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Ci sono novità sulla legge per la settimana corta, Scotto (Pd): “Presto in Aula, governo ci ascolti”

Tre proposte di legge – di Pd, M5s e Avs – per la settimana corta e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio sono in lavorazione da mesi alla Camera. Ora è arrivato un passo avanti, ha spiegato Arturo Scotto (Pd) a Fanpage.it: entro metà settembre via agli emendamenti, a ottobre in Aula. Questo è il piano, perlomeno. Ma sono ancora molti gli ostacoli. Prima trovare un accordo nell’opposizione, poi convincere maggioranza e governo.
A cura di Luca Pons
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Dopo mesi di attesa e lavorazione, le proposte di legge sulla settimana lavorativa corta – che prevedono una riduzione dell'orario lavorativo a parità di salario – sono pronte a fare un passo avanti. Al momento ci sono tre testi diversi: uno presentato da Alleanza Verdi-Sinistra, uno dal Movimento 5 stelle e uno dal Pd. Da aprile, la commissione Lavoro della Camera ci sta lavorando. Arturo Scotto, capogruppo del Pd in questa commissione, ha spiegato a Fanpage.it che è arrivato l'accordo per andare alla fase successiva: "Entro metà settembre si aprirà il termine gli emendamenti in commissione e verrà finalmente adottato un testo base. Noi puntiamo perché vada a ottobre in Aula".

Prima bisognerà trovare un accordo interno all'opposizione per portare avanti una proposta di legge unitaria. Poi, trovare il mondo di avere anche il supporto della maggioranza per far passare la legge. "Il governo deve convincersi che questa strada non solo fa bene al lavoro, ma anche al mondo dell'impresa", ha detto Scotto. Che ha delineato la "missione del Pd di Elly Schlein" per il prossimo anno: "Settimana corta, diritto alla disconnessione, lotta ai contratti precari e intermittenti, salari dignitosi come il salario minimo, congedi paritari: è arrivato il tempo della qualità del lavoro".

A che punto sono i lavori sulla settimana corta: le prossime tappe

Le tre proposte di legge sono state depositate in momenti diversi (quella di Avs risale all'ottobre 2022), ma è da aprile di quest'anno che la commissione Lavoro ha iniziato a lavorarci. Ora è arrivato il momento di concretizzare, ha detto Scotto: "Dopo quasi quaranta audizioni, comprese con quelle esperienze aziendali che hanno che hanno già avviato una sperimentazione della settimana corta – penso a Luxottica, Lamborghini, Intesa Sanpaolo – abbiamo chiesto che questa legge andasse avanti. Al Comitato ristretto abbiamo chiuso un accordo". Dunque, entro "metà settembre" via agli emendamenti, con un testo base. Poi "a ottobre in Aula, dopo che si sarà esaurita la discussione in commissione". Per evitare il caos della legge di bilancio, che arriverà tra ottobre e novembre.

Stringere i tempi è stato importante per evitare che il ddl "entrasse nel porto delle nebbie delle indecisioni e dei ritardi della maggioranza", ha spiegato Scotto. Infatti, il centrodestra è "in piena confusione rispetto a temi molto rilevanti" quando si parla di lavoro. Non a caso "in discussione alla Camera c'è un ddl collegato Lavoro di 23 articoli, depositato dal governo nel novembre dello scorso anno come provvedimento urgente. Il termine emendamenti è stato posto a metà marzo di quest'anno, e ancora la commissione non è riuscita a votare nemmeno un articolo". Il motivo è che "c'è una disparità di pareri tra ministero del Lavoro, Ragioneria dello Stato, relatore e ministero dell'Economia". Insomma, come detto, "piena confusione".

Il primo ostacolo: trovare un accordo tra Pd, Avs e M5s

Un passaggio fondamentale sarà quello con cui le tre proposte di legge di Pd, M5s e Avs dovranno diventare una sola. I contenuti dei tre ddl al momento hanno dei punti in comune, ma anche differenza significative. Alleanza Verdi-Sinistra chiede una settimana lavorativa di 34 ore, a parità di retribuzione, sia per i dipendenti che per i co.co.co. (con alcune eccezioni), finanziata in parte anche con un'imposta patrimoniale su chi ha più di tre milioni di euro. Il M5s propone di arrivare a 32 ore a settimana, incentivando i datori di lavoro con un esonero dai contributi. Il Pd vuole spingere sindacati e aziende a ridurre progressivamente l'orario di lavoro, con un fondo apposito, senza mettere paletti sul numero di ore.

