Famiglia uccisa dal monossido di carbonio a Firenze, migliorano le condizioni della bimba sopravvissuta
Sono ancora stabili, ma in lieve miglioramento, le condizioni della bambina fiorentina di sei anni che alcuni giorni fa è rimasta intossicata in una casa di San Felice a Ema, alle porte della città. Questo, secondo quanto si apprende da fonti sanitarie, lo stato di salute della piccola, unica superstite, recuperata d'urgenza dopo aver subito un'intossicazione da monossido di carbonio. Altri componenti della sua famiglia, composta dal padre, dalla madre e da un'altro bimbo di 11 anni, in quella circostanza sono morti.
A scoprire la tragedia, cinque giorni fa, sono stati i vigili del fuoco dopo che l'ex moglie dell'uomo, proprietario dell'abitazione, aveva dato l'allarme al 118 perché non riceveva risposte dai familiari. I pompieri sono arrivati sul posto, anche con le squadre specializzate Nbcr, attorno alle 14 di giovedì pomeriggio della scorsa settimana e quando hanno aperto la porta della casa hanno trovato l'uomo con i due bambini sul divano mentre la donna era in terra a poca distanza da loro. Secondo i vigili del fuoco, molto probabilmente non si sono accorti di nulla. Le quattro persone sono state subito portate fuori, dove sono partite immediatamente le manovre di rianimazione. Ma i sanitari non hanno potuto che constatare tre decessi. Per la bimba, dopo essere stata rianimata all'esterno della casa, è scattata invece una corsa disperata in ospedale.
Le cause della tragedia sono ancora da accertare; le forze dell'ordine sono al lavoro per cercare di chiarire cosa sia accaduto. Quel che è certo è che all'interno dell'abitazione si trovavano, oltre alla caldaia, alcune stufe a pellet. L'ipotesi più accreditata dagli inquirenti resta quella del monossido di carbonio, per un malfunzionamento degli impianti di riscaldamento.