Ricciardi (M5s): “L’Ue pensa alle armi invece che a scuola e sanità, Schlein protesti in piazza con noi”

L’intervista di Fanpage.it a Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera. Ricciardi ha duramente criticato il piano di riarmo dell’Unione europea, e l’assenza di posizioni del governo Meloni. Ha detto che tra il M5s e la Lega non ci sono punti in comune. E ha invitato il Pd alla piazza del 5 aprile.
A cura di Luca Pons
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Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 stelle alla Camera, ha risposto alle domande di Fanpage.it sul piano europeo di riarmo. Un'idea "inconcepibile" ha detto, come "risparmiare sulle bollette, sull'affitto, sul cibo" per "comprare una fuoriserie" senza che nessuno sappia guidare – il M5s è favorevole alla difesa comune europea, ma prima bisognerebbe decidere "che direzione si dà alla difesa".

Ricciardi ha anche negato che il M5s sia troppo ‘morbido' nei confronti di Donald Trump ("noi si fa gli interessi dell'Italia") e che Conte abbia posizioni comuni a quelle di Giorgia Meloni e Matteo Salvini ("quello che conta è l'atteggiamento"). E, parlando delle possibili divisioni con il Pd, ha invitato Elly Schlein e i dem alla manifestazione del 5 aprile: "Non è la piazza del Movimento o di Conte, ma di tutti i cittadini che vogliono urlare che il problema non è il riarmo".

La Commissione europea ha annunciato un piano per il riarmo dell'Unione europea che voi avete duramente criticato. È la direzione sbagliata?

Io penso che si debba partire dal nome. Questo piano si chiama ReArm Europe. Riarmare l'Europa. Noi, quando c'era il presidente Conte, i piani che facevamo in Europa si chiamavano Next generation, si chiamavano Piani di ripresa e resilienza. Già questo dà un'idea di dove sia adesso la direzione dell'Europa.

Per noi è inconcepibile che in un momento in cui c'è un continente con un invecchiamento importante, crisi industriali notevoli in Germania, in Italia (siamo al 23º mese di calo della produzione industriale), con un tema enorme come quello del cambiamento climatico, l'emergenza sia per l'Europa 800 miliardi di riarmo.

Abbiamo firmato qualche mese fa un Patto di stabilità che ci costringe come Italia a tagliare 13 miliardi l'anno – che saranno 13 miliardi che tu taglierai in servizi, in sanità, in scuola – e a cosa deroghi per rimanere in questi limiti di spesa? Deroghi sul riarmo. Davvero, secondo me sono completamente fuori dal mondo i leader europei.

Sulla difesa comune europea, voi siete favorevoli? Se sì, come?

Noi siamo assolutamente favorevoli, ma proprio per questo adesso dire ‘noi dobbiamo spendere 800 miliardi'… Innanzitutto io vorrei capire cosa ci serve e soprattutto che direzione si dà alla difesa. Perché in questo momento l'Europa sembra come una famiglia che deve risparmiare sulle bollette, sull'affitto, sul cibo. Per cosa deve risparmiare? Per comprare una fuoriserie, ovvero gli armamenti.

Solo che il problema è che in famiglia uno vuole andare al mare, uno vuole andare ai monti, uno vuole andare in campagna, uno vuole andare in città e soprattutto in tutto ciò, non c'è nessuno che guidi la macchina. Questo è il problema. Noi stiamo comprando una fuoriserie in queste condizioni, ed è assolutamente assurdo.

Cosa risponde a chi dice che il Movimento 5 stelle è troppo morbido nei confronti di Trump, soprattutto sull'Ucraina? Il presidente è stato ostile nei confronti di Zelensky, dell'Europa e sembra aver abbracciato le posizioni di Putin.

Io ricordo quando abbiamo fatto la Via della seta nel governo Conte uno, che ci dicevano che stavamo spezzando l'alleanza occidentale, il patto con gli Stati Uniti, eccetera eccetera, perché semplicemente stavamo facendo gli interessi dell'Italia. Perché capivamo che quello era un mercato e quella era una partnership che l'Italia deve avere. Adesso ci dicono che siamo gli unici che stanno con Trump, ma qui noi si fa gli interessi dell'Italia.

