Statali, approvato nuovo contratto: quanto aumenta lo stipendio, le novità su buoni pasto e smart working
Al termine di quattro mesi di negoziati in cui i contenuti sono stati limati progressivamente, il via libera al nuovo contratto collettivo 2022-2024 dei dipendenti statali è arrivato. Non senza polemiche, perché Cgil e Uil non l'hanno approvato: ma il voto favorevole di Cisl e altre sigle è bastato per raggiungere una risicata maggioranza. Per il triennio in questione si conferma l'aumento medio di 165,85 euro lordi al mese. E, per quanto riguarda gli altri benefici, cambiano le regole sui buoni pasto e lo smart working.
Cosa cambia per busta paga, buoni pasto, settimana corta
Innanzitutto, gli aumenti. Come detto, la media sarà di poco più di 165 euro lordi al mese per i lavoratori sottoposti a questo contratto collettivo, ovvero i circa 195mila dipendenti di ministeri, agenzie pubbliche ed enti come Inail e Inps. Per il 2024 questo incremento è già stato in buona parte (quasi la metà) anticipato: è avvenuto con l'indennità di vacanza contrattuale pagata a fine 2023.
Altri aspetti del lavoro che cambieranno saranno, ad esempio, i buoni pasto. Il nuovo contratto prevede infatti che i buoni siano riconosciuti anche per le giornate passate in smart working, o lavoro agile. Attualmente, invece, la decisione sui buoni pasto per i giorni di smart dipendeva dalle singole amministrazioni. Per lo smart working, le norme saranno stabilite nei singoli contratti integrativi delle varie amministrazioni. Ma il contratto collettivo fissa dei paletti, chiedendo che le trattative su questi integrativi partano "entro aprile".
Ci saranno anche più permessi per esami e visite specialistiche. In più, si apre alla possibilità di sperimentare la settimana di quattro giorni. In ogni caso, però, si dovrà continuare a lavorare 36 ore a settimana. E, se si parla di dipendenti che hanno a che fare con il pubblico, si dovrà garantire che gli sportelli restino aperti ogni giorno. Infine, l'indennità agli incarichi organizzativi (che non sono una vera e propria promozione, ma comunque comportano più responsabilità) crescerà a 3.500 euro all'anno. Oggi, con il vecchio contratto, l'importo massimo poteva essere di 2.600 euro annui.
Il ‘no' di Cgil e Uil al nuovo contratto
Il via libera arrivato oggi non è l'ultimo passaggio formale, ma è quello più significativo in pratica. Ora infatti il testo dovrà essere verificato e approvato sia dalla Corte dei conti che dalla Ragioneria dello Stato, per assicurarsi che le condizioni economiche siano sostenibili. Ma l'accordo tra l'Aran (l'agenzia che tratta per conto dello Stato nelle contrattazioni) e i sindacati è stato sancito oggi.
È particolarmente significativo che l'approvazione sia arrivata senza il sostegno di Cgil e Uil, due dei tre sindacati confederali. Le due sigle, che il 29 novembre saranno impegnate in uno sciopero generale di protesta contro la manovra, avrebbero voluto continuare a trattare per cercare di ottenere condizioni migliori. Ad esempio, hanno detto, un aumento di stipendio più alto che permettesse di recuperare il potere d'acquisto perso con l'inflazione degli ultimi due anni. Cisl, invece, insieme ad altre sigle ha appoggiato il nuovo contratto. Alla fine, il voto ha visto una maggioranza favorevole di appena il 54%.
Il contratto approvato oggi, come detto, copre il periodo 2022-2024. Quindi, tecnicamente, andrà in scadenza già tra pochi mesi. Per questo il governo Meloni ha già stanziato le risorse economiche – piuttosto limitate – sia per il rinnovo del contratto 2025-2027 (con aumenti previsti da circa 160 euro al mese, in media) che per quello del 2028-2030. Su questa base, le nuove trattative potrebbero anche iniziare in tempi piuttosto rapidi, ma dovrà essere il governo a dare il via.