Conte chiama Meloni in Parlamento sul caso Almasri: “Lei donna, madre e cristiana ha liberato un boia”
Le opposizioni unite, oggi hanno chiesto intervenendo alla Camera che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si presenti in Parlamento per chiarire, una volta per tutte, il caso del generale libico Almasri. Generale accusato di crimini contro l'umanità, arrestato dalle autorità italiane, ma poi liberato e rimpatriato su volontà del governo. "La presidente Giorgia Meloni", ha detto il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, "deve venire in Parlamento a spiegare agli italiani la versione vera, reale e effettiva – ne abbiamo sentite tantissime".
L'esecutivo finora non ha spiegato chiaramente la liberazione e soprattutto il rimpatrio immediato di Almasri. L'indagine che ha coinvolto Giorgia Meloni con i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano ha spinto gli esponenti del governo a non presentarsi in Aula, sollevando le proteste della minoranza. Inizialmente Meloni e Piantedosi aveva parlato di "sicurezza nazionale" senza chiarire, suggerendo che Almasri fosse stato rimpatriato semplicemente perché era un soggetto pericoloso. Pochi giorni fa, ai microfoni di Fanpage.it, il viceministro degli Esteri Cirielli ha ammesso: "È come se uno arresta Putin o il capo di Stato maggiore della Russia, è una cosa che ha degli effetti".
Oggi Conte ha chiesto a Meloni "un'informativa urgente". Proprio perché si è parlato di sicurezza nazionale, ha detto, "non può essere certo il ministro che cura i rapporti tra il governo e il Parlamento a chiarire questo punto", come invece è stato proposto dal governo per l'informativa prevista.
Giorgia Meloni "deve chiarire al Paese, a tutti i cittadini, perché lei donna, madre, cristiana ha consentito tutti gli onori di un volo di Stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia, addirittura accusato di stupro su bambini di 5 anni", ha detto Conte. "Solo lei può chiarire quali sono le motivazioni che in questo momento espongono il nostro Paese alla vergogna nazionale e internazionale".
La presidente del Consiglio "aveva garantito di contrastare le mafie del mare in tutti i modi. Adesso scopriamo invece che queste mafie l'Italia le accoglie e le rimpatria con tutti gli onori", ha insistito l'ex premier. Che poi ha attaccato Meloni perché ha evocato un "complotto" ai suoi danni: "Ci venga a spiegare qual è questo complotto, perché noi siamo esterrefatti di un presidente del consiglio che dopo aver ricevuto una semplice comunicazione… Io anche ne ho ricevute, non mi avete mai sentito piagnucolare sui social". Il riferimento è alla comunicazione di iscrizione al registro degli indagati arrivata, come detto, a Meloni e altri esponenti del governo.
"Si scopre che c'è un complotto delle famose toghe rosse", ha proseguito Conte, elencando poi i i presunti ‘colpevoli' accusati dall'esecutivo e concludendo: "Da ultimo c'è stato spiegato che la ragione è nel fatto che il testo erano tante pagine in inglese. Allora ci chiediamo ma se avete aumentato gli stipendi a ministri e sottosegretari, non gli potete comprare a Nordio un dizionario di inglese?".
Il punto, secondo il leader del M5s, è che è in atto una "strategia della distrazione", perché in realtà "il complotto è ai danni degli italiani". In particolare ci sono "tagli nelle buste paga", ma anche "caro bollette, caro energie per le imprese, liste d'attesa con decreti non ancora attuati". E ancora la "vergogna di una ministra, Santanché, che la tengono lì incollata su una poltrona".