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Come cambiano le rate dei mutui ora che la Bce ha tagliato i tassi d’interesse

La Banca centrale ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base, portando così il tasso sui depositi (quello più importante per i mutui) al 3,25%. La decisione avrà delle conseguenze su chi ha già un mutuo a tasso variabile, ma anche per chi vuole chiedere un nuovo prestito. Ecco le ipotesi su quanto potranno scendere le rate e chi risparmierà di più.
A cura di Luca Pons
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Come atteso, la Banca centrale ha deciso di continuare con i tagli: ieri ha ridotto i tassi d'interesse di 25 punti base, con il terzo ribasso da giugno e il secondo consecutivo dopo il vertice di settembre. In questo modo, a partire dal 23 ottobre il tasso di rifinanziamento principale scenderà al 3,40%, quello di rifinanziamento marginale al 3,65%, e soprattutto il tasso sui depositi calerà al 3,25%.

Quest'ultimo è un indicatore particolarmente importante per chi ha un mutuo. La sua discesa significa anche che, molto probabilmente, nelle prossime settimane le condizioni dei prestiti diventeranno più vantaggiose sia per chi ha un tasso variabile, sia per chi vuole accendere un nuovo mutuo.

Il tasso sui depositi è sostanzialmente quello che le banche pagano per depositare dei soldi per un breve periodo alla Bce. Al di là dei tecnicismi, questo tasso influenza strettamente l'indice Euribor, che chi ha già cercato un prestito potrebbe conoscere. L'Euribor (in particolare quello a tre mesi) è l'indice più osservato dalle banche per stabilire i tassi da usare per i mutui a tasso variabile. Così, tramite questa ‘catena', il taglio della Banca centrale europea dovrebbe portare a rate più basse per chi ha un mutuo variabile. E non solo.

Quanto risparmia chi ha un mutuo a tasso variabile

La stima dell'associazione di consumatori Codacons è che il risparmio potrebbe arrivare a 30 euro al mese. Ad esempio, per un mutuo a tasso variabile tra i 100mila e i 200mila euro, da restituire in vent'anni, si dovrebbe risparmiare tra i 13 e i 27 euro al mese, quindi tra i 156 e i 324 euro all'anno. Se lo stesso prestito è da restituire in trent'anni, il risparmio potrebbe essere tra i 15 e i 30 euro al mese, quindi 180/360 euro all'anno.

Un ultimo esempio intermedio: per un prestito da 125mila euro, con scadenza a 25 anni, il risparmio previsto è di circa 17 euro la mese, ovvero 204 euro all'anno. Si tratta naturalmente di stime che possono variare a seconda delle condizioni offerte dalla propria banca. Lo stesso vale per la stima di idealista: dall'inizio dell'anno un mutuo da 200mila euro (scadenza a 30 anni) avrebbe visto la rata scendere da 1026 euro a 925 euro – quindi oltre cento euro al mese.

Cosa cambia per i mutui a tasso fisso

Il nuovo taglio della Bce non avrà effetti positivi solo per chi ha già un mutuo, ma anche per chi ne cerca uno. Che sia a tasso variabile o a tasso fisso, le condizioni miglioreranno progressivamente, come hanno fatto anche nelle ultime settimane. La federazione dei bancari (Fabi) ha fatto un calcolo: nel 2023, i tassi dei mutui superavano in media il 5%; ad agosto di quest'anno erano scesi al 3,59%, e ora potrebbero arrivare fino al 3,20%. Così, un prestito da 200mila euro in 25 anni sottoscritto oggi invece di un anno fa vedrebbe un risparmio complessivo pari a 70mila euro in meno di rate da pagare.

Così come l'Euribor è l'indice di riferimento per i mutui a tasso variabile, l'Eurirs è quello per i mutui a tasso fisso. Il primo è sceso decisamente, ma il secondo al momento è ancora ben più basso: oltre cento punti base, quindi l'1% in meno, rispetto all'Euribor. Questo rende – al momento, e comunque sempre a seconda delle singole offerte – più convenienti i tassi fissi. Bisogna comunque considerare che la Banca centrale ha fatto capire che i tagli non si fermeranno qui, anche se bisognerà continuare a valutare l'andamento dell'economia.

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