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Assalto armato a Sassari, bottino di alcuni milioni di euro, le pensioni sono salve

Il commando armato (almeno una ventina di persone) è ancora in fuga col bottino dopo il colpo alla Vedetta 2 Mondialpol: sono comunque salvi i soldi delle pensioni in pagamento nei prossimi giorni. Ed ora è caccia all’uomo.
A cura di Biagio Chiariello
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Non è ancora stato definito il bottino dell'assalto armato di un commando di un ventina di uomini, ieri sera, 28 giugno, alla sede di Sassari della Vedetta 2 Mondialpol. Ma sicuramente si parla di svariati milioni di euro. Ad ogni modo, il conteggio definitivo arriverà solo nella giornata di lunedì.

Comunque le pensioni sarebbero salve. Lo ha confermato Rita Achenza, responsabile area Sardegna Vedetta 2 Mondialpol. "I soldi destinati agli uffici postali erano dentro il caveau, che non è stato toccato dalla rapina, e sono stati consegnati questa mattina nell'area del centro-nord Sardegna", ha detto all'Ansa.

La nostra sede ha subito questo violento attacco, pianificato meticolosamente e ben organizzato con un'esecuzione perfetta da parte di un commando paramilitare di almeno 20 banditi. Un attacco che non ha precedenti in Italia – spiega – Grazie ai nostri sistemi di sicurezza, anche a seguito della rapina del 2016, sono limitati i valori asportati che potevano essere di gran lunga superiori. Quasi la totalità delle pensioni, infatti, è stata consegnata stamattina agli uffici postali". Quello che è stato rubato sono i cosiddetti "rientri della giornata" che vanno contati prima di finire nel caveau.

"Nonostante la potenza di fuoco tutto il personale è rimasto illeso e ha operato con professionalità e sangue freddo: per questo a loro va una sincera riconoscenza", aggiunge Achenza. Al momento dell'irruzione – l'allarme è scattato attorno alle 20.15 – nell'istituto erano presenti sei guardie giurate, tutti armati. "Noi abbiamo dei piani di emergenza con procedura che sono soggette a continue esercitazioni – spiega Achenza – due settimane fa abbiamo effettuato proprio un'esercitazione di attacco alla sede".

I banditi – tutti con il volto coperto, guanti e giubbotti antiproiettili – hanno utilizzato anche un escavatore per sfondare il muro e guadagnarsi l'accesso nel caveau. Per portare via i soldi hanno adoperato denaro con dei grandi sacchi. Durante la fuga hanno sparato, ad altezza d'uomo, oltre un centinaio di colpi contro la sede dell'istituto e i suoi dipendenti e successivamente contro le forze dell'ordine.

La polizia scientifica ha infatti rinvenuto circa 150 bossoli di armi corte (come le pistole) e a canna lunga (come i kalashnikov).

Ed ora è caccia all'uomo. Gli inquirenti si stanno concentrando nella zona del centro nord Sardegna. Saranno passate al vaglio le immagini delle telecamere della zona e del circuito di sorveglianza della Mondialpol alla ricerca di elementi utili a rintracciare i banditi.

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