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Conflitto Israelo-Palestinese

Noa Argamani parla per la prima volta dopo la prigionia a Gaza: “Non dimentichiamo gli altri ostaggi”

Noa Argamani, la 26enne israeliana, rapita dai combattenti di Hamas mentre si trovava con il fidanzato al Nova Festival il 7 ottobre scorso, parla per la prima volta dalla sua liberazione in un video registrato per l’Hostages and Missing Families Forum: Grande privilegio poter essere accanto a mia madre”.
A cura di Ida Artiaco
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"Sono a casa ora, ma non possiamo dimenticare gli ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri a Gaza, in attesa del loro ritorno". Parla per la prima volta pubblicamente Noa Argamani, la 26enne israeliana, rapita dai combattenti di Hamas mentre si trovava con il fidanzato al Nova Festival, la kermesse di musica elettronica organizzata vicino al kibbutz Re’im, non distante dalla Striscia di Gaza, nel Sud di Israele, lo scorso 7 ottobre. La ragazza era diventata uno dei simboli dell'attacco di Hamas.

Lo ha fatto in un video condiviso sui social e registrato per l'Hostages and Missing Families Forum: salvata l'8 giugno scorso dalla prigionia, in un blitz condotto dalle forze israeliane a Nuseirat, dove era detenuta insieme ad altri ostaggi, ha invitato a ricordare chi è ancora nelle mani di Hamas a Gaza, tra cui anche il suo fidanzato Avinatan Or, da cui ricorda di "essere stata separata al momento del rapimento".

"La mia preoccupazione più grande durante la prigionia erano i miei genitori", ha detto facendo riferimento alla malattia della madre, a cui è stato diagnosticato un cancro terminale al cervello. "È un grande privilegio, poterle essere accanto. Si faccia tutto il possibile affinché anche gli altri 120 ostaggi ancora sequestrati possano riacquistare la libertà".

Le famiglie di coloro che sono stati rapiti da Hamas il 7 ottobre e che sono ancora nelle mani dell'organizzazione islamista continuano intanto a far sentire la propria voce affinché il governo israeliano intervenga per salvare la loro vita. Ancora ieri, come tutte le domeniche da settimane, c'è stata una protesta davanti al quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv, per chiedere al governo guidato da Benjamin Netanyahu di concludere un accordo con Hamas che consenta la liberazione dei loro cari.

In centinaia di manifestanti hanno bloccato il traffico allo svincolo di Amiad nell'alta Galilea come parte delle proteste antigovernative settimanali che si svolgono in tutto Israele per chiedere elezioni anticipate.

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