Socialisti non vogliono nomina di Fitto in Ue, Meloni attacca: “Per loro Italia non merita vicepresidenza”
"Questo momento definirà i prossimi cinque anni del progetto europeo. Il nostro gruppo S&D e tutta la nostra famiglia politica hanno lavorato in buona fede. Abbiamo rispettato il processo di audizione in ogni fase del processo. Abbiamo onorato la maggioranza europeista che si è formata a luglio. Non possiamo accettare che il Ppe tradisca la maggioranza pro-europea a favore di un'alleanza alternativa di estrema destra. Se il Ppe vuole questa nuova maggioranza, allora deve assumersene la responsabilità. Deve capire ciò che abbiamo sempre detto: non accetteremo l'estrema destra al tavolo", ha detto il presidente del Pse, Stefan Lofven, a proposito dello stallo sulle nomine del nuovo esecutivo Ue. Ieri infatti è slittato il voto sui 6 vicepresidenti della Commissione europea, tra cui l'italiano Raffaele Fitto.
La linea dei socialisti sul voto a Fitto è chiara, come ha sintetizzato l'eurodeputato Brando Benifei, rilanciando su X un tweet della giornalista Angela Mauro, a proposito del voto su Raffaele Fitto, tra i vicepresidenti designati, e a proposito delle deleghe del commissario ungherese Oliver Varhelyi, che dovrebbero essere riviste al ribasso: "Terminata riunione socialisti sul caso Fitto e la linea è: Commissione con soli 5 vicepresidenti (no Fitto) e revisione delle deleghe di Varhelyi. Mandato alla presidente Garcia a trattare con Ursula von der Leyen". Se la presidente della Commissione Ue dovesse dire di no, allora dovrebbe cercare i voti della destra a Strasburgo.
"Fitto non può essere vicepresidente esecutivo della Commissione Europea: rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea. Ursula von der Leyen rischia di perdere molti voti in aula", ha scritto ancora Benifei.
I socialisti europei e i rappresentati del Ppe sono ancora distanti sul delicato passaggio parlamentare dei sei vicepresidenti e del voto all’intera Commissione Ue a fine mese a Strasburgo. L’incontro tra i responsabili di Ppe e dei Socialisti&Democratici, di Renew Europe (liberali) e la presidente della Commissione von der Leyen, a Palazzo Berlaymont, dove ha sede l’esecutivo europeo, non ha portato a passi avanti significativi e al momento le valutazioni delle ultime audizioni restano sospese. "Non c'è stato accordo", hanno spiegato alcune fonti parlamentari. "Tutti i canali di comunicazione restano aperti", hanno aggiunto fonti socialiste.
Socialisti e liberali hanno chiesto a von der Leyen un segnale chiaro per permettere una conferma della maggioranza che l’ha sostenuta in prima battuta a luglio: Ursula von der Leyen aveva ottenuto i voti di Ppe, Pse, liberali e verdi. Il segnale forte sarebbe una presa di posizione su Raffaele Fitto, commissario italiano designato per la prossima Commissione Europea e sul commissario ungherese Oliver Varhelyi: la vicepresidenza a Fitto è considerata da socialisti e liberali la dimostrazione che l'asse politico della maggioranza che si realizza in parlamento si è spostato a destra. In mancanza di segnali da parte di von der Leyen, il Pse ha preannunciato un voto contrario a Fitto e Varhelyi.
Fitto è esponente dell’Ecr, il gruppo dei conservatori e riformisti a cui aderisce Fdi (Giorgia Meloni è la presidente del partito europeo). Varhely è esponente di Fidesz, il partito del premier Viktor Orban, partito che aderisce ai Patrioti per l’Europa (come la Lega), terzo gruppo al Parlamento europeo. L’attribuzione di una vicepresidenza a Fitto da parte di von der Leyen ha sostanzialmente due obiettivi: da un lato la certificazione del peso politico ed economico dell’Italia, dall’altro lato un'apertura esplicita a Giorgia Meloni e all'Ecr.
L'attacco di Meloni
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato così la linea dei socialisti: "Signore e signori, ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein: a Raffaele Fitto, commissario italiano, va tolta la vicepresidenza della Commissione che la Presidente von der Leyen ha deciso di affidare. L'Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione. Questi sono i vostri rappresentanti di sinistra", ha scrittp su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La risposta di Schlein
"Non sono qui a rispondere a Giorgia Meloni", ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a margine della presentazione delle proposte emendative del Pd alla legge di Bilancio: "Sono dieci giorni che questo governo ci impedisce di parlare di Manovra. Ogni giorno ce n'è una: un fuoco di artificio, un elemento di distrazione di massa, una irrituale domanda della presidente del Consiglio alla leader dell'opposizione. Non sono io a dover rispondere a Giorgia Meloni, ma lei a rispondere agli italiani".
Schlein non ha risposto su Fitto, ma i dem a Bruxelles non sembrano intenzionati a cambiare linea: "Spetta alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, chiarire se l'asse della maggioranza che l'ha eletta in Parlamento europeo è cambiato", ha ribadito il capodelegazione Nicola Zingaretti. Il punto quindi non è Fitto, ma lo spostamento a destra della Commissione, che è nata con una alleanza larga di Popolari, Verdi, Socialisti e Liberali, senza i conservatori.