Sardegna: gazebo, barbecue e ombrelloni per la festa in spiaggia in area protetta. Interviene Guardia Costiera

La Guardia Costiera, come si vede in un video pubblicato sulla pagina Facebook dell’associazione “Amici di Talmone e Cala di Trana”, è intervenuta nei confronti di una sorta di party privato organizzata sulla spiaggia di Talmone, Palau, da un gruppo di ricconi.
A cura di Biagio Chiariello
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la festa in spiaggia in sardegna
la festa in spiaggia in sardegna

Due gazebo, un grosso barbecue, tavoli, sedie, casse acustiche e pure una rete per giocare a pallavolo. Si erano organizzati al meglio per quella festa privata, con un via vai di gommoni a motore, noncuranti degli altri bagnanti presenti sulla spiaggia libera di Talmone, precisamente a Porto Concato, gioiello del litorale di Palau, in Sardegna (provincia di Sassari). Ma sopratutto ignorando il fatto che la spiaggia è protetta da numerosi divieti, tra i quali quello di accedere con ombrelloni e sdraio.

Protagonisti i "ricchi vacanzieri dello yacht Rockit”, come evidenziato dal Comitato ‘Amici di Talmone‘ che ha denunciato sui social (e alla Capitaneria di Porto) quel via vai di gommoni, partito sin dalla prima mattinata di domenica 28 luglio, per portare sulla spiaggia tutto l'occorrente per la festa. Il proprietario dell'imbarcazione è un Paperone americano (Ceo founder di una catena di paninoteche, patrimonio stimato 1,7 miliardi di dollari).

"Nonostante i divieti dell’ordinanza balneare emessa dalla Regione Sardegna, il turismo cafone prosegue con la sua arroganza ad impattare negativamente l'ambiente", scrive sulla sua pagina Facebook l'associazione. Il party è stato, dunque, bloccato ancora prima di cominciare. "Sono stati accesi fuochi in spiaggia, che solo l'intervento della Guardia Costiera ha fermato", scrive il Comitato.

E ora dalla Capitaneria fanno sapere che sono in corso gli accertamenti per l'identificazione dei responsabili.

Gli ‘Amici di Talmone' denuncia anche il rischio di arrecare gravi danni all'ambiente marino: “La questione si ripresenta ormai da anni, nei periodi di maggior afflusso turistico. Le ancore dei diportisti causano danni irreparabili alla posidonia, strappandone ampie porzioni, sia durante la sosta sia quando tirano su l'ancora. La posidonia non si ricrea in modo naturale, se una prateria viene devastata dagli ancoraggi sarà danneggiata per sempre in maniera irreparabile. Bastano cinque minuti per distruggere ciò che la Natura ha fatto crescere in cento anni”.

E naturalmente ci sono anche pericoli per i bagnanti che spesso si trovano a nuotare fra i motori delle barche ormeggiate a pochi metri dalla riva: “A volte, come è successo la settimana scorsa, un gommone a motore entra addirittura nello spazio acqueo delle ‘Piscine’”.

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