Tredicenne aggredita dal branco a Laterza: “In un video si vede un’adulta che non interviene per fermarli”
"La prima cosa che ho fatto è integrare la denuncia che avevano fatto i genitori della bambina, ma si trattava di una denuncia molto parziale, conteneva solo ciò che era avvenuto sul luogo dell'accaduto. Dopo, analizzando i filmati e parlando con la bambina, abbiamo ricostruito tutto, da quando è uscita di casa e presa dalla mamma".
A parlare a Fanpage.it è l'avvocata Anna Leone, la legale che insieme al criminologo e criminalista forense Giancarlo Candiano, sta seguendo il caso della ragazza di 13 anni colpita con calci, pugni e schiaffi e umiliata dal branco a Laterza, in provincia di Taranto. L'episodio risale al 26 novembre scorso. L'aggressione è stata ripresa in alcuni video diffusi in rete.
L'avvocata Leone ha ricostruito quanto accaduto e ha sottolineato il fatto che nessuno è intervenuto nel tentativo di soccorrere la 13enne, nemmeno un'adulta che, sollecitata da un'amica della vittima, avrebbe potuto aiutarla.
"La ragazza era uscita di casa insieme ad altri amici. Il branco a un certo punto della passeggiata l'ha raggiunta e accerchiata. – spiega – L'amica della ragazza è scappata ed è andata a chiedere aiuto a una persona adulta, raccontandole quanto stava accadendo. Questa persona è arrivata sul posto ma non ha fatto nulla".
I fatti sono stati ricostruiti non solo attraverso la testimonianza della vittima, ma anche grazie ai video che sono stati registrati dai suoi aguzzini. I filmati, che nelle intenzioni del branco servivano a umiliarla, hanno permesso di capire come si è svolta l'aggressione.
"In un video ripreso dal branco si vede questa persona che arriva sul posto, si interfaccia con le due ragazze e chiede cosa sta accadendo. – aggiunge l'avvocata – La 16enne che ha aggredito la vittima inizia a denigrarla, definendola una ‘poco di buono' con parole molto più gravi. L'adulta, che conosce molto bene la ragazza, invece di portarla via, si gira e si allontana, mentre gli altri ragazzi applaudono e gridano: ‘Grande, sei una di noi'".
Come ha spiegato la legale, la ragazza adesso sta reagendo al trauma e anche durante queste feste la mamma ha contattato diverse volte l'avvocata raccontandole che la 13enne ha avuto crisi di pianto e di ansia.
"Il timore che ho è che non venga fatto nulla, ci preoccupa il silenzio della Procura. A oggi le indagini sono relative perché è tutto documentato, ci sono i filmati. La prossima settimana formalizzerò un accesso agli atti per sapere a che punto sono i lavori", spiega ancora l'avvocata Leone.
"Noi ci siamo mossi in maniera veramente repentina, dopo 2-3 giorni ho depositato la denuncia. La ragazza è stata anche già sentita dalla polizia giudiziaria, l'ho accompagnata io e lei ha fatto dei nomi ma al momento non sono stati presi provvedimenti".
La legale si sta muovendo anche dal punto di vista civile per richiedere che la ragazza e la famiglia ottengano un risarcimento. La mamma inoltre teme che, denunciando sia alle autorità che pubblicamente quanto accaduto, ci possano essere ripercussioni per la figlia.
"Il mio timore è questo, che quanto accaduto venga vista come una bravata. – osserva Leone – Ma non lo è stato: l'aggressione poteva avere delle conseguenze gravissime, la ragazza è caduta e per poco non ha battuto la testa su un sasso. È stata scaraventata a terra più volte e presa a calci".
"In più, lo psichiatra che abbiamo consultato ha fatto una diagnosi con un percorso riabilitativo superiore ai 40 giorni. Per questo noi ipotizziamo anche le lesioni gravi".