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Alpinisti dispersi sul Gran Sasso

Gran Sasso, sospese le ricerche dei due alpinisti. I soccorritori: “Fermi a causa del meteo avverso”

Due alpinisti emiliani sono scivolati nel Vallone dellInferno durante l’escursione sul Gran Sasso. Le condizioni meteo rendono difficili le operazioni di soccorso.
A cura di Gabriel Bernard
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"Siamo fermi. Abbiamo provato diverse volte a fare degli avvicinamenti, ma le condizioni meteorologiche lo rendono impossibile. Siamo pronti a partire, ma il vento al momento è talmente forte da buttare giù una persona di 90kg". Così il  soccorso alpino racconta la difficile missione per recuperare due alpinisti originari di Santarcangelo di Romagna dispersi sul Gran Sasso. I due uomini di 42 e 48 anni, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, si trovavano sul versante sud/est del Corno Grande e sono scivolati nel Vallone dell'Inferno. La centrale del 112 di L'Aquila ha ricevuto la richiesta di soccorso alle 19, ma a causa delle condizioni meteorologiche avverse la squadra composta dai tecnici del Soccorso Alpino e dai militari della Guardia di Finanza si è dovuta fermare alle 22:45.

"Tra ieri e oggi hanno operato 30 persone. Adesso 20 di noi restano sempre presenti. Questa notte tre squadre di soccoritori sono rimasti all'arrivo della funivia di Campo Imperatore", spiega Simone Alessandrini, viceresponsabile nazionale comunicazione del Soccorso Alpino. "L'operazione è resa complessa dalle condizioni metereologiche e dagli accumuli nevosi. In quota il vento ha velocità molto elevate e c'è il rischio di possibili valanghe".

Le ricerche sono riprese questa mattina, ma le condizioni meteo sul massiccio del Gran Sasso hanno portato a una nuova sospensione. "Abbiamo una posizione approssimativa della posizione dei due alpinisti, ma l'unico modo per operare è avvicinarsi a piedi. Non riusciamo a muoverci e la violenza del vento impedisce l'impiego di un elicottero" dice Alessandrini.

A descrivere quel territorio difficile  è Vincenzo Brancadoro, vicepresidente del CAI sezione L'Aquila ed ex soccorritore alpino con 25 anni di esperienza: "In condizioni invernali abbiamo la presenza di neve e ghiaccio. Le forti raffiche di vento e il nevischio rendono la visibilità pari a zero, non si vedono nemmeno i piedi quando cammini. Orientarsi è impossibile e il freddo resta un grande problema".

Brancadoro sa bene cosa significa cercare di salvare le persone in montagne: "Di situazioni così ne ho viste parecchie. Uscire di notte con la bufera è una situazione davvero complicata. Sai che rischi di perderti per recuperare le persone che si sono perse per errore". Poi aggiunge: "Le previsioni meteo erano pessime. Si sapeva che sarebbe arrivato vento, bufera e un abbassamento della temperatura. Condizioni che rendono l'ambiente d'alta quota davvero rischioso. Un minimo inciampo può determinare una situazione davvero drammatica".

Il vicepresidente ha una speranza: "Che i due alpinisti abbiano trovato un riparo. Li ho nel cuore, come tutti i ragazzi del soccorso alpino. Sono certo che faranno tutto il possibile per riportarli a casa".

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