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Concordato preventivo biennale nel dl Omnibus: cos’è il ravvedimento speciale e perché si parla di condono

Approvato il decreto Omnibus in Senato con il voto di fiducia. Tra le principali novità ci sono le modifiche al concordato preventivo biennale, con l’arrivo di una sanatoria che può coprire eventuali mancati versamenti di imposte nel periodo 2018-2022.
A cura di Annalisa Cangemi
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Approvato il decreto Omnibus in Senato. Il provvedimento ora passa alla Camera ed è in scadenza l'8 ottobre. Tra le novità più rilevanti ci sono le modifiche al concordato preventivo biennale, con l'introduzione di una sanatoria che può coprire eventuali mancati versamenti di imposte nel quinquennio 2018-2022.

Il concordato preventivo biennale, in scadenza a fine ottobre, è in pratica un accordo tra il Fisco e le partite IVA, che può servire all'esecutivo ad assicurarsi altre risorse per la legge finanziaria, visto che secondo le stime del Mef l’Irpef dei lavoratori autonomi è evasa per circa il 70%. Non è facile quantificare quanto potrebbe raccogliere lo Stato con questa misura, perché dipende dal numero di cittadini che sceglieranno di aderire. In modo ufficioso si parla comunque di 2 o 3 miliardi. La misura ha un costo, spalmato nei prossimi 5 anni, poco meno di un miliardo di euro.

Cosa è il ravvedimento fiscale per gli evasori e come funziona

Il concordato preventivo funziona così: l'Agenzia delle Entrate propone le tasse da pagare per i 2 anni a venire, e il contribuente può accettare o meno questa proposta. In cambio avrà minori controlli e qualche vantaggio: per questo è stato introdotto il ravvedimento fiscale. Un emendamento della maggioranza, che è stato approvato, dice che chi aderisce al ravvedimento fiscale può dichiarare redditi nascosti al fisco tra il 2018 e il 2022: i redditi emersi verranno tassati tra il 10 e il 15% e non sarà tassata almeno la metà dei redditi.

Il testo quindi offre a chi aderisce al concordato la possibilità di un ravvedimento speciale per il 2018-2022, con un'imposta sostitutiva dell'Irpef parametrata al livello di affidabilità fiscale. Il ravvedimento speciale permette ai contribuenti di versare "l'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali" calcolata in base alla "differenza tra il reddito d'impresa o di lavoro autonomo già dichiarato, alla data di entrata in vigore del decreto, in ciascuna annualità e l'incremento dello stesso".

Si tiene conto del punteggio Isa (Indicatore sintetico di affidabilità) di chi accede al beneficio. Si parte dal 5% per i soggetti con punteggio Isa pari a 10, 10% con Isa tra 9 e 10; 20% tra 6 e 8; 30% tra 4 e 6, 40% tra 3 e 4, e 50% sotto il 3. Lo stesso vale per l'Irap.

Inoltre il concordato preventivo biennale darà un altro vantaggio che riguarda le dichiarazioni 2018, 2019 e 2022. L'imposta sostitutiva di Irpef e Ires con relative addizionali è del 10% se l'Isa è superiore a 8, del 12% se l'Isa è tra 6 e 8 e del 15% sotto il 6. Per l'Irap invece l'aliquota è fissata al 3,9%. Per le annualità 2020 e 2021 le imposte sostitutive sono invece ridotte del 30%.

Il versamento dell'imposta sostitutiva dovrà essere effettuato in un'unica soluzione entro il 31 marzo 2025 oppure tramite rateizzazione mensile biennale "di pari importo maggiorate di interessi calcolate al tasso legale con decorrenza dal 31 marzo 2025".

Perché per le opposizioni è un condono per gli evasori

"Questo decreto nasce zoppo fin dall'origine, perché non so se vi siete accorti che abbiamo lavorato a tappe forzate in Commissione, con la continua ombra delle tre settimane di ritardo con cui ci stavamo accingendo ai lavori su questo provvedimento fondamentale per il Paese. Ritardo dovuto al fatto che il Consiglio dei ministri ha pensato bene di approvarlo, di vararlo, il 9 agosto, quando entrambe le Camere avevano già sospeso i lavori. Il problema è che tutte quelle belle misure che Damiani ha decantato cubano per qualche decina di milioni; la più fortunata – udite udite – è quella dei 100 milioni sul famoso bonus Natale, che io chiamo famiglia patriarcale. Invece per chi le tasse non le paga, per chi le vuole pagare il meno possibile o le vuole evadere del tutto, avete trovato due spiccioli in confronto ai 100 milioni per le famiglie: la finanziate infatti solamente con 990 milioni. Che saranno mai 990 milioni per gli evasori? Questo è il vostro modo di ragionare e di strizzare l'occhio ai furbetti, e lo fate sempre perché evidentemente sono il vostro bersaglio preferito, in senso positivo ovviamente", ha detto la senatrice pentastellata Elisa Pirro intervenendo in dichiarazione di voto sul dl Omnibus.

"Damiani dice che il ravvedimento non è un condono: una sottigliezza semantica scritta nella norma che però nei fatti si scontra dolorosamente con la realtà. Cosa fa infatti questa misura? Guarda a chi non ha pagato le tasse o non vuole aderire al vostro mirabolante concordato preventivo biennale, e garantisce che nessuno andrà a fare i controlli di quello che ha pagato o non pagato tra il 2018 e il 2022; e, siccome questo concordato è proprio indigesto, il governo mette in piedi pure il ricattino di sottofondo dicendo al furbetto che, se non aderirà, sarà inserito nelle liste selettive di soggetti da sottoporre ad accertamento. Praticamente passiamo dal fisco amico al ricatto di stato".

"Con il percorso di riforma fiscale stiamo costruendo un nuovo rapporto di fiducia con i contribuenti all'insegna del dialogo e della collaborazione. Il concordato preventivo biennale va in questa direzione, così come il ravvedimento speciale introdotto dal decreto omnibus per il periodo dal 2018 al 2022. Si parla di anni che sono stati particolarmente difficili a causa del Covid e delle conseguenze che tutti conosciamo", ha spiegato oggi il senatore e capogruppo di Forza Italia nella commissione Bilancio a Palazzo Madama, Dario Damiani, intervenendo al Giornale Radio.

E ha aggiunto: "Avevamo davanti a noi due strade: vessare i contribuenti, con il rischio di non incassare nulla, oppure introdurre un ravvedimento che consentisse di aumentare subito il gettito fiscale. Abbiamo scelto la seconda strada, permettendo il ravvedimento alle partite Iva che le tasse le vogliono pagare ma non hanno avuto la possibilità di farlo. È un intervento limitato dal quale ci aspettiamo un gettito di almeno un miliardo e mezzo. Ma non è un condono" ha detto, sottolineando che "il nostro obiettivo è sostenere tutti i contribuenti. Non solo le partite Iva ma anche i lavoratori dipendenti. Vanno in questa direzione gli interventi sul cuneo fiscale e sull'Irpef che porteremo avanti anche nella prossima manovra, dove contiamo di fare ancora di più anche per il ceto medio".

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