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Bimbo caduto nel pozzo a Palazzolo Acreide, ci sono 6 indagati: aperto fascicolo per omicidio colposo

Ci sono 6 indagati per la caduta e la morte del bimbo di 10 anni precipitato in un pozzo a Palazzolo Acreide. Gli indagati, secondo quanto reso noto, sarebbero stati individuati per un atto dovuto e per permettere l’esecuzione dell’autopsia sul corpo del bimbo. L’esame autoptico è slittato alla settimana prossima.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sulla morte del bimbo di 10 anni precipitato in un pozzo a Palazzolo Acreide, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Un atto dovuto per eseguire l'autopsia sul corpo del bambino caduto e morto nella giornata di giovedì. I punti da chiarire sulla tragedia sono tantissimi, mentre sono per ora sei le persone indagate: tra loro vi sarebbero il proprietario del terreno nel quale si è verificato l'incidente e alcune operatrici lì presenti al momento dell'accaduto.

La procuratrice di Siracusa , Sabrina Gambino, ha voluto compiere personalmente un sopralluogo sul posto. Insieme a lei, anche il comandante dei carabinieri di Siracusa, Gabriele Barecchia, che coordina le indagini con l'ipotesi di omicidio colposo. Per questo motivo, l'autopsia che si pensava potesse essere svolta nella giornata di oggi, sarà invece disposta la settimana prossima. La salma del piccolo resta per ora sotto sequestro e quando sarà concluso l'esame autoptico, sarà restituita ai genitori per i funerali.

Sarebbero state almeno 15 le persone che hanno assistito alla tragica caduta nel pozzo. Tutte saranno ascoltate dagli inquirenti mentre la prossima settimana verrà svolta l'autopsia sul corpo del bimbo come atto irripetibile. La Procura ha intenzione di verificare che la tempistica dei soccorsi sia stata adeguata e che il pozzo fosse stato messo in sicurezza.

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Gli accertamenti degli inquirenti si stanno concentrando anche sul proprietario del terreno di Palazzolo Acredide, anche presidente della Fondazione che aveva organizzato la gita nella fattoria didattica dove poi è avvenuta la tragedia. Insieme a lui, le autorità hanno indagato anche alcuni operatori addetti alla sorveglianza dei bimbi. Almeno 6 persone, stando a quanto noto, ma solo per permettere alle autorità di effettuare tutte le indagini del caso.

Tra gli aspetti da analizzare, anche i ruoli che ognuno degli indagati aveva in quella giornata: chi avrebbe dovuto badare ai minori disabili e chi, invece, avrebbe avuto altri compiti. La Procura sta procedendo a una scrematura. Durante il sopralluogo della procuratrice, è stato passato al setaccio l'intero appezzamento di terreno: a quanto pare il pozzo in cui il bimbo è caduto è al centro del parco giochi ed è facile da raggiungere.

Secondo alcuni testimoni, uno o più operatori avrebbero urlato al bambino di scendere dalla copertura del pozzo, ma questa ricostruzione è al vaglio del magistrati e dei carabinieri di Siracusa.

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Tra gli operatori addetti alla sicurezza, vi sarebbe stata anche la 54enne che si è calata nel pozzo per tentare di salvare il bambino e che è poi stata ricoverata in ospedale. Il piccolo si trovava al centro estivo insieme al fratello maggiore disabile. Non aveva la cognizione della pericolosità del gioco che stava facendo, in equilibrio sulla copertura del pozzo. I movimenti del minore avrebbero fatto saltare il chiavistello e il piccolo è precipitato.

Tra le persone indagate vi sarebbe anche la donna che ha cercato di soccorrerlo calandosi giù. Si tratta di una educatrice della Onlus che aveva organizzato l'escursione alla quale il bambino partecipava insieme al fratello e ad altri bambini. L'iscrizione è comunque un atto dovuto per consentire alla donna di nominare un consulente che possa partecipare all'autopsia, esame irripetibile.

Dopo la tragedia, il sindaco di Palazzolo Acreide ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali e ha sospeso la festa del Santo Patrono, San Paolo Apostolo. La storia di questo bambino ricorda quella di Alfredino,  ormai nota ai più nel nostro Paese. Nel giugno 1981 Alfredo Rampi, 6 anni, cadde in un pozzo artesiano mentre giocava nelle campagne circostanti alla casa dei suo genitori, a Vermicino, vicino a Frascati, nel Lazio.

Il bambino rimase incastrato a circa 36 metri di profondità per 60 ore. Le operazioni di salvataggio, seguite perfino in diretta televisiva da milioni di cittadini, coinvolsero numerosi soccorritori e volontari. Il bimbo morì il 13 giugno.

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