E ci stupisce come le persone si stupiscano di Trump. Trump per tutta la campagna elettorale, tutto il tempo, ha detto che farà quello che sta facendo. Trump è eletto da novembre, noi stiamo intervenendo adesso sui dazi. Con Salvini che dice che quasi quasi i dazi servono. È una cosa assurda, sarà terribile per le aziende. Ma l'Europa si deve muovere ora? Trump sta facendo quello che tutti sapevano che avrebbe fatto, e noi come Europa, e l'Italia con la presidente Meloni, che non prende una posizione da mesi su queste vicende, è completamente impreparata, come se fosse stata una sorpresa questa.

Ci sono posizioni di Conte che suonano simili a quelle di Meloni (per quanto riguarda i rapporti con Trump) o a quelle della Lega (contro le politiche di riarmo, soprattutto). Secondo lei ci sono dei punti in comune?

No, non ci sono dei punti in comune, perché quello che conta è l'atteggiamento. Meloni è la serva che si lega al padrone, fa quello che dice il padrone, che si chiamasse Biden, che si chiamasse Trump. Vuole accreditarsi personalmente con il padrone di turno. Conte e il Movimento5 cinque stelle portano avanti degli interessi nazionali. Noi per tre anni abbiamo detto "ma dov'è l'Europa che sta seguendo Biden, e prima Boris Johnson, in tutta questa politica di riarmo, di fomentare Zelensky, di illudere un popolo come quello ucraino di poter vincere la guerra contro la Russia".

Se avessero seguito quello che diciamo noi da tre anni, quello che è avvenuto nello Studio Ovale non sarebbe avvenuto nello Studio Ovale. Sarebbe avvenuto in una capitale europea dove l'Europa, protagonista di questa vicenda, avrebbe preso Trump e Zelensky e avrebbe detto: "Signori, adesso dobbiamo arrivare a una trattativa". Ma probabilmente un'Europa così non ci sarebbe arrivata neanche a Trump. Avrebbe, come noi dicevamo, risolto la questione molto prima e non avrebbe fomentato – in tutti i leader, dalla von der Leyen, alla Meloni, a Macron – una guerra assurda.

Tornando al riarmo europeo, la maggioranza si è divisa. Salvini contrario, Tajani a favore, Meloni non ha ancora preso una posizione definitiva. C'è il rischio di una spaccatura?

Sì, c'è il rischio di una spaccatura, ma il problema è che poi noi non sappiamo qual è la posizione del governo perché la Meloni scappa dal Parlamento da mesi. Oggi (giovedì, ndr) c'è il Consiglio europeo straordinario sull'Ucraina: ma qual è una presidente del Consiglio che non ha la dignità di venire in Parlamento a dirci cosa dirà in questo Consiglio europeo straordinario? Per me è davvero inconcepibile che la presidente del Consiglio non venga.

Quindi, le spaccature sì ci possono essere, ma noi non sappiamo le posizioni. Noi diciamo: "Vieni in Parlamento, votiamo, diamo una direzione", e sappiamo almeno quello che l'Italia dirà e proporrà.

C'è una divisione anche nell'opposizione. L'esempio più concreto è la piazza europeista del 15 marzo: il Movimento cinque Stelle non andrà, il Pd invece sì. Su questo la distanza è colmabile? Schlein ha dato la posizione dei dem: no al riarmo nazionale, sì alla difesa comune.

Guardi, secondo me noi abbiamo una grande occasione: il 5 di aprile, quando noi scenderemo in piazza per parlare di carovita, di bollette, di sanità e di riarmo, per contrastare questa direzione che l'Europa sta dando con il riarmo. E noi ci auguriamo che, il 5 aprile, anche Schlein con il Partito democratico vengano in piazza, perché quella non è la piazza del Movimento, o la piazza di Conte.

È la piazza di tutti i cittadini che vogliono urlare da qualche parte che no, il problema non è il riarmo, il problema è che non si riesce a fare un esame istologico. Il problema è che dobbiamo pagare delle bollette in maniera assurda. Il problema è che c'è una crisi industriale. Quindi noi speriamo che il 5 aprile ci sia un grande fronte unitario che mette al centro questi temi contro la direzione che sta prendendo l'Europa, e il Pd è ovviamente benvenuto in questa piazza.

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