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Sammy Basso, dalla Cina l’ultimo post sui social prima della morte: “Piccoli passi per fare la differenza”

L’ultimo post pubblicato da Sammy Basso su Instagram tre giorni prima della morte e la foto dalla Cina: “Ad oggi qui sono stati identificati più o meno 20 pazienti con Progeria. Si sta lavorando per raggiungere ulteriori 60 casi che secondo statistiche mancano all’appello! Piccoli passi per fare la differenza”.
A cura di Ida Artiaco
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"Ad oggi in Cina sono stati identificati più o meno 20 pazienti con Progeria. Si sta lavorando per raggiungere ulteriori 60 casi che secondo statistiche mancano all'appello! Piccoli passi per fare la differenza". Solo 3 giorni fa scriveva così Sammy Basso sulla propria pagina Instagram dalla Cina, con tanto di foto, pubblicata anche dall'Associazione Italiana Progeria, che lui stesso ha fondato. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il post successivo condiviso proprio sul profilo della Onlus sarebbe stato dedicato alla notizia della morte del 28enne, conosciuto per essere il più longevo al mondo ad essere affetto dalla malattia di Hutchinson-Gilford (SPHG) caratterizzata da un invecchiamento accelerato.

Sammy era rientrato da poco in Italia dalla Cina quando si è sentito male in un ristorante: a nulla sono valsi i soccorsi arrivati immediatamente sul posto. Aveva raccontato il viaggio sul suo profilo Instagram. In un filmato, girato all'aeroporto di Vienna in attesa di imbarcarsi su un volo per Shanghai diceva: "Sono super eccitato, è la prima volta in Cina e sono molto curioso. Sarà un viaggio importante perché questo paese è molto importante per la progeria. Incontreremo le famiglie con i pazienti e gli scienziati". "Un viaggio alla ricerca di nuovi traguardi scientifici", scriveva il 28enne, laureato in Biologia, nel post che accompagna il video.

Il ragazzo ha viaggiato tantissimo nella sua vita. Molti ricorderanno il docu-film per National Geographic intitolato "Il Viaggio di Sammy" e realizzato lungo la Route 66, negli USA, da Chicago a Los Angeles, con i genitori ed uno dei suoi migliori amici, Riccardo. Sammy, oltre che nell'ambito scientifico, era molto impegnato anche nel dialogo con i giovani per far conoscere loro la progeria e far accettare la diversità.

"Si può non essere perfetti, non serve essere perfetti per fare qualcosa. L'importante è fare, e non è mai troppo tardi per fare qualcosa", ha detto durante una delle sue ultime interviste, ai microfoni di Rai3 Veneto, in occasione di un incontro pubblico con i giovani dei licei di Mestre. "La scuola è il banco di prova – diceva Sammy – perché sei ancora un po' nel nido, ma sei anche nel mondo. Ci sono delle ingiustizie a scuola, ma insegnano a crescere". Poi il concetto di tempo: "Ai ragazzi d'oggi – ha aggiunto – è negato proprio il il tempo di capire cosa vogliono fare, questa idea di performance che deve sempre essere al massimo, non si da' il giusto valore al fallimento. Non sono un esempio, ma se qualcosa i ragazzi possono imparare da me è che si può sbagliare, che si può non essere perfetti, non serve essere perfetti per fare qualcosa. A volte le persone vorrebbero fare, ma pensano di essere troppo ‘vecchi' per fare le cose. Alla fine cos'è l'età ? non c'è nemmeno un corrispettivo biologico dell'età. Cos'è ? Basta fare".

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