Peste suina, quasi 90mila maiali abbattuti in meno di 2 mesi negli allevamenti del nord Italia
Dalla fine di luglio 2024 al 19 settembre in Italia sono stati abbattuti, a causa dell'epidemia di peste suina africana (PSA), almeno 89.458 maiali. Il dato è contenuto in un dossier redatto dal Ministero della Salute che il governo italiano ha presentato a Bruxelles il 20 settembre e che Fanpage.it ha potuto visionare, documento che fotografa il disastro che si è consumato nel nostro Paese in meno di 60 giorni e che ha investito come un uragano decine di allevatori del nord Italia, oltre a centinaia di aziende dell'indotto, senza naturalmente dimenticare i più diretti interessati, ovvero i maiali contagiati e quelli a rischio di contrarre la malattia. In gran parte morti, o uccisi prima che si infettassero.
I focolai di PSA nelle province di Lodi, Pavia e Novara
Il documento, corredato da una dettagliata descrizione grafica della situazione epidemiologica italiana, illustra in particolare i focolai dal 28 agosto 2024 negli allevamenti dei suini domestici delle province di Lodi, Novara e Pavia. A Borghetto Lodigiano, ad esempio, il 28 agosto su 3.080 maiali ben 3.078 erano infetti da PSA: due sono morti spontaneamente, tutti gli altri sono stati uccisi. Lo stesso giorno la "mattanza" è proseguita a Marudo, Sant'Angelo Lodigiano e Torrevecchia Pia, dove sono stati abbattuti rispettivamente 1.467, 663 e 1.431 suini domestici. Nell'ultimo caso la malattia era stata riscontrata in un solo maiale dell'allevamento su 1.432, ma la sua estrema virulenza ha richiesto la soppressione anche di tutti gli altri.
Nei giorni seguenti altri focolai di PSA sono stati individuati a Linarolo, Castellazzo Novarese (1.821 maiali abbattuti), San Pietro Mosezzo (1.719), Casalvolone (2.927), Marudo (ben 5.534 suini uccisi) e Castiraga Vidardo. Dati ufficiali alla mano, dunque, dal 28 agosto al 13 settembre, in appena 15 giorni, sono stati soppressi 18.640 maiali in otto allevamenti del nord Italia.
L'esperto: "Presto arriveremo a 110 o 120mila capi abbattuti"
Il numero complessivo, però, è di 89.458 suini uccisi su 100.465 capi di bestiame dalla fine di luglio. "La differenza di circa diecimila capi tra quelli abbattuti e quelli presente nei focolai – spiega a Fanpage.it uno dei massimi esperti europei di peste suina africana – si può solo spiegare con notevoli, inaccettabili ritardi negli abbattimenti. Che si dovrebbero effettuare il prima possibile, per eliminare i capi infetti, fonte di contagio all’interno ma anche potenzialmente all’esterno dell’allevamento".
L'esperto fa inoltre notare quella che giudica una grave anomalia: al 20 settembre, data di presentazione del dossier a Bruxelles, in un allevamento di Castiraga Vidardo, in provincia di Lodi, tutti i 1.335 maiali erano affetti da PSA ma nessuno era deceduto. Come mai? "Questo numero è assolutamente irrealistico – spiega sempre a Fanpage.it l'esperto -. Pongo due domande: i dati sono stati raccolti correttamente oppure sono stati commessi degli errori? E inoltre: si può escludere che l’allevatore avesse la malattia in allevamento da 30 o 40 giorni e abbia fatto sparire centinaia di maiali morti? Spero che sia valida la prima ipotesi perché la seconda sarebbe gravissima, anche se ci sono stati già analoghi precedenti".
Ad ogni modo, il bilancio definitivo di questa crisi non può ancora essere stabilito, anche qualora non vi si dovessero verificare altri focolai, come conferma proprio l'esperto interpellato da Fanpage.it: "Quei quasi 90mila maiali abbattuti oggi sono sicuramente aumentati. Tra una settimana o due, quando si tirerà il bilancio di questa crisi ormai auspicabilmente in via di conclusione, si potrebbe arrivare a 110 o 120mila capi abbattuti nel giro di soli due mesi; purtroppo, la carenza di dati più esaustivi messi pubblicamente a disposizione dal governo non ci consente ad oggi di fare valutazioni più precise". Un disastro, ad ogni modo, "avvenuto soprattutto a causa delle lacune e dei ritardi con i quali chi di dovere a Roma e nelle regioni interessate non ha adottato tutte le misure necessarie a prevenire e a controllare meglio questi focolai".