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Elezioni regionali e comunali 2025, quando e dove si vota

Il 2025 vedrà elezioni cruciali in sei Regioni e numerosi capoluoghi di provincia, mettendo alla prova la tenuta delle alleanze politiche e il consenso locale, con riforme e battaglie interne al centrodestra e tra le opposizioni.
A cura di Francesca Moriero
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Le elezioni Regionali 2025 rappresentano uno degli appuntamenti chiave per la politica italiana. Saranno chiamati a votare i cittadini di sei Regioni: Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto. Le urne si preannunciano cruciali per definire nuovi equilibri politici e per testare la tenuta delle alleanze, sia nel centrodestra che nelle opposizioni, mentre la campagna elettorale si infiamma su temi nazionali e locali.

Elezioni regionali 2025: coinvolte sei Regioni

Il 2025 si preannuncia un anno denso di appuntamenti elettorali. Dopo il 2024, che ha visto le elezioni regionali in sette Regioni (Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Umbria), con la partecipazione anche di migliaia di Comuni, tra cui città di rilievo come Bari, Bergamo, Firenze e Lecce, per il 2025 sarà il turno di altre sei Regioni.

A essere chiamati alle urne per eleggere i propri governatori saranno i cittadini di Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto.  Il calendario delle elezioni regionali 2025 non è tuttavia ancora definito, ma si ipotizza che possa esserci un unico election day, probabilmente in autunno, per le Regioni interessate, tranne la Valle d’Aosta, che, essendo a statuto speciale, potrebbe optare per una data autonoma.

In Campania, i cittadini dovranno scegliere il successore di Vincenzo De Luca (Pd), che sta lottando per poter ottenere un terzo mandato. Al voto anche le Marche con Francesco Acquaroli (FdI). Idem per Giani in Toscana.

In questo scenario, il centrodestra e le opposizioni si preparano a una serie di sfide: le coalizioni dovranno trovare equilibri, soprattutto per la scelta dei candidati. Se per il centrodestra l’alleanza sembra ormai consolidata, le forze di centrosinistra, ancora divise, non riescono a superare le frizioni interne. Dal no di M5S e sinistra a Renzi, all’isolamento politico di Calenda, passando per i tentativi di unire la coalizione da parte di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, il cammino verso le urne si prospetta complesso e ricco di sfide.

Il 2025 si presenta, quindi, come un anno decisivo per la politica italiana, con le elezioni regionali e comunali che, oltre a influenzare gli equilibri locali, potrebbero segnare un importante test per il governo Meloni e le opposizioni, in vista dei temi caldi e delle riforme che saranno al centro dell’agenda politica del prossimo anno.

Elezioni comunali 2025: i capoluoghi di provincia

Accanto a queste elezioni regionali, nel 2025 si tornerà a votare anche per eleggere il sindaco di numerosi capoluoghi di provincia, tra cui:

  • Agrigento
  • Andria
  • Aosta
  • Arezzo
  • Bolzano
  • Chieti
  • Crotone
  • Enna
  • Fermo
  • Macerata
  • Matera
  • Nuoro (commissariata dal 2024)
  • Reggio Calabria
  • Trani
  • Trento
  • Venezia

Nuovo commissario per l'Emilia-Romagna post alluvione

Il primo Consiglio dei Ministri del 2025 si apre con una mossa cruciale: la nomina di un nuovo commissario per la ricostruzione post-alluvione in Emilia-Romagna, Fabrizio Curcio, che si troverà a fronteggiare le sfide di un territorio messo duramente alla prova. Ma non è tutto: il governo si prepara a discutere il Decreto Milleproroghe e a varare nuove misure per il supporto militare all’Ucraina, confermando il sostegno a Kiev, pur con l’incertezza legata al cambio di amministrazione negli Stati Uniti, dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca.

In agenda riforme e referendum

Non mancano i temi legati alle riforme, da sempre il cuore pulsante dell’agenda politica della presidente Giorgia Meloni. Il 2025 sarà l’anno in cui si tenterà di affrontare provvedimenti delicati, come la separazione delle carriere dei magistrati, la ripresa del progetto sul premierato e la definizione della tanto dibattuta Autonomia differenziata. Tuttavia, la strada si preannuncia tortuosa, soprattutto con lo scetticismo di Forza Italia, la cui posizione sull’autonomia continua a essere incerta. In parallelo, si discuterà anche dell’elezione di quattro giudici della Corte Costituzionale. Consulta che, a gennaio, dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità del referendum sulla riforma Calderoli e sulla cittadinanza.

Il clima all’interno della coalizione di centrodestra non è privo di tensioni: da una parte si cerca di evitare frizioni interne, come quelle sul ddl sicurezza, dall’altra c’è la costante ambizione di Salvini di tornare al Viminale. Fratelli d’Italia, dal canto suo, punta con forza sul funzionamento dei centri per migranti in Albania, in attesa della pronuncia della Corte di Giustizia Europea, prevista per febbraio.

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