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Attaccato da squalo in Egitto, Fappani salvato con un gommone: “Era un giornata calma, poi le urla”

Tra i primi a soccorrere i due italiani attaccati da uno squalo nel Mar Rosso sono stati gli addetti di un centro immersioni che erano in zona coi turisti con i gommoni, come si vede anche in un video. Hanno salvato Peppino Fappani ma non hanno potuto fare nulla per Gianluca Di Gioia.
A cura di Antonio Palma
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Peppino Fappani e uno screen dal video Tgr
Peppino Fappani e uno screen dal video Tgr

"Era una giornata molto tranquilla con condizioni di mare molto calme, poi all'improvviso si sono sentite le urla", così il gestore di un centro immersioni egiziano descrive il momento dell'attacco dello squalo che ha ucciso il nostro connazionale Gianluca Di Gioia e ferito l'altro italiano Peppino Fappani al largo di Marsa Alam nel Mar Rosso domenica scorsa.

"Era una giornata tranquilla e i due italiani, come altri turisti, erano scesi dal pontile con maschera e pinne per fare il bagno e vedere la barriera corallina. Ad un certo punto si sono sentite delle urla" ha spiegato a Mattino Cinque l'uomo che non era sul posto ma aveva colleghi e dipendenti che stavano lavorando proprio con i turisti per le immersioni in zona a bordo di alcuni motoscafi e gommoni.

Proprio alcuni di questi sono stati i primi a intervenire in soccorso dei due italiani aggrediti dallo squalo e a salvare Fappani, issato poi a bordo del gommone ferito. La scena si vede in un video diffuso dalla tgr Lombardia e registrato da un altro turista tedesco che era a riva e ha assistito alla drammatica scena.

Nel filmato si vede l'imbarcazione che si avvicina a Giuseppe Fappani e le persone a bordo che recuperano a braccia il 69enne cremonese. Quest'ultimo aveva cercato di aiutare Di Gioia che era a pochi metri da lui, nuotando verso il 49enne dopo aver sentito le urla ma senza accorgersi subito dello squalo che poi ha attaccato e ferito anche lui a braccia e gambe. La stessa imbarcazione ha poi tirato fuori dall'acqua anche Gianluca Di Gioia che però era già gravissimo ed è morto poco dopo.

Fappani è stato poi portato a braccia a riva attraverso il pontile e infine ricoverato in ospedale dove viene curato. "Sul posto si usa il pontile che è stato creato appositamente per far tuffare le persone oltre la barriera corallina, si scende direttamente dal pontile" ha spiegato il gestore del diving center, confermando che Di Gioia e Fappani erano in un zona non lontano dalla riva e balneabile come ha ribadito la famiglia del 69enne, contrariamente a quanto affermano le autorità egiziane.

"Mio padre è esperto del mare, per tanti hanno ha fatto sub, adesso si dedica solo allo snorkeling, Era in una zona sicura e come tutti i giorni faceva il suo giro sulla barriera corallina" ha dichiarato la figlia del 69enne a Fanpage.it, aggiungendo: "Mio padre frequenta da anni il Mar Rosso, non si è mai spinto oltre la zona non sicura".

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