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Conflitto Israelo-Palestinese

Guerra Israele-Hamas, Netanyahu potrebbe annunciare riduzione operazioni militari a Rafah

Continuano i raid di Israele su Gaza: il bilancio dei morti dopo più di 260 giorni di conflitto è salito a oltre 35mila civili. Secondo Tel Aviv, sarebbero stati distrutti i tunnel sotterranei di Hamas e uccise altre 40 persone legate all’organizzazione. Netanyahu starebbe pensando alla riduzione degli attacchi su Rafah. Idf irrompe in una scuola Onu.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Benjamin Netanyahu potrebbe annunciare una riduzione delle operazioni militari israeliane a Rafah nei prossimi giorni, con il termine della "seconda fase" e l'inizio della terza. In più di 260 giorni di bombardamenti, a Gaza sono morte almeno 35mila persone, la cui maggioranza è composta da donne e bambini. Secondo Netanyahu, a Rafah sarebbero stati distrutti diversi tunnel sotterranei presidiati da Hamas

L'uccisione di 40 esponenti di Hamas

Stando a quanto dichiarato da Israele, sarebbero stati uccisi 40 presunti esponenti di Hamas nel quartiere Shejaiya di Gaza City durante un raid. Per il ministro israeliano della Difesa, Hamas sarebbe "stremato e incapace di riprendersi". "Al contrario delle storie raccontate nei tunnel e che si sentono negli alberghi del Qatar" ha continuato Gallant davanti all'esercito israeliano.

Nel frattempo a Gaza la situazione umanitaria diventa sempre più grave con i combattimenti che vanno avanti e la sempre più evidente scarsità di cibo, medicinali e acqua pulita per i civili. Nella giornata di ieri, domenica 30 giugno, l'esercito di Tel Aviv ha inoltre fatto irruzione in una scuola dell'Onu per "distruggere un nascondiglio di Hamas". Secondo l'Idf, quello sarebbe stato un "magazzino" per i miliziani palestinesi. I soldati sostengono di aver scoperto decine di armi, granate e importanti documenti di intelligence.

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Nuovo esodo di civili palestinesi

Nel Nord della Striscia un nuovo scontro tra Idf e miliziani di Hamas ha provocato un ulteriore esodo di palestinesi che non sanno più dove nascondersi. Secondo il premier israeliano Netanyahu, però, Hamas sarebbe "l'unico ostacolo per il cessate il fuoco" a causa del suo "rifiuto di liberare gli ostaggi".

Sulla librazione degli ostaggi si gioca anche una partita importante per Israele nell'ambito della politica interna con le proteste dei civili israeliani contro Netanyahu. Una parte della popolazione chiede al governo di trattare per il rilascio delle persone rapite, ma le trattative per il loro ritorno a casa sembrano andare a rilento. A Tel Aviv si sono radunate migliaia di persone ed è stato proiettato il messaggio di Noa Argamani, una delle ultime giovani tornate a casa da Gaza. La giovane, simbolo dell'attacco del 7 ottobre, è tornata a casa all'inizio del mese e nel suo messaggio ha chiesto di "non dimenticare i 120 ostaggi a Gaza che aspettano il lieto fine". Tra loro vi sarebbe anche il suo compagno, Avinatan Or.

Nel filmato la giovane ha espresso le sue condoglianze alla famiglia di Arnon Zmora, agente ucciso nel blitz che le ha permesso di tornare a casa. "Vedere i miei genitori circondati da tante brave persone è un privilegio – ha dichiarato la ragazza -. E dopo 8 mesi di incertezza, stare con mia mamma che è malata terminale è una benedizione". "Anche se adesso sono a casa, non possiamo dimenticarci degli ostaggi che sono ancora prigionieri di Hamas, e dobbiamo fare tutto il possibile per riportarli a casa", ha continuato Argamani prima di concludere con le parole: "Sappiamo amare e non odiare".

Indagini su violenze della polizia sui manifestanti anti-Netanyahu

Durante la protesta a Gerusalemme, vicino alla residenza del primo ministro israeliano, la polizia ha caricato i manifestati anti-Netanyahu. Il Dipartimento per le indagini interne della polizia israeliana (Dipi) ha annunciato l'apertura di un'indagine su un agente di polizia che ieri è stato filmato mentre insultava e minacciava un manifestante e su altri agenti che si sarebbero scontrati con la deputata laburista Naama Lazimi.

Nel corso delle proteste antigovernative a Gerusalemme, vicino alla residenza ufficiale si Benjamin Netanyahu, un agente sarebbe stato filmato mentre insultava e minacciava un manifestante, minacciandone di stupro la madre.

Il Dipi starebbe indagando anche sulla presunta aggressione subita da Lazimi mentre partecipava alla protesta dei familiari degli ostaggi. La deputata sarebbe stata spintonata e afferrata dagli agenti, nonostante godesse dell'immunità parlamentare. Ha raccontato che i poliziotti le avrebbero tirato i capelli e l'avrebbero aggredita mentre cercava di aiutare un altro manifestante.

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