Ferrari, Rolls Royce e Lamborghini abbandonate: il video nel deposito di Assad dopo la fuga dalla Siria

I ribelli che hanno preso d’assalto il palazzo di Assad a Damasco hanno trovato un enorme deposito con una grande collezione di auto di lusso, tra cui Ferrari Rolls Royce e Lamborghini,
A cura di Antonio Palma
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Ferrari, Rolls Royce e Lamborghini, sono solo alcune delle decine di auto di lusso rinvenute dai ribelli siriani in uno dei depositi della capitale Damasco e ritenuti nelle disponibilità di Assad fino alla sua fuga in Russia a causa dell'avanzata e la conquista della capitale da parte dei dissidenti. Le auto sono riprese in diversi video registrati dai ribelli in un grande magazzino nella parte occidentale di Damasco, a nord del quartiere di Al-Mazzeh.

Nelle riprese video, che mostrano la collezione di auto del deposto presidente siriano, si vedono alcuni esemplari di auto storiche come la Ferrari F-50 rossa, che oggi viene venduta a oltre 3 milioni di dollari, ma anche altri esemplari della casa del Cavallino rampante, come una Ferrari F430 Spider, e quelle di altri marchi blasonati come Rolls Royce, Lamborghini, Porsche e Bentley.

Parcheggiata nell'ampio garage della capitale siriana vi era anche una supercar classica degli anni '90 come  la Lamborghini Diablo ma anche una Rolls-Royce Ghost, una Bentley Continental GT, una Aston Martin Rapide, un'Audi R8 e una Mercedes-Benz SLS AMG con portiere ad ala di gabbiano. Accanto a i veicoli d'epoca e da collezione anche decine di auto di lusso ma più comuni e moderne come Audi, Mercedes e BMW. Infine nei filmati di intravedono SUV, motociclette, quad e quello che sembra un camion blindato.

Queste ultime in particolare si ritiene potessero essere nella disponibilità dello staff di Assad per gli spostamenti mentre le prime probabilmente erano ad uso personale di Assad. Al momento non è chiaro cosa accadrà alla flotta di auto scovata domenica dalle forze ribelli che hanno preso d'assalto anche il palazzo di Bashar al-Assad deprendandolo.

I video girati nelle stesse ore e condivisi sui social mostrano il palazzo preso d'assalto da persone che portano via mobili e opere d'arte ma anche i piatti e le lenzuola. Poco prima Aassad aveva già lasciato la città e poi il Paese rifugiandosi in Russia dove Putin gli ha concesso asilo politico insieme ai familiari.

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