“Vento troppo forte, non possiamo muoverci”: il racconto dei soccorritori in cerca dei due alpinisti dispersi
"Una vigilia di Natale diversa dal solito. Sicuramente non me la dimenticherò". Giusy Scimia parla dall'ostello Campo Imperatore, a 2100 metri d'altezza. Insieme ad altre 18 persone è rimasta isolata durante le ricerche dei due alpinisti dispersi sulle pendici del Gran Sasso. "Quando abbiamo visto le condizioni meteo ci siamo guardati in faccia e ci si è detti: la vigilia si passa qua". Con lei ci sono altri 3 membri dello staff dell'ostello, 11 soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) e 4 tecnici della funivia che porta a Fonte Cerretto.
Attorno alla struttura il vento soffia con raffiche a 140 km/h. La temperatura costante a -10 gradi e la neve non smette di cadere. Nonostante i tecnici siano riusciti a risolvere il problema che ieri aveva bloccato la funivia, le condizioni climatiche non permettono di scendere, isolando Giusy e gli altri.
"Quando ci è stato comunicato che saremmo rimasti bloccati qui su siamo rimasti un po' disorientati, ma ci siamo subito organizzati per gestire la situazione in serenità. Qui abbiamo tutte le scorte alimentari necessarie. Possiamo affrontare un'altra settimana". Giusy, la responsabile dell'ostello, rassicura sulla situazione: "Essendo un ostello di montagna siamo preparati per le emergenze".
Ad essere preparato alle emergenze è anche Alessandro, uno degli 11 soccorritori del CNSAS in missione sul Gran Sasso. "Al momento non possiamo andare da nessuna parte. Le raffiche di vento sono troppo forti. Non possiamo fare altro che monitorare la situazione da qui e attendere una finestra di bel tempo. Ora la visibilità è pari a zero. Non ci sono le condizioni di sicurezza per i soccorritori". Poi aggiunge: "Aspettiamo finchè non potremmo scendere, poi riprenderemo le ricerche appena possibile. Quando il meteo lo consentirà".
Una notte di attesa. Una vigilia di Natale diversa dalle altre. "Nonostante ci siamo ritrovati a convivere tra perfetti sconosciuti, è come se ci conoscessimo da sempre. Stiamo tutti condividendo l'apprensione di questa missione di soccorso. Ci sono stati momenti emotivamente importanti. Un momento di crescita in cui tutti collaborano insieme", racconta Giusy. E continua: "Ora non ci resta che farci forza e aspettare di scendere sperando di poter passare il Natale con i nostri familiari".