Scotto ha aperto alle trattative: "Il mio auspicio è che si arrivi a un testo base unitario tra le opposizioni, come con il salario minimo. Noi siamo disponibili a mettere la nostra proposta a disposizione di M5s e Avs". Ci sono due punti fissi da cui partire, per il Pd: "Il primo è dare potere alla contrattazione tra le parti sociali. La sperimentazione deve passare sempre per un accordo tra le parti sociali, per chi firma i contratti collettivi nazionali comparativamente più rappresentativi". Il secondo è "un fondo per la riduzione dell'orario di lavoro. Esiste già il Fondo nuove competenze, creato nella scorsa legislatura e portato fino a un miliardo di euro dal ministro Orlando. Questo dovrebbe essere esteso anche alla riduzione dell'orario di lavoro".

L'appello al governo Meloni: "Siamo in una rivoluzione industriale, la politica deve agire"

Questi due punti serviranno, secondo Scotto, per "spingere la maggioranza a un'apertura". Infatti, "in passato ci sono state delle aperture sia da parte degli industriali, sia da alcuni settori del governo". Ma quando arriverà concretamente una proposta dalle opposizioni, come con il salario minimo, è possibile che l'esecutivo non sarà disposto a cedere.

Il governo "deve convincersi che questa strada non solo fa bene al lavoro, ma anche al mondo dell'impresa", ha insistito il deputato. "Non è vero, come dice la destra, che la riduzione dell'orario di lavoro incide sulla produttività: in questo Paese la produttività è bassa perché il lavoro precario, pagato poco e male, e perché non c'è una predisposizione a una riorganizzazione delle aziende che scommetta sull'innovazione. Se andiamo a vedere il numero di ore lavorate del nostro Paese, è nettamente superiore a Germania e Francia, ma l'indice di produttività è molto più basso".

Il punto per Scotto è che "siamo pienamente dentro una rivoluzione industriale", e "non c'è mai stata una rivoluzione industriale che non si sia portata appresso anche una riduzione significativa dell'orario di lavoro". Quindi o "lasciamo che queste cose le faccia da solo il mercato, che ovviamente le fa lasciando morti e feriti a terra", oppure "occorre che le faccia la politica". Come è già avvenuto in molti altri Paesi, "persino in Gran Bretagna, che ha avviato la sperimentazione nel periodo dei governi conservatori".

Settimana corta, disconnessione e non solo: "È la missione del Pd di Schlein"

Scotto, poi, ha presentato anche un altro ddl in tema di lavoro: una proposta di legge per riconoscere il diritto alla disconnessione. Un tema sempre più sentito con la diffusione del lavoro da casa, o smart working. "Chi non ne prende atto, anche a destra, si condanna a non parlare alle giovani generazioni e non parlare di futuro", ha affermato. "Abbiamo scoperto in pandemia quanto prezioso sia il tempo per la famiglia, le relazioni personali, per creare, imparare, svolgere un hobby. Più prezioso del bisogno di consumare e di produrre".

Per questo, il Pd propone alcune novità: "Innanzitutto tutte le comunicazioni fatte fuori dall'orario di lavoro sono vietate, a meno che non ci siano accordi tra le parti sociali. Qualsiasi lavoratore deve avere la possibilità, per un minimo di 12 ore dalla cessazione del turno lavorativo, di non ricevere comunicazioni dal datore di lavoro". Questo sarebbe estesi "anche ai lavoratori autonomi, per la prima volta". In più, per le aziende sopra i 15 dipendenti, "anche gli strumenti digitali per lavorare vanno forniti ai lavoratori, perché si può invadere la privacy degli strumenti individuali di chi lavora".

La proposta sulla settimana corta, così come quella sulla disconnessione, sono parte della "missione del Partito Democratico di Elly Schlein, che in questo anno è riuscita a parlare a una generazione che più di tutti ha subito gli effetti sulla qualità del lavoro sul livello di sfruttamento della pandemia". Il prossimo anno dovrà "essere caratterizzato da questa straordinaria mobilitazione per i diritti". Scotto ha concluso: "Settimana corta, diritto alla disconnessione, lotta ai contratti precari e intermittenti, salari dignitosi come il salario minimo, congedi paritari: è arrivato il tempo della qualità del lavoro. È la sfida dei prossimi anni del nostro Paese".

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