Molestie sul lavoro, Fp Cgil denuncia 1200 segnalazioni: le donne hanno paura di ritorsioni

La violenza di genere nei luoghi di lavoro rappresenta un fenomeno complesso e diffuso, che continua a persistere anche all'interno della Pubblica Amministrazione e dei servizi pubblici. Un'indagine condotta dalla Funzione Pubblica Cgil ha messo in luce la realtà di molestie e abusi che molte lavoratrici e lavoratori si trovano ad affrontare quotidianamente, spesso in silenzio, a causa della paura di subire ripercussioni. I risultati, frutto di circa 1200 segnalazioni, offrono uno spunto importante per riflettere su come prevenire e contrastare efficacemente la violenza di genere sul posto di lavoro, puntando cioè, come sottolinea lo stesso sindacato, su azioni concrete di supporto, protezione e sensibilizzazione.
Molestie e ricatti: una realtà ancora sommersa
Uno dei dati più allarmanti che emerge dal report riguarda la percezione della sicurezza nei luoghi di lavoro: oltre la metà delle persone coinvolte nell'indagine ha dichiarato infatti di essere a conoscenza di episodi di molestia o violenza nel proprio ambiente lavorativo. La paura di subire conseguenze negative sulla propria carriera scoraggia però molte vittime dal denunciare, alimentando un clima di silenzio e impunità: la ricerca evidenzia infatti come una larga maggioranza del campione ritenga che denunciare un abuso possa compromettere il proprio percorso professionale, soprattutto quando la persona responsabile ricopre una posizione di potere. Un fenomeno insomma strettamente legato allo squilibrio di potere tra uomini e donne nei contesti lavorativi, in cui molto spesso le lavoratrici si trovano in condizioni di maggiore vulnerabilità, con contratti precari, stipendi più bassi e minori possibilità di avanzamento di carriera. Una situazione che, come sottolineato dalla segretaria nazionale Cgil Lara Ghiglione, rende le donne insomma più esposte a forme di ricatto e discriminazione.
Strumenti di tutela: cosa chiedono le lavoratrici
Dalla ricerca emerge poi una forte domanda di strumenti concreti per prevenire e contrastare molestie e violenze: l'80% del campione chiede l'attivazione di servizi di supporto psicologico gratuiti sul posto di lavoro, mentre il 70% vorrebbe sistemi di segnalazione anonima che consentano di denunciare episodi di violenza senza esporsi direttamente. La necessità di una maggiore protezione per le vittime passa anche attraverso la formazione: tre persone su quattro ritengono fondamentale ricevere una preparazione adeguata su questi temi, segno che le iniziative messe in campo finora non siano state sufficienti a creare un ambiente lavorativo davvero sicuro e inclusivo. Il fatto che in molti ambienti di lavoro non si percepisca ancora un cambiamento culturale dimostra, come dichiara la Fp Cgil, il fallimento delle misure adottate fino ad oggi.
Verso una strategia di contrasto più efficace
Secondo la Fp Cgil, la strada da percorrere per combattere le molestie e la violenza di genere passa attraverso una strategia articolata, che unisce prevenzione, protezione e supporto alle vittime. Tra le proposte avanzate dal sindacato ci sono l'istituzione di sportelli di ascolto psicologico, la creazione di reti di supporto per le lavoratrici e l'introduzione di forme di vigilanza più efficaci per prevenire gli abusi. Un intervento normativo potrebbe inoltre rafforzare la tutela legale delle vittime: la senatrice Valeria Valente ha ricordato come sia necessario colmare il vuoto legislativo che ancora oggi impedisce di riconoscere come reato le molestie nei luoghi di lavoro, soprattutto quando avvengono in contesti gerarchici.
Un impegno collettivo per cambiare la cultura del lavoro
I dati raccolti dalla Funzione Pubblica Cgil confermano insomma che la violenza di genere nei luoghi di lavoro è un fenomeno strutturale, legato a radici culturali profonde. Come ha sottolineato la deputata Maria Cecilia Guerra, lo squilibrio di potere tra uomini e donne c'è, esiste ed è alimentato da stereotipi ancora radicati nella società italiana, che relegano le donne a ruoli subordinati e ne limitano l'autonomia. Affrontare questa realtà richiede quindi non solo nuove leggi e strumenti di tutela, ma anche un cambiamento culturale che metta al centro il rispetto, l'uguaglianza e la dignità delle persone: "Come sindacato – ha dichiarato la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino – ci impegniamo a sostenere lavoratrici e lavoratori nella difesa del loro diritto ad essere liberi, e a contrastare ogni forma di discriminazione e violenza nei luoghi di lavoro".
La sfida, come sottolinea il sindacato, è quella di costruire ambienti di lavoro in cui nessuna donna debba più scegliere tra la propria carriera e la propria libertà. Obiettivo che richiederebbe però l'impegno congiunto delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e certamente, di tutta la società.