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Anziano ucciso e nascosto nell’armadio nel Padovano, coinquilino conferma delitto: “Gli ho spezzato il collo”

Ha confermato il delitto Alessio Battaglia, il coinquilino dell’80enne Franco Bergamin il cui corpo senza vita è stato trovato con il collo spezzato in un armadio della sua abitazione di Limena (Padova). Il 40enne ha ammesso di aver ucciso l’anziano spezzandogli l’osso del collo con una mossa di arti marziali.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Ho ucciso io Franco, poi sono scappato". Così Alessio Battaglia avrebbe ammesso l'omicidio del coinquilino 80enne, Franco Bergamin, aggiungendo poi di aver nascosto il cadavere in un armadio dell'abitazione che condividevano a Limena (Padova). Il corpo dell'anziano è stato ritrovato diversi giorni dopo il fatto mentre Battaglia, uomo di circa 40 anni, ha raccontato di essere fuggito subito dopo il delitto. 

Secondo quanto riferito dall'uomo attualmente in carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere, il tutto sarebbe avvenuto durante un litigio degenerato in una colluttazione fisica. Il 40enne ha nuovamente ammesso le sue responsabilità nel corso dell'udienza di convalida del fermo svoltasi in carcere davanti al giudice per le indagini preliminari Laura Alcaro e alla presenza del suo avvocato difensore.

L'uomo era già noto alla giustizia: anni fa, infatti, era stato coinvolto in un'indagine per estorsione nei confronti di alcuni conoscenti. Battaglia si trova ora nel carcere di Padova a disposizione di ulteriori accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria.

Secondo quanto emerso dall'autopsia, l'80enne sarebbe stato ucciso con una torsione del collo.Il 40enne, secondo il medico legale, avrebbe infatti "spezzato l'osso del collo" alla sua vittima con una mossa di arti marziali. La frattura avrebbe causato la morte sul colpo di Bergamin, il cui corpo è stato poi nascosto in due sacchi neri della spazzatura.

Dopo aver sigillato il cadavere con del nastro adesivo, il 40enne lo ha nascosto in un armadio. Per guadagnare tempo e fuggire, l'uomo ha riempito gli ambienti dell'abitazione con spray profumatori per nascondere l'odore del corpo in decomposizione. Dal 22 febbraio, giorno del delitto, al 5 marzo ha avuto tutto il tempo di abbandonare Limena e trovare un nuovo alloggio a Monfalcone.

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