Trento, si vota su orsi e lupi. Comitato Andrea Papi: “Trovare soluzioni per una giusta convivenza”
In Provincia di Trento ci sono valli che si muovono per votare contro la presenza di orsi e lupi sul territorio. Già domenica 27 ottobre la Val di Sole va alle urne sulla scia delle 6.173 firme raccolte tra il 24 e il 28 luglio.
Una consultazione elettorale di indirizzo politico promossa dal Comitato "Insieme per Andrea Papi" che mette al centro la convivenza tra uomo e orso, tema sempre più polarizzato a livello locale. Anche in ragione delle aggressioni che vengono registrate e le conseguenti richieste di maggior sicurezza che emergono nel dibattito pubblico. Ultima quella del fungaiolo rimasto ferito tra i boschi di Bleggio Superiore.
A scegliere la data e la modalità di voto è stato il consiglio dei sindaci della Valle di Sole giovedì 17 ottobre. Previsti 20 seggi aperti istituiti in 13 comuni: Caldes, Cavizzana, Commezzadura, Croviana, Dimaro Folgarida, Malé, Mezzana, Ossana, Peio, Pellizzano, Rabbi, Terzolas e Vermiglio.
Dalle ore 8 fino alle 20, perciò, seggi aperti. Sulla scheda c'è una domanda precisa: "Ritieni che la presenza di grandi carnivori quali orsi e lupi, in zone densamente antropizzate come le Valli di Sole, Peio e Rabbi, sia un grave pericolo per la sicurezza pubblica e un danno per l'economia e la salvaguardia di usi, costumi e tradizioni locali?".
Il Comitato promotore: "La Provincia di Trento dovrà ascoltarci"
La Val di Sole fa da apripista con questa consultazione popolare, dato che si stanno muovendo anche altre comunità. "La Val di Non andrà al voto a novembre, Val Rendena e Giudicarie tra dicembre e inizio gennaio – spiega a Fanpage.it Pierantonio Cristoforetti, presidente del Comitato Insieme per Andrea Papi -. La raccolta firme è partita anche nella Valle dei Laghi e nell'altopiano della Paganella. Tutte queste zone rappresenterebbero il Trentino Occidentale unito, l'area dove c'è la presenza più massiccia di popolazione orsina".
Un primo sentore del sentimento della popolazione trentina riguardo alla presenza dell'orso sul territorio l'aveva fotografato la società di ricerche Bva Doxa a inizio agosto. Dal sondaggio realizzato su un campione di 1.200 persone (sentite tra il 21 giugno e l'8 luglio, periodo dei ripetuti avvistamenti di Kj1) è emerso che il 73% dei trentini è contrario. Ben il 32% dei residenti considera la presenza "per niente gradita", il 41% "poco gradita".
Qual è il valore della consultazione di domenica 27 ottobre? "Non è solo simbolico – sostiene Cristoforetti -, bensì rappresenta uno stimolo alle istituzioni, dai sindaci al Consiglio Provinciale, per far luce sulla sensazione di pericolo delle persone e un esempio di democrazia dal basso, basata su un tema di interesse pubblico come definito dallo Statuto della comunità. Ormai il numero di orsi è eccessivo rispetto alla portata limitata di territorio e alla presenza antropica, il che genera rischi per l'incolumità di abitanti e turisti nel corso degli avvistamenti".
Cristoforetti è ottimista in vista degli esiti delle consultazioni. Per questo, crede che "ci sarà un'affluenza consistente che potrebbe perfino superare il voto delle scorse provinciali". Se davvero andasse così? "La politica della Provincia dovrà ascoltare il sentimento popolare – risponde -, considerando l'idea di richiedere una modifica della normativa europea sulla protezione degli orsi, declassandone il grado di conservazione della specie e creando un piano di gestione che preveda il suo abbattimento qualora vengano superati parametri antropici di tipo sociale".
Quanti sono gli orsi in Trentino
La popolazione degli orsi in Trentino è in aumento. Dal rapporto Grandi Carnivori della Provincia di Trento del 2023, è stata stimata la presenza di 98 orsi con oltre un anno di età, dall'intervallo di confidenza tra 86 e 120 (nel 2021 erano 85, con un intervallo tra 79 e 105). In linea con il 2022 le cucciolate, intorno a 14 unità.
Sono 8 gli esemplari deceduti l'anno scorso, di cui 2 uccisi da altri orsi, uno per causa non accertabili, uno per investimento e 5 per motivi non ancora noti all'amministrazione provinciale.
Dallo studio di Ispra e Museo delle Scienze di Trento del 2021 emerge poi una stima sulla percentuale di orsi che avrebbero sviluppato un comportamento confidente tale da creare disagi. Entro il 2026 il testo prevede che 5 nuovi esemplari potrebbero manifestarli al punto da prevedere l'uccisione o la cattività.
In aggiunta, dal 2005 al 2020 sono stati al massimo 3 gli orsi che ogni anno hanno evidenziato comportamenti problematici per la prima volta. "Il punto, però, è uno – ribatte Cristoforetti -, come mai siamo arrivati a questa situazione? È una situazione in cui le persone che abitano in prossimità dei boschi hanno paura di uscire di casa. Non vogliamo far scomparire tutti gli orsi, ma trovare soluzioni per una giusta convivenza".
Qual è una soluzione? "L'adozione del modello che troviamo in Slovenia, Romania, Svezia e Finlandia – conclude Cristoforetti -, ovvero la mediazione e l'accettazione della presenza antropica assieme a quella orsina. In altre parole, l'equilibrio tra portata zoologica e portata sociale, badando alle esigenze del territorio".