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Che tempo farà il prossimo inverno e perché in Europa la Niña non avrà effetti: le previsioni di Giulio Betti

Il climatologo Giulio Betti: “Il prossimo trimestre sarà meno caldo rispetto agli anni scorsi. Intendiamoci: l’anomalia termica sarà comunque positiva, ma sarà anche più contenuta rispetto agli inverni eccezionalmente caldi degli ultimi 4/5 anni”.
Intervista a Giulio Betti
Climatologo presso il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) e l’Istituto di Bioeconomia del CNR di Firenze
A cura di Davide Falcioni
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Quella del 2024 è stata l'estate più calda mai registrata nella regione europea, con 1,54°C in più rispetto alla media 1991-2020. Tuttavia il trend non è fortunatamente destinato a confermarsi anche nel prossimo inverno, che farà registrare invece valori termici più vicini alla norma – dunque più freschi – rispetto agli inverni passati, caratterizzati da una drammatica carenza di neve persino su Alpi e Appennini.

A spiegarlo, interpellato da Fanpage.it, Giulio Betti – climatologo presso il Consorzio LaMMA (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) e l’Istituto di Bioeconomia del CNR di Firenze – secondo cui l'inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni non sarà da attribuire alla Niña (modello climatico naturale che influenza il meteo globale, caratterizzato da temperature oceaniche più fredde della media nel Pacifico equatoriale) bensì a dinamiche del tutto indipendenti da essa: "La Niña generalmente non impatta sull'Europa in maniera significativa, a meno che non si tratti di un evento molto forte, come accaduto nel triennio 2020-2022. Non penso quindi che questo fenomeno avrà conseguenze importanti sul Vecchio Continente, a differenza di quanto accadrà invece negli Stati Uniti, Canada e America Latina. La dinamica climatica europea non dipenderà dalla Niña bensì da altri fattori".

Come sarà quindi il prossimo inverno? "Stando ai dati attualmente a nostra disposizione – spiega ancora Betti – sembrerebbe che il prossimo trimestre – quello di novembre, dicembre e gennaio – sarà meno caldo rispetto agli anni scorsi. Intendiamoci: l'anomalia termica sarà comunque positiva, ma sarà anche più contenuta rispetto agli inverni eccezionalmente caldi degli ultimi 4/5 anni. Sull'Europa centrale e il centro-nord Italia i principali modelli climatici indicano temperature nella media o leggermente superiori. L'inverno, quindi, sarà quasi normale". Questo significa che la neve potrebbe finalmente tornare a cadere sulle montagne e rimpinguare le esigue riserve idriche, necessarie soprattutto nei mesi estivi.

Attenzione, però, perché le precipitazioni non saranno più abbondanti rispetto alla media. "Non dovrebbero esserci grandi anomalie da quel punto di vista. Durante le fasi di Niña forte le alte pressioni risultano più frequenti e intense sul bacino del Mediterraneo riducendo la probabilità di precipitazioni. Quest'anno l'evento si annuncia molto debole, pertanto le piogge non dovrebbero discostarsi molto dai quantitativi medi tipici di una stagione normale". Il climatologo infine avverte: "Tuttavia dobbiamo prestare attenzione. Oceani e mari sono ancora eccezionalmente caldi. Quindi, a parità di perturbazioni che transiteranno, l'energia a disposizione sarà maggiore e le precipitazioni potrebbero essere più intense".

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