Open Arms, dopo l’assoluzione Salvini torna a pensare al Viminale: “Fare ministro dell’Interno è stupendo”
Per Matteo Salvini è arrivata l'assoluzione nel primo grado del processo Open Arms, e al di là di un eventuale ricorso in appello, per adesso si è conclusa la lunga vicenda giuridica. Il leader della Lega ha già rivendicato la vittoria come un successo politico, e un elemento in particolare è stato sottolineato da numerosi cronisti: finché c'era un processo in corso, sarebbe stato decisamente ‘discutibile', sul piano politico, vederlo tornare a fare il ministro dell'Interno. Ma adesso, potenzialmente, questo ostacolo è venuto meno.
Le parole di Salvini sul ritorno da ministro dell'Interno
Nella sua prima uscita pubblica dopo la sentenza, incontrando alcuni attivisti leghisti a Roma, Salvini ha risposto proprio alle domande su questo aspetto, prima di tornare agli attacchi rivolti alla magistratura e alle Ong che soccorrono migranti. Per quanto riguarda il Viminale, ha esplicitato: "Se qualcuno negli anni scorsi ha pensato ‘non puoi tornare al Viminale perché sotto processo e potenzialmente un criminale', questa cosa cade".
"Detto questo", ha continuato, "al Viminale c'è Piantedosi, un amico, un fratello, e non corro per sostituirlo". Sicuramente però, ha aggiunto, "quest'assoluzione è un riconoscimento che ho fatto il mio dovere e mi ripaga di tante amarezze". E di fronte a una domanda esplicita, se gli piacerebbe o meno tornare a fare il ministro dell'Interno in futuro, ha detto: "Il Viminale è una macchina eccezionale , avere la responsabilità della sicurezza degli italiani è stupendo".
L'attacco alle Ong: "Soros le finanzia per distruggerci"
Come detto, poi, gli altri interventi del vicepremier si sono concentrati in modo polemico sui soliti bersagli. Parlando delle Ong ha sottolineato che l'assoluzione è "una prova nei confronti di associazioni straniere finanziate da persone all'estero che vogliono il male dell'Italia". Poi ha fatto il nome di George Soros: "Soros e compagnia finanziano la distruzione della nostra cultura, della nostra civiltà e della nostra identità".
La riforma della giustizia "adesso è ancora più urgente"
Per quanto riguarda i magistrati, invece, Salvini ha dovuto riconoscere che la sentenza, andando del tutto contro le tesi dell'accusa, ha mostrato che i giudici non sono sempre in linea con i pm: "Ieri in tribunale a Palermo ho visto una corretta, giusta e sana separazione tra chi giudica rispetto e chi indaga".
Ma, ha aggiunto, "non sempre è così. In altri tribunali magari non c'è la stessa netta distinzione. La separazione delle carriere porterebbe quello che si è visto ieri a essere normalità in tutta Italia". E ha concluso che dopo la sentenza, "la riforma della giustizia è ancora più urgente", non solo per separare le carriere ma anche per introdurre la "responsabilità civile dei magistrati che sbagliano con dolo".
Proprio della riforma della giustizia Salvini ha parlato con Pier Silvio Berlusconi, che secondo quanto riportato dalla Lega lo ha chiamato oggi. Nella conversazione, il leader leghista avrebbe "ricordato con grande affetto le battaglie per una giustizia giusta affrontate da Silvio Berlusconi e che il centrodestra vuole portare a termine".
"Conte? Non mi interessa. Meloni tra i primi a chiamarmi"
In piazza, poi, Salvini ha evitato le domande su Giuseppe Conte, presidente del Consiglio all'epoca del caso Open Arms e chiamato in causa durante il processo: "A me, onestamente, di Conte lo smemorato interessa poco. Gli faccio gli auguri di Natale perché non voglio il male di nessuno". La sua alleata Giorgia Meloni, invece, è stata "una delle prime a chiamarmi", ma sarebbero arrivati messaggi "anche da politici di sinistra".