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Uccise la figlia di 13 anni con un coltellino svizzero e tentò il suicidio, chiuse le indagini

La Procura di Oristano ha chiuso le indagini sull’omicidio di Chiara Carta, la ragazza di 13 anni di Silì, una frazione di Oristano, uccisa dalla mamma Monica Vinci, 54 anni, il 18 febbraio del 2023.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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La Procura di Oristano, con il pubblico ministero Valerio Bagattini, ha chiuso le indagini sull'omicidio di Chiara Carta, la ragazza di 13 anni di Silì, una frazione di Oristano, uccisa dalla mamma Monica Vinci, 54 anni, il 18 febbraio del 2023. La donna colpì 20 volte la figlia con un coltellino svizzero e la soffocò col cavetto di un cellulare, poi tentò il suicidio lanciandosi dalla finestra della sua abitazione. Spetterà adesso al gip stabilendo come procedere: mandare a processo l'imputata, difesa dall'avvocato Gianluca Aste e attualmente rinchiusa nella residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) di Capoterra, oppure chiudere la vicenda con un'eventuale non imputabilità della madre. Secondo le perizie della difesa e del gip, al momento dell'omicidio la donna era completamente incapace di intendere e volere, mentre per il consulente del pm lo era solo in parte.

Tra tragedia, la più grave che si sia consumata nell'oristanese da molti anni a questa parte, avvenne il giorno prima di carnevale del 2023, in una giornata che per tutti avrebbe dovuto essere una festa. Intorno alle due del pomeriggio però alcuni residenti di via Martiri del Congo a Silì notarono un corpo in terra. Era quello di Monica Vinci che si era buttata dalla finestra al primo piano della casa in cui viveva con la figlia Chiara.

La porta era sprangata e per entrare fu forzata una finestra. A scoprire il dramma che si era consumato fu Piero Carta, il padre dell'adolescente, accorso dopo essere stato avvertito da alcune persone e dopo aver suonato invano il campanello. L’ex moglie – i due erano separati – aveva colpito ripetutamente all’addome la figlia con un coltellino, bloccandole anche le mani con il filo di un caricabatterie per telefonini per evitare che questa reagisse.

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