“Ci siamo avvicinati lentamente e abbiamo visto la prima sagoma”: il racconto dei soccorritori sul Gran Sasso
Alle prime luci dell'alba di oggi è ripartita la missione di ricerca dei due alpinisti dispersi sul Gran Sasso da domenica scorsa. Ma nella tarda mattinata è arrivato il tragico epilogo con il ritrovamento dei corpi senza vita di Cristian Gualdi e Luca Perazzini.
Alessandro Marucci, capostazione del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) dell'Aquila, ha seguito le fasi dell'operazione insieme al Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.
"Questa mattina presto le squadre sono salite in quota con la funivia. A quel punto è iniziato un avvicinamento alla zona di ricerca. Contemporanemante abbiamo coordinato il sorvolo degli elicotteri per avere una valutazione della sicurezza all'interno dell'area d'intervento dove erano presenti i soccorritori", ha spiegato a Fanpage.it il capostazione Marucci.
L'elicottero del CNSAS ha sorvolato il luogo da dove era arrivato l'ultimo messaggio di SOS dei due dispersi. Altro elemento utile all'operazione è stato il sonar Recco, dispositivo capace di individuare la presenza di materiale metallico sotto la neve.
Uno strumento fondamentale per l'esito della missione come ha raccontato il maresciallo della Guardia di Finanza Francesco Mastropietro che si trovava all'interno del canalone nella zona di Valle dell'Inferno, a circa 2.700 metri di quota, vicino al Corno Grande, il picco più alto del massiccio del Gran Sasso.
"Abbiamo fatto un avvicinamento lento. Aspettavamo gli esiti del sorvolo degli elicotteri. Poi dall'alto è arrivata la notizia della presenza di una sagoma a terra", ci ha raccontato il maresciallo delle Fiamme Gialle, poi ha continuato: "Ci siamo avvicinati con molta cautela e siamo riusciti a raggiungere il primo disperso. L'abbiamo identificato e ci ha permesso di avere un riferimento riguardo la posizione del secondo alpinista".
A quel punto sono entrate in azione le altre squadre, attivando anche le unità cinofili. Gli uomini del CNSAS e della Guardia di Finanza hanno iniziato a fare dei sondaggi, ma senza ottenere dei risultati. "Il freddo e le condizioni del manto nevoso non ci permettevano di trovare nulla". Le operazioni sono continuate finché Marco Iovenitti, del Soccorso Alpino e Speleologico, non ha trovato il secondo disperso. "A quel punto" – ha concluso il maresciallo Francesco Mastropietro – "lo abbiamo liberato dalla neve. Poi abbiamo richiesto l'invio di un elicottero per il recupero delle salme".