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Pagamento pensioni di novembre 2024, le date in calendario di Poste Italiane e ultime novità

Le prossime pensioni verranno accreditate il 4 novembre 2024 sui conti corrente, mentre dal 2 novembre 2024 è prevista l’erogazione in contanti agli sportelli postali. Vediamo come cambieranno i trattamenti con la Manovra economica 2025.
A cura di Daniela Brucalossi
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Le prossime pensioni verranno accreditate lunedì 4 novembre, primo giorno bancabile del mese, ai titolari che hanno scelto di riceverle su conto corrente, libretti di risparmio, conti BancoPosta, Postepay Evolution, carte Postamat o carte libretto. Mentre i pensionati che abitualmente ritirano i trattamenti in contanti alle Poste potranno recarsi agli sportelli a partire da sabato 2 novembre. Poste Italiane ricorda che il pagamento in contanti è ammesso solo per gli importi complessivi fino a 1.000 euro netti.

Anche a novembre, continuano le operazioni di conguaglio del modello 730/2024 per quei pensionati che hanno scelto l’Inps con sostituto d’imposta. Nel caso in cui il contribuente sia a credito, sulla pensione verrà accreditato il rimborso Irpef spettante. In caso di debito, invece, saranno applicate le trattenute.

Per verificare l'importo esatto della pensione di novembre è necessario controllare l'apposito cedolino. La modalità più semplice è accedere a MyInps sul portale dell’Istituto tramite Pin, Spid, Carta d'Identità Elettronica (Cie) o Carta Nazionale dei Servizi (Cns).

Vediamo come potrebbero cambiare i trattamenti previdenziali con la legge di bilancio 2025, ora all'esame del Parlamento.

Quando pagano le pensioni di novembre 2024, il calendario di Poste Italiane

Le prossime pensioni potranno essere ritirate in contanti agli sportelli postali a partire da sabato 2 novembre 2024, essendo il 1º novembre un giorno festivo.

Poste Italiane ricorda che il pagamento in contanti è ammesso solo per gli importi complessivi fino a 1.000 euro netti. Se l’importo spettante supera tale limite, il beneficiario è tenuto a comunicare all’Inps una modalità alternativa di pagamento.

I possessori di carta di debito associate a conti/libretti o di Postepay Evolution potranno prelevare in contanti dagli ATM Postamat della provincia, senza recarsi allo sportello.

Pagamento pensioni di novembre 2024 in banca: le date

L'Inps ha fatto sapere che i titolari di pensione che hanno scelto di ricevere il trattamento mediante accredito su conto corrente, libretto di risparmio, conto BancoPosta, Postepay Evolution, carta Postamat o carta libretto lo vedranno erogato lunedì 4 novembre 2024.  Si tratta, infatti, del primo giorno bancabile del mese.

Come controllare il cedolino della pensione

Il cedolino della pensione – tramite il quale è possibile verificare se il trattamento ha subito delle modifiche nell'importo, ad esempio con rimborsi e trattenute del 730 – può essere consultato facilmente sul portale online dell'Inps seguendo questa procedura:

  • effettuare l'accesso a MyInps sul portale tramite Pin, Spid, Carta d'Identità Elettronica (Cie) o Carta Nazionale dei Servizi (Cns);
  • tramite la bacheca principale entrare nella sezione "Prestazioni e servizi";
  • cliccare su "Cedolino pensione e servizi collegati”.

Come potrebbero cambiare le pensioni con la prossima Manovra 2025

Il disegno  di legge di bilancio 2025 ha avviato l'iter di approvazione alla Camera lo scorso 23 ottobre. Com'era previsto, in materia di pensioni, la Manovra economica non contiene nessuna riforma strutturale per superare la legge Fornero.

Per quanto riguarda l'uscita anticipata dal mondo del lavoro, non ci sono cambiamenti: vengono prorogate Quota 103 (l'assegno sarà interamente calcolato con il sistema contributivo), Ape sociale e Opzione donna. La pensione di vecchiaia rimane invariata: si conquista con 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi.

In materia di indicizzazione delle pensioni all'inflazione, dal 2025 si ritorna al sistema dei tre scaglioni (il governo Meloni aveva introdotto il parametro delle sei fasce). Significa adeguamento al 100% del tasso d'inflazione per gli assegni di importo fino a quattro volte il trattamento minimo, al 90% per le pensioni di importo compreso tra quattro e cinque volte il minimo e  al 75% per quelle di importo superiore a cinque volte il minimo.

Mentre, per quanto riguarda le pensioni minime, la rivalutazione sarà più contenuta dello scorso anno: del 2,2% nel 2025 e del 1,3% nel 2026 (contro il 2,7% nel 2024). Questo vuol dire che, nel 2025, l'accredito passerà dagli attuali 617 euro a 614,77 euro.

Le novità sulle pensioni anticipate nella prossima legge di bilancio

Anche nel 2025, uscire prima dal mondo del lavoro non sarà così facile. Nel disegno di legge di bilancio, ora all'esame del Parlamento, la pensione anticipata prevista dalla Legge Fornero rimane invariata (42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica).

Quota 103 (62 anni d'età e almeno 41 anni di contributi) è stata confermata e gli assegni saranno calcolati interamente con il sistema contributivo e non con il sistema misto. Inoltre, fino al compimento dei 67 anni, l'assegno non potrà superare i 2.272 euro lordi mensili (quattro volte il trattamento minimo), adeguati alla rivalutazione.

Per il 2025, è stato prorogaro anche l'Ape sociale (la possibilità, per alcune categorie di lavoratori in situazioni di disagio, come disoccupati, invalidi e caregiver, di andare in pensione anticipata a 63 anni e 5 mesi oppure con 36 anni di contributi per coloro che svolgono lavori particolarmente gravosi).

Prorogata per il prossimo anno anche Opzione donna, destinata alle caregiver che assistono un coniuge o un parente di primo grado da sei mesi, alle invalide civili al 74%, alle lavoratrici licenziate o alle dipendenti di aziende in crisi. La pensione sarà ricalcolata con il metodo contributivo e l'età minima per accedervi sarà 61 anni.  Che diventeranno 60 per le donne con un figlio e 59 per quelle con due figli.

Invece, coloro che hanno cominciato a lavorare durante la minore età potranno accedere a Quota 41, il ritiro dal lavoro con 41 anni di contributi. Ma solo se prima dei 19 anni hanno lavorato per almeno 12 mesi e se rientrano nelle categorie valide anche per l’Ape sociale.

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