Georgia, migliaia in piazza contro lo stop ai negoziati per l’ingresso in Ue: scontri e violenze a Tbilisi

Dopo che giovedì il primo ministro georgiano Irakli Kobakhidze ha annunciato che Sogno Georgiano intende interrompere i negoziati per l’ingresso nel paese nell’Unione Europea fino al 2028, sono scoppiate in tutto il Paese proteste spontanee.
A cura di Matilde Moro
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Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Tbilisi ieri notte, dopo che le prime manifestazioni, nella notte tra giovedì e venerdì, erano state violentemente represse dalla polizia, causando una decina di feriti e l’arresto di 43 persone. Anche stanotte le forze speciali, schierate a centinaia, hanno usato ogni mezzo per disperdere i manifestanti. Gas lacrimogeni, idranti, proiettili di gomma.

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Questa volta però la folla ha resistito, creando barricate in Viale Rustaveli, dove si trova il parlamento, con qualsiasi oggetto a disposizione. I manifestanti hanno risposto alle numerose cariche, iniziate tra mezzanotte e l’una e proseguite fino all’alba, con fuochi d’artificio. Diversi i tentativi di sfondare le barriere di metallo con cui l’entrata del parlamento è barricata dalle prime proteste della scorsa primavera.

La tensione è definitivamente scoppiata dopo una lenta escalation iniziata con le contestatissime elezioni dello scorso 26 ottobre, che hanno visto la vittoria di Sogno Georgiano, partito fondato dal miliardario Bidzina Ivanishvili, al potere dal 2012. Nell’ultimo anno Sogno Georgiano è stato accusato più volte di avere forti tendenze filorusse e di subire la diretta influenza del Cremlino. Accuse che si sono acuite dopo la promulgazione di due leggi mutuate da quelle attualmente vigenti in Russia rispettivamente contro gli agenti stranieri e contro la propaganda LGBTQ.

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Giovedì mattina il primo ministro Kobakhidze ha annunciato che il governo sospenderà i negoziati per l’ingresso della Georgia in Unione Europea fino al 2028. La risposta è stata immediata e più di centomila persone si sono unite in una manifestazione spontanea in viale Rustaveli davanti al parlamento la notte scorsa e la precedente. Il paese, dopo le elezioni, che secondo le accuse delle coalizioni di opposizione filoeuropee e della stessa presidente Salome Zourabichvili sarebbero illegittime, è ora nel caos. Mentre già all’inizio di questa settimana opposizioni e presidente avevano boicottato l’inizio dei lavori.

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Sogno Georgiano nel frattempo ha comunque indetto, come da programma, le elezioni parlamentari, candidando l’ex calciatore nonché promotore della prima delle due “leggi russe” Mikheil Kavelashvili, che potrebbe quindi sostituire Zourabichvili. Dal canto suo, la presidente, in una conferenza stampa nella giornata di giovedì, ha dichiarato di essere “l’unica istituzione legittima rimasta nel paese”.

Così per la Georgia, che si regge storicamente in un delicato equilibrio politico tra l’Occidente e la Russia, all’orizzonte sembrano al momento esserci soltanto nuove proteste e ulteriori incertezze.

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