Operaio morto a Genova, l’investitore: “Colpo di sonno per iperlavoro. Avevo fumato cannabis”
"Ero stanco, ho avuto un colpo di sonno a causa dell'iperlavoro". Lo ha dichiarato, tramite il suo avvocato Paolo Scovazzi, il portuale che la notte scorsa guidava la ralla che ha travolto e ucciso nel porto di Genova il collega Gianni Battista Macciò. "Sono distrutto per quello che è successo – ha detto -. L'altro collega (rimasto ferito, ndr) è come un fratello".
L'indagato, che ieri è stato sottoposto a degli esami per verificare se avesse assunto stupefacenti, è risultato negativo all'alcol ma nel suo sangue sono state riscontrate tracce di cannabis: "Ho fumato una canna uno o due giorni prima dell'incidente ma solo perché non riuscivo a dormire", ha ammesso l'uomo, ribadendo così di essere stato negli ultimi tempi molto provato dal lavoro; così tanto da non riuscire a riposare neanche la notte.
La Procura di Genova è ora in attesa delle controanalisi, per avere la conferma del primo test. Contestualmente, in ospedale sono stati svolte indagini mediche per verificare lo stato di alterazione al momento in cui si è verificato l’incidente, poco prima le tre del mattino: queste hanno dato esito negativo.
L'indagato deve rispondere dell'accusa di omicidio colposo. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle telecamere in porto e un video, pubblicato dai media, mostra la ralla cambiare direzione improvvisamente, impattando sull'altro mezzo e travolgendo Gianni Battista Macciò, che stava controllando alcuni container. Una manovra strana, su cui indagano gli inquirenti che però non contestano per ora l'aggravante per l'uso di cannabinoidi. Inoltre non risulta che il portuale stesse utilizzando il cellulare mentre era alla guida della ralla. Le indagini sono coordinate dalla pm Arianna Ciavattine e seguite dalla capitaneria di porto e dal gruppo Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro di Asl3.