Lollobrigida insiste con la sua teoria sull’acqua: “Troppa fa male, lo dicono tanti articoli”
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"Guardate qui, un bel bicchiere d'acqua naturale. Ottima, da abbinare a qualsiasi cosa perché ovviamente è un alimento sano. Ma come tutti gli alimenti se assunti in quantità eccessiva possono produrre danni". Ieri, partecipando a un evento organizzato da Slow Wine e Sana a Bologna, il ministro dell'Agricoltura Lollobrigida è tornato all'attacco portando avanti la sua teoria che bere troppa acqua porti ala morte, facendo un paragone con il vino.
La difesa di Lollobrigida: "Troppa acqua fa male, lo dice la scienza"
"Non lo dico io, lo dice la scienza", ha insistito, attaccando i giornalisti che negli scorsi giorni avevano sottolineato la falla logica nel suo ragionamento – cioè che il paragone tra acqua e vino non può esistere, perché certamente bere enormi quantità di acqua può far male, ma non in un modo lontanamente paragonabile al vino.
"Se molti dei vostri colleghi avessero avuto la pazienza di digitare la parola ‘acqua'", ha detto il ministro, "avrebbero trovato articoli che denunciavano come gli eccessi anche di questo sanissimo prodotto per eccellenza potessero produrre danni". Secondo Lollobrigida, "in questa voglia di denunciare le incapacità del governo, invece, si creano delle caricature", che però "non sono supportate da dati scientifici".
In realtà, lo scopo del ministro dell'Agricoltura con questo ragionamento è chiaro, e lui stesso lo ha reso esplicito spiegando: "Come di vino si può parlare criminalizzando l'abuso, ma non il consumo, così del miglior prodotto del pianeta, cioè l'acqua, non si deve parlare male. Ovviamente, ma anche in questo caso l'abuso può portare dei danni. Non lo dico io, lo dice la scienza". E ancora: "Oggi parlare male del vino, a prescindere, è una cosa folle per l'Europa".
Cosa c'è dietro le uscite del ministro su acqua e vino
La campagna di Lollobrigida, naturalmente, non è rivolta ad attaccare per qualche motivo l'acqua, ma a difendere il vino – e i produttori vinicoli. Anche l'acqua fa male in dosi eccessive, ma non ci sono etichette sulle bottiglie che lo segnalino ai consumatori. Perciò, non avrebbe senso aggiungere delle apposite etichette sul vino per sottolineare i rischi dell'alcol: questo il ragionamento.
Quella delle etichette è una proposta che circola da tempo (estesa a tutti gli alcolici, non solo al vino), che di recente ha rilanciato anche l'Oms. E che da sempre porta a levate di scudi immediate da parte del centrodestra italiano.
Perché il ragionamento di Lollobrigida è sbagliato
Non serve spiegare che il ragionamento del ministro è tendenzioso. Se anche si può pensare che bere quantità spropositate di acqua possa danneggiare la salute, questo non ha niente a che fare con i rischi sanitari collegati al consumo di alcol – inclusi diversi tumori, come anche l'Oms ha spiegato nel suo ultimo studio confrontando la letteratura scientifica sul tema.
Per di più, vari studi hanno confermato che non esistono ‘dosi sicure' di alcool che annullano i rischi e magari ‘allungano la vita', come vorrebbe un luogo comune. Perciò, anche parlare di "criminalizzare l'abuso e non il consumo", come chiesto da Lollobrigida, avrebbe poco senso.
Peraltro non si parlerebbe di criminalizzare, ma semplicemente di informare i consumatori sui possibili rischi di quello che acquistano. In ogni caso non è la prima volta che il governo Meloni esagera i rischi dell'acqua per difendere i produttori vinicoli: era avvenuto anche nel 2023, quando l'Irlanda lanciò proprio delle etichette specifiche per i prodotti alcolici. E c'è da scommettere che succederà di nuovo, se la proposta di una nuova etichetta per tutta l'Ue dovesse concretizzarsi.