Truffa a nome di Crosetto, come è stata smascherata la banda che si spacciava per il ministro
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"Pronto sono Guido Crosetto". Così una decina di imprenditori italiani, tra cui l'ex presidente dell'Inter Massimo Moratti, le famiglie Aleotti (gruppo farmaceutico Menarini) e Beretta (proprietaria della multinazionale produttrice di armi), sono finite vittima della tentata truffa di una banda che si spacciava per lo staff del ministro della Difesa.
I truffatori, fingendosi membri dello staff di Crosetto, hanno cercato di raggirare diversi personaggi noti e facoltosi tra cui anche lo stilista Giorgio Armani, Marco Tronchetti Provera e Diego Della Valle. Il modus operandi era grossomodo lo stesso per tutti: le vittime venivano contattate dal finto collaboratore del ministro, che chiedeva loro di importanti somme di denaro per urgentissime "questioni di sicurezza nazionale".
Questi importi sarebbero dovuti servire, ad esempio, per pagare il riscatto di giornalisti e di soldati rapiti o per altre non meglio specificate questioni di necessità e urgenza. "Buongiorno, la Repubblica italiana chiede un suo aiuto e le sarà riconoscente", si presentavano. La Banca d'Italia – assicuravano i truffatori – si sarebbe premurata di restituire le somme dovute non appena l'emergenza fosse rientrata.
I tentativi di truffa si sarebbero svolti nel giro di poche ore, tra martedì e giovedì. Non è ancora chiaro se in alcune di queste occasioni la banda abbia utilizzato un software per riprodurre la voce del ministro tramite l'intelligenza artificiale, ma pare che in almeno un caso la vittima abbia versato una cifra pari a un milione di euro.
Intervistato a Repubblica, Massimo Moratti ha raccontato la sua esperienza. "Questi sono bravi, nel senso che sembrava assolutamente tutto vero. Comunque può capitare, poi certo uno non se l’aspetta una roba di questo genere. Ma succede a tutti", ha ammesso. Le denunce che verranno raccolte nei prossimi giorni finiranno sul tavolo del procuratore di Milano Marcello Viola e del pm Giovanni Tarzia.
Com'è stata sventata la truffa del finto Crosetto
Mercoledì scorso la segreteria di presidenza del gruppo farmaceutico Menarini, gestito dalla famiglia Aleotti riceve la chiamata dal finto staff del ministro. La telefonata insospettisce Luisa Aleotti, che in quanto vice presidente di Confindustria avrebbe potuto mettersi in contatto agevolmente con Crosetto, senza dover passare per altri tramiti. Così la famiglia Aleotti decide di sporgere denuncia.
Lo stesso schema si ripete con la famiglia Gussalli Beretta. Una volta ricevuta l'anomala richiesta, il presidente Pietro Beretta decide di avvisare Crosetto, che conosce personalmente. Nella lista dei contattati finiscono anche lo stilista Giorgio Armani, che riesce a scampare al raggiro, così pure il fondatore di Tod's Diego della Valle, l'ad di Pirelli Marco Tronchetti Provera e il marito della celebre stilista Miuccia Prada, Patrizio Bertelli. Ma i raggirati potrebbero essere anche di più.
A denunciare l'accaduto è lo stesso ministro, che su X scrive: "Un’assurda vicenda che inizia martedì con la chiamata di un amico, grande imprenditore, che mi chiede perché la mia Segreteria avesse chiamato la sua per avere il suo cellulare. Gli dico che era assurdo, avendolo io, e che era impossibile. Verifico per sicurezza e mi confermano che nessuno lo ha cercato. Archivio la cosa. Dopo un’ora mi dicono che c’è un noto imprenditore, che non conosco, che vorrebbe mettersi in contatto con me. Autorizzo a dargli il mio cellulare", racconta. "Mi chiama e mi racconta di essere stato chiamato da me e poi da un Generale e di aver effettuato un bonifico molto elevato ad un conto che gli era stato dato dal “Generale”. Gli dico che si tratta di una truffa ed avviso i carabinieri che vanno a casa sua e raccolgono la denuncia".
Oggi all'Ansa il ministro ha detto che la sua denuncia, che ipotizzerebbe la sostituzione di persona, "è già pronta". Il titolare della Difesa, ha spiegato che al momento "non c'è appuntamento" con la Procura di Milano, che dovrà eventualmente raccogliere la sua deposizione.