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La scomparsa di Kata a Firenze

Racket degli affitti nell’ex hotel Astor occupato, in 4 a processo: tra loro anche lo zio di Kata

Andrà a processo lo zio materno della piccola Kata, la bimba scomparsa il 10 giugno 2023 nell’ex hotel Astor di Firenze. L’uomo è accusato di aver gestito il racket delle stanze all’interno della struttura occupata. Con lui a processo altre 3 persone.
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'ex hotel Astor
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Quattro persone andranno a processo con l'accusa di estorsione nell'ambito dell'inchiesta sul racket delle stanze nell'ex albergo occupato di Firenze, l'hotel Astor. Qui, nel giugno del 2023, è scomparsa la piccola Kata, la bimba di 5 anni sparita nel nulla il 10 giugno scorso. Di lei non si sono purtroppo più avute notizie: ancora nessuna svolta nell'inchiesta sulla sua sparizione, anche se gli inquirenti ritengono che sia strettamente legata al fenomeno del racket delle stanze. Tra gli indagati vi è infatti anche lo zio materno della bimba scomparsa, accusato di aver gestito in contrapposizione a un gruppo di altri residenti romeni, il racket degli affitti per l'ex albergo occupato.

Kata
Kata

In 4 sono stati rinviati a giudizio dal giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Firenze per il racket delle stanze nell'albergo. Secondo l'accusa, i 4 avrebbero compiuto nell'hotel estorsioni di denaro e violenze ad altri occupanti per gestire la situazione delle stanze. Una situazione che nel maggio del 2023 portò perfino a un tentato omicidio di un occupante. Il gup ha disposto l'inizio del processo l'8 aprile 2025.

Secondo gli inquirenti, il racket all'interno dell'albergo sarebbe strettamente collegato alla scomparsa della piccola Kata. La bimba potrebbe essere stata portata via, secondo chi indaga, da qualcuno che voleva vendicarsi nell'ambito della gestione degli affitti delle stanze o come "punizione" nei confronti della famiglia della bambina. Secondo gli inquirenti, la bimba sarebbe infatti stata portata via per colpire lo zio, uno dei 4 uomini a processo per la gestione del racket delle camere nella struttura abitata abusivamente.

Per l'accusa, lo zio della bimba faceva parte del gruppo sudamericano che, in contrapposizione ad alcuni residenti rumeni, gestiva il racket degli affitti.

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