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“Altamente improbabile che sia virus del Congo”: la risposta della Asl dopo il ricovero di un uomo a Lucca

Secondo la Asl Toscana è “altamente improbabile che il paziente ricoverato e dimesso dall’ospedale di Lucca possa essere il primo caso della nuova malattia correlata a quella che si presume possa esserci in Congo”.
A cura di Ida Artiaco
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È "altamente improbabile che "si tratti di un primo caso della nuova malattia correlata a quella che si presume possa esserci in Congo". Così la Asl Toscana Nord Ovest è intervenuta a proposito del paziente che nei giorni scorsi era stato ricoverato (e poi dimesso) con  sintomi simili a quelli sviluppati da coloro che sono stati contagiati dal virus che nella zona sanitaria di Panzi, nella provincia di Kwango, nel Sud Ovest del Paese africano, ha fatto già decine di morti.

Il motivo è presto detto: "Il soggetto ricoverato a Lucca ha soggiornato in zone molto distanti dalla sede dove si sono verificati i focolai. Focolai di cui ancora non sappiamo granché, anzi direi non sappiamo niente di quello che lì sta accadendo. Cercherei quindi di stare tranquilli", ha spiegato oggi Spartaco Sani, responsabile dell'area Malattie infettive dell'Asl Toscana nord ovest interviene con un messaggio video.

"A solo scopo cautelativo sono stati inviati dei campioni di sangue all'Istituto superiore di sanità che potrà fare tutti gli eventuali accertamenti, anche in un secondo momento, qualora si venisse a conoscenza del reale agente eziologico di questa problematica che è presente in Congo", ha concluso Sani.

Il paziente in.questione, 50 anni, è stato ricoverato al San Luca di Lucca  dal 22 novembre al 3 dicembre: era tornato da Kinshasha con febbre, problemi respiratori, anemia e gli erano state fatte tutte le analisi del caso anche se lavorava nella Capitale, a 500 chilometri di distanza dal focolaio. "Aveva un’anemia, la febbre a 38, non gli passava. Era tornato in Italia proprio perché non stava bene, dopo una settimana a casa è venuto in ospedale. Era molto preoccupato. L’abbiamo curato con degli antibiotici, quando è stato dimesso ci ha ringraziati a lungo", aveva spiegato nei giorni scorsi Sara Moneta, la responsabile del reparto di Malattie infettive del nosocomio toscano.

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