A Gaza un solo pianoforte è “sopravvissuto” alla guerra: ora è un simbolo di resistenza e speranza
In tutta la Striscia di Gaza, in oltre 360 chilometri quadrati di territorio devastati da oltre un anno di bombardamenti e massacri israeliani, è rimasto un solo pianoforte a coda da concerto. A scoprire il prezioso strumento musicale, tra le tonnellate di macerie del Conservatorio nazionale "Edward Said", succursale gazawi della scuola di musica palestinese, è stato Khamis Abu Shaban, un insegnante di chitarra scampato ai raid aerei. L'uomo alcuni giorni fa ha deciso di provare a rientrare nell'edificio in cui, prima dell'ottobre del 2023, centinaia di giovani studenti imparavano a suonare e affidavano alla musica la speranza di riuscire, prima o poi, a trovare la libertà e andarsene dalla più grande prigione a cielo aperto del mondo, la Striscia di Gaza.
"Più della metà dell'edificio in cui sorgeva il Conservatorio è andata a fuoco – ha raccontato alla BBC Khamis Abu Shaban -. Tutti gli strumenti sono stati distrutti e molti sono stati gettati per strada. C'erano più di 50 violini e 40 violoncelli, ma non è rimasto intatto niente". Nel conservatorio erano riposti oltre 400 strumenti sia occidentali che di musica tradizionale araba come l'oud, il qanun e il nay, un tipo di flauto. Nessuno di loro era rimasto intatto. Poi, però, vide ha notato qualcosa che lo ha fatto sperare. "L'unico strumento non scalfito dai bombardamenti era il pianoforte a coda. Onestamente, ho sorriso quando l'ho visto", ha raccontato.
Si tratta di uno Yamaha evidentemente molto fortunato. Non solo è riuscito a resistere a oltre un anno di quotidiani raid aerei israeliani, ma era sopravvissuto anche a una precedente guerra a Gaza, quella del 2014. In quell'occasione aveva riportato pochi danni superficiali che erano stati riparati da un restauratore dando la possibilità a centinaia di aspiranti musicisti palestinesi di suonare. "Ho iniziato a parlare al pianoforte", ha raccontato Khamis. "Gli ho chiesto: ‘Sei l'unico sopravvissuto tra tutti gli strumenti? Non vuoi morire, eh?‘ Ho riso davvero".
"La vita continua e, nonostante tutta questa morte intorno a noi, le persone hanno bisogno di qualcosa che possa renderle… non felici – nessuno può felice in questo periodo – ma di qualcosa che possa farle sorridere, che permetta loro di continuare a vivere", continua Khamis. Quel pianoforte è una di quelle cose. "Lo vedo ancora lì, davanti a me", ride. "Mi dice: ‘Non sono uno che muore. Sono ancora qui per te. E resterò'".