero ancora più significative "se confrontate con la necessità di assicurare ulteriori forze dell'esecuzione del piano militare di difesa nazionale". Ma quello di Carmine Masiello non è altro che un parere per il momento, non una vera e propria bozza di lavoro, come ha spiegato lo stesso ministro della Difesa ieri sera in un messaggio su X, smentendo sostanzialmente il numero fornito dalla stampa. Ecco cosa dice il ministro:

"Ho appena letto un’agenzia che diceva: “Piano di Crosetto per 40.000 soldati in più” Mi sono detto: si tratterà di omonimia. Poi però ho pensato che si trattasse invece dell’evoluzione giornalistica di una notizia di stamane che parlava di un fantomatico studio dello Stato Maggiore della Difesa su diversi possibili scenari futuri e sulle capacità necessarie per affrontarli. Scenari di vario tipo, come un minor impegno americano per la NATO in Europa. Facciamo finta che esista un presunto studio di diversi scenari possibili, fatto dall’organo tecnico della Difesa. Normale che nel giro di poche ore diventi il “piano del Ministro”?"

Alla fine del tweet il ministro non nega comunque che al suo dicastero si stia lavorando a un testo, perché "quel modello ormai è inadeguato e va cambiato". Ma prima bisogna passare dalla presentazione di un piano al Parlamento, "all'interno di un provvedimento molto più ampio che un semplice aumento di organici, che affronti tutti i temi connessi alla difesa e sicurezza di una nazione".

Il progetto di ampliamento insomma c'è, ma è presto per parlare di numeri. E se anche ci fosse davvero l'intenzione di portare l'organico delle forze armate al livello suggerito dal Capo di Stato Maggiore, si parla comunque di un orizzonte temporale molto lungo, dai cinque agli otto anni. Si tratterebbe praticamente del 25% di tutte le forze armate, un numero enorme, anche in termini di carico economico per il pagamento degli stipendi, di equipaggiamenti aggiuntivi e di spese necessarie per la selezione. Anche perché questi uomini si sommerebbero già a quelli che vengono reclutati ogni anno per il normale turn over nell'ambito delle forze armate.

Qual è il piano del ministero per rafforzare la difesa italiana

Quindi su quali ipotesi sta concretamente lavorando in questi giorni il ministro? Chiarito che la cifra di 40mila soldati dell'Esercito arruolati non è né realistica né ufficiale in questo momento, l'intenzione è al massimo quella di spingere sul vecchio progetto del reclutamento di una riserva, un progetto che però è ancora in fase di studio, non si può definire un vero e proprio piano.

"Il progetto per incrementare il personale delle forze armate c'è, ma è prematuro parlarne in questi termini, non c'è una proposta di legge, da far vagliare al Parlamento. Gli Stati Maggiori fanno delle proiezioni, esprimono un parere, ma bisogna prima fare degli approfondimenti, per capire quali sono le capacità di cui ci vogliamo dotare e di cui abbiamo bisogno", spiegano fonti del ministero a Fanpage.it.

I principali vulnus della difesa italiana sono stati messi nero su bianco anche nel Documento Programmatico Pluriennale (DPP), per il triennio 2024-2026. Un programma di potenziamento delle forze armate, come ha spiegato anche il ministro, non si limiterebbe all'aumento del personale, ma si concentrerebbe per esempio anche su un ammodernamento dei sistemi logistici, su un miglioramento dei sistemi di difesa aerea, su una maggiore sicurezza in caso di attacchi aerei e su nuovi carri armati, di cui siamo sprovvisti. Al momento l'Esercito dispone di circa 200 carri armati da combattimento, gli Ariete, piuttosto vecchi, entrati in servizio nel 1995. Ora, grazie alla joint venture tra Rheinmetall e Leonardo, si sta lavorando per progettare un nuovo veicolo, ma passeranno anni prima di averlo a disposizione.

Per quanto riguarda la difesa aerea, si punta sul sistema SAMP/T, inviato anche in Ucraina, in grado di intercettare e neutralizzare una molteplicità di minacce aeree e missilistiche (al momento l'Italia ne possiede solo 5, e ne ha ordinati altri 10). L'Italia anche punta sul Gcap, il cacciabombardiere di sesta generazione sviluppato dal nostro Paese insieme a Gran Bretagna e Giappone, in fase di costruzione. Il ministero della Difesa poi, come ha avuto modo di sottolineare più volte Crosetto, avrebbe bisogno di assumere esperti informatici per il settore della cybersicurezza.

55 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views