video suggerito
video suggerito

Senigallia, il 15enne suicida aveva cercato online come si usa una pistola. Mamma consegna sms ai carabinieri

Sebbene il ragazzo non avesse mai maneggiato un’arma, è riuscito comunque a caricare un colpo in canna probabilmente informandosi online. Spiega Perricci che “ormai su internet si trova di tutto come fare. Il 15enne aveva progettato di morire”.
A cura di Davide Falcioni
1.013 CONDIVISIONI
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

L.C., il 15enne di Senigallia che nella notte tra domenica e lunedì si è suicidato in un casolare nella frazione di Montignano utilizzando la pistola del padre vigile urbano, aveva di recente preso un brutto voto a scuola. È quanto emerso dai primi accertamenti effettuati dai carabinieri della Compagnia di Senigallia dopo il ritrovamento del corpo del giovane, avvenuto lunedì mattina, grazie ad un drone impiegato nelle ricerche.

L'adolescente avrebbe preso una insufficienza che potrebbe aver turbato ulteriormente il suo stato emotivo già minato dagli episodi di bullismo denunciati dalla famiglia. I genitori del 15enne questa mattina sono tornati dai carabinieri di Marzocca, frazione di Senigallia, per fare una integrazione alla querela che indica nomi e cognomi dei compagni di scuola che avrebbero per mesi vessato il figlio, presentata già lunedì pomeriggio.

La madre, in particolare, ha consegnato i messaggi whatsapp che il figlio le aveva inviato raccontando di aver parlato, lo scorso 9 ottobre, con un docente di sostegno della scuola (ma non della sua classe), al quale aveva rappresentato il suo disagio e la volontà di cambiare classe o anche istituto. Gli sms confermerebbero ulteriormente il disagio che lo studente viveva per gli atteggiamenti vessatori di alcuni compagni.

Gli dicevano: "Sei una femminuccia"

Alcuni di loro, come emerso dagli interrogatori, lo prendevano in giro "per il suo cognome che finisce con la ‘a' e gli dicevano ‘sei una femminuccia'", racconta una ragazza. Un altro giovane ha riferito che dopo la scoperta del corpo senza vita di L.C., "un ragazzo ha inveito contro uno dei bulli e gli ha detto ‘guarda cosa hai combinato'. E quello per tutta risposta lo voleva picchiare".

Il padre: "Se ne deve parlare perché non capiti ad altri"

"Il dolore per la morte di mio figlio mi toglie il respiro, ma se ne deve parlare perché non capiti ad altri. I giovani oggi sono sempre più disumani e noi dobbiamo fare da scudo alle fragilità dei più sensibili". Sono le poche parole che il padre di L.C. ha affidato all'avvocato Pia Perricci come riferisce oggi La Stampa. Nelle parole della madre, sempre affidate alla legale che assiste la famiglia, l'invocazione di una maggiore attenzione all'emergenza bullismo: "Nessuno mi restituirà mio figlio, ma almeno spero sia fatta giustizia perché con tutti quegli insulti me lo hanno distrutto".

L'avvocato: "Aveva progettato di morire"

Nel frattempo l'avvocato della famiglia Pia Perricci in un'intervista ad Ancona Today ha sollevato l'ipotesi che il 15enne avesse a lungo premeditato di farla finita. La legale infatti ha raccontato che l'adolescente "aveva staccato il wi-fi in casa perché c’erano delle telecamere e per non farsi vedere che stesse prendendo l’arma e stesse uscendo perché una telecamera era puntata proprio in direzione del luogo dove era custodita la pistola". Arma che però sarebbe stata scarica: "Era in sicurezza e non aveva colpi in canna, custodita in cassaforte con una sola chiave e l’aveva il padre; prima di andare letto il figlio se n'è impossessato e ha aperto la cassaforte".

Sebbene il minorenne non avesse mai maneggiato un'arma, è riuscito comunque a caricare un colpo in canna probabilmente informandosi online. Spiega Perricci che "ormai su internet si trova di tutto come fare. Il 15enne aveva progettato di morire".

La lettera aperta del preside della scuola frequentata dal 15enne

In una Senigallia costernata e avvolta dal dolore è stata diffusa una lettera aperta scritta dal dirigente scolastico dell'istituto ‘Alfredo Panzini', Alessandro Impoco: "Facciamo uscire i demoni che ci tormentano, quelli che chiudiamo dentro di noi fino al momento che escono incontrollati, prepotenti, per prendere il sopravvento. Ma allo stesso tempo spieghiamo ai ragazzi l'importanza di non parlare (o peggio ‘sparlare') di fatti di cui non si ha effettiva conoscenza o non si siano prima e con certezza verificate le fonti".

La missiva del preside – che la legale della famiglia del giovane, avvocato Pia Perricci giudica "inaccettabile" perché di fatto invita "a non parlare" – inizia spiegando che "l'intera comunità scolastica si stringe alla famiglia e agli amici di L.C.". "Ci tengo a riportare solo un pessimo esempio che ha reso questa tragica giornata ancora più difficile. Stamattina (ieri 15 ottobre, ndr) qualcuno ha dapprima diffuso la circostanza che un ragazzo armato era chiuso dentro la scuola, creando panico nell'intera città, tra studenti e famiglie, anche nelle scuole di primo grado e gettando cosi ombre su un ragazzo d'oro come L.C.. Subito dopo la tragica notizia della sua morte – prosegue – è poi cominciata la caccia al bullo incolpando prima uno poi l'altro tra i ragazzi di questa e di altre scuole, senza che ci fossero effettivi indizi o verità che, del resto, non spetta a noi cercare, ma, semmai, alle autorità competenti. Questo è il dramma che si cela dietro alle comunicazioni sbagliate, alle mistificazioni e all"aprire bocca senza pensare'. Ed è anche il dramma delle generazioni iper connesse che in un attimo possono bruciare l'anima e la vita di chiunque ne sia vittima. Vi prego tutti – l'appello del preside -, riflettete su questo. Dobbiamo comunicare di più e meglio. Le parole sono preziose, quelle giuste, dette con spirito costruttivo possono curare. Quelle sbagliate, mosse da sentimenti negativi, possono creare ferite profonde che sanguinano senza fine".

Si indaga per istigazione al suicidio

Intanto ieri l’autopsia effettuata dal medico legale Eva Montanari ha confermato che la morte di L.C. è stata causata dallo sparo di un solo colpo di pistola. Il decesso sarebbe avvenuto istantaneamente, e poco dopo aver lasciato la casa del padre. Domani il funerale, alle 15.30, nella chiesa di Montignano. La Procura, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, ha affidato una perizia informatica all’analista forense Luca Russo che in 60 giorni dovrà analizzare cellulare, computer e playstation del minorenne per trovare ulteriori conferme degli atti di bullismo subiti dal 15enne.

1.013 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views