Morte Cristina Pugliese, il fidanzato indagato per omicidio non risponde: “Ci sarà un processo”
"I familiari pensano che tu le abbia fatto del male". "Ci sarà un processo, no?". Risponde così, dribblando le altre domande della giornalista Olga Mascolo, inviata di Storie Italiane, il compagno di Cristina Pugliese, la 27enne trovata morta nella doccia della sua abitazione di Caldiero, nel Veronese.
Silenzio assoluto, invece, alla domanda riguardo eventuali scuse ai familiari, come raccontato da Rocco, fratello della vittima: “Sono tornato a casa e ho percepito che qualcosa non andava. Siamo andati subito a casa di M., ma non ci ha mai scritto per porgerci le condoglianze, quindi penso che lui stesso si senta in colpa”, ha dichiarato alla trasmissione Rai. Un altro testimone ha aggiunto: “Era molto tranquillo, cordiale. Spero davvero che non abbia nulla a che fare con questa vicenda”.
Ad ogni modo, i primi risultati dell’autopsia non hanno rilevato segni di violenza sul corpo di Cristina. Si fa dunque largo l'ipotesi che la giovane madre possa essersi tolta la vita, strangolandosi con il doccino. Tuttavia, gli inquirenti vagliano anche la possibilità che la 27enne possa essere stata in qualche modo drogata, accusando un malore, con successiva messa in scena di un suicidio. C'è infatti attesa per gli esami tossicologici, chiesti dal pubblico ministero Elisabetta Labate al momento del conferimento dell’incarico al medico legale.
I familiari di Cristina, così come il suo ex compagno, non credono all'ipotesi del suicidio. "Amava la vita e sua figlia – ha raccontato l'ex a La Vita In Diretta –. Con lei bastava uno sguardo per capirsi, eravamo in ottimi rapporti. L'ultima volta mi ha detto: ‘Amore, risolvimi i problemi, vienimi a prendere'. Io non l'ho fatto e non so darmi pace adesso."
Al momento, il compagno di Cristina Pugliese è indagato per omicidio volontario in stato di libertà. Probabile che il 40enne sia tornato nella casa dei genitori a Roveredo di Guà dopo essere stato interrogato nei giorni scorsi. Gli inquirenti hanno deciso di iscrivere il suo nome nel registro degli indagati dopo aver notato una serie di incongruenze nel suo racconto e in quello di alcuni conoscenti. Il fratello della vittima ha riferito di aver ricevuto "alcuni strani messaggi" dal compagno di Cristina il giorno del ritrovamento del corpo.