Bimba intossicata da formaggio in Trentino: richiamato Puzzone di Moena per Escherichia Coli
Non è un momento fantastico per i formaggi trentini. Dopo la vicenda della bambina di Cortina d’Ampezzo, ricoverata per una sindrome emolitico uremica (SEU) dopo aver consumato un prodotto di un caseificio della val di Fiemme risultato contaminato da Escherichia Coli, è stato richiamato un altro formaggio. Si tratta di numerosi lotti di Puzzone di Moena. Le analisi condotte hanno riscontrato la presenza dello stesso batterio al suo interno. Il formaggio è stato prodotto nel Caseificio Sociale di Predazzo e Moena S.C.A situato in via Fiamme Gialle 48, Predazzo (TN).
Ritirata dal mercato l'intera produzione annuale realizzata finora. I lotti interessati, infatti, coprono il periodo tra dicembre 2023 e luglio 2024, ovvero gli ultimi distribuiti. Sono i seguenti nello specifico: 24080, 24084, 24094, 24099, 24103, 24115, 24124, 24125, 24126, 24132, 24134, 24136, 24138, 24141, 24153, 24157, 24158, 24160, 24161, 24163, 24164, 24166, 24167. Un altro criterio per riconoscere il formaggio Dop richiamato è la data di scadenza, fissata in questo caso a 90 giorni.
Il richiamo ministeriale, effettuato dai veterinari dell'Azienda Sanitaria di Trento, è scaturito da un'indagine mirata a individuare il prodotto che avrebbe causato la contaminazione della bimba di Cortina d'Ampezzo, ora fuori pericolo. Qualche giorno fa la stessa decisione era stata presa per 50 lotti di formaggio Saporito della Val di Fassa prodotto sempre dall’azienda Caseificio Sociale di Predazzo e Moena S.C.A.
Ad ogni modo il Consorzio Concast – Gruppo Formaggi del Trentino fa sapere: "Nessun formaggio commercializzato dal Consorzio è coinvolto. Si tratta di due linee di produzione completamente distinte che, in linea con i principi di autonomia che ogni caseificio associato può e deve avere, comportano anche gestioni della filiera differenziate, seppur sottoposte alle stesse linee guida".
L’associazione consumatori però si è lamentata con l’intero sistema: "Purtroppo non è la prima volta che succedono in Trentino questi problemi nei caseifici — ha detto il presidente del Codacons regionale Zeno Perinelli —. È chiaro che speriamo facciamo indagini approfondite e ulteriori controlli. Sembra che il tempo passi e non vorrei che si prenda il vizio".