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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Guerra in Mediorente, raid di Israele su basi Houthi in Yemen: 9 morti. Jolani: “Siria non minaccia Occidente”

Raid israeliano contro gli Houthi in Yemen: almeno 9 morti secondo i media locali. Ira dell’Iran: “Flagrante violazione dei principi e delle norme del diritto internazionale”. Jolani intervistato dalla BBC: “Siria non sarà minaccia per l’Occidente”.
A cura di Ida Artiaco
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Resta alta la tensione in Medioriente. Nelle scorse ore Israele ha effettuato un attacco su basi Houthi in Yemen, provocando, secondo i media locali, almeno 9 vittime e l'ira dell'Iran. Tra i morti, 7 sono stati uccisi al porto di Salif e gli altri due all'impianto petrolifero di Ras Issa, nella provincia occidentale di Hodeidah, secondo quanto ha riferito Al Masirah Tv, la principale emittente gestita dagli Houthi, ripresa dalla Reuters.

La risposta di Iran e Houthi ai raid israeliani

I raid aerei contro porti e infrastrutture energetiche in Yemen sono stati la ritorsione dello Stato ebraico al lancio di un missile dei ribelli filo-iraniani, intercettato dalle forze armate prima che entrasse in territorio israeliano. Il movimento Houthi "risponderà all'escalation con l'escalation", ha affermato Muhammad al-Bukhaiti, un membro dell'ufficio politico dei ribelli filo-iraniani citato da Haaretz. "I bombardamenti americano-israeliani di strutture civili in Yemen espongono l'ipocrisia dell'Occidente", ha aggiunto.

"Le nostre operazioni militari a sostegno di Gaza continueranno e risponderemo all'escalation con l'escalation finché i crimini di sterminio di massa a Gaza non cesseranno e sarà consentita la possibilità di portare cibo, medicine e carburante nella Striscia", ha assicurato.

Secondo il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, questi raid costituiscono "una flagrante violazione dei principi e delle norme del diritto internazionale", condannando "l'appoggio incondizionato degli Stati Uniti" dato a Israele.

Intervista di al Jolani alla BBC: "Revocare sanzioni contro la Siria"

Intanto, ha parlato per la prima volta ad una emittente occidentale, precisante alla BBC, il leader de facto della Siria, Abu Mohammed al Jolani, il cui vero nome è Ahmed al Sharaa, numero uno di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), il gruppo dominante nell'alleanza dei ribelli intervenuti contro il regime di Bashar al Assad. Ha affermato che il suo paese è stremato dalla guerra e non rappresenta alcuna minaccia per i suoi vicini o per l'Occidente. Jolani ha anche chiesto che le sanzioni contro il suo Paese vengano revocate. "Ora, dopo tutto quello che è successo, le sanzioni devono essere revocate perché erano mirate al vecchio regime. La vittima e l'oppressore non dovrebbero essere trattati allo stesso modo", ha affermato.

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