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Malpezzi (Pd): “Gravi le parole di Meloni, tenta di intimidire i giornalisti”

Secondo la senatrice dem Simona Malpezzi, l’attacco di Giorgia Meloni all’inchiesta di Backstair è preoccupante. “Non dovrebbe intimidire i giornalisti, ma piuttosto ringraziarli per aver messo in luce un grave problema per la democrazia”, dice intervistata da Fanpage.it.
A cura di Giulia Casula
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"Il metodo di regime di cui ha parlato Meloni è pensare che un'inchiesta giornalistica possa dare fastidio ai giornalisti che fanno il loro mestiere e devono continuare a farlo", così la senatrice dem Simona Malpezzi, intervistata da Fanpage.it, commenta le parole pronunciata da Giorgia Meloni su Gioventù Meloniana, l'inchiesta realizzata dal team investigativo di Backstair.

Dopo settimane di silenzio la premier, intercettata dai cronisti a margine del Consiglio europeo, ha deciso di rispondere alle numerose richieste affinché prendesse una posizione sulle frasi e i comportamenti della giovanile di Fratelli d'Italia, messi in luce da Fanpage. Alla condanna degli atteggiamenti antisemiti e razzisti manifestati dagli esponenti di Gioventù Nazionale, Meloni ha subito ceduto il passo a una dura critica nei confronti del metodo giornalistico adottato, ossia quello della tradizionale inchiesta sotto copertura.

"I giornalisti non devono essere intimiditi. È questo, molto preoccupante, che traspare dalle parole della presidente del Consiglio, che invece avrebbe dovuto ringraziare i giornalisti di Fanpage", osserva la senatrice. "Avete messo in luce qualcosa di estremamente grave che riguarda la sua organizzazione giovanile, quella di cui lei va così tanto fiera, per cui dovrebbe ringraziare e immediatamente prendere le distanze da quelle che sono state considerate per lungo tempo i suoi astri nascenti di Fratelli d'Italia".

Per Malpezzi quanto emerso dalla prima e dalla seconda puntata non riguarda poche mele marce. "Si respira un certo clima, in cui vengono considerati come leciti alcuni linguaggi che però sono razzisti ,discriminatori sui quali si scherza e si ride. Più che di singoli sembra si tratti di un clima, di un tessuto ben presente".

La cosa più preoccupante, secondo la senatrice, è che "i personaggi protagonisti di questa triste vicenda si sincerano che tutto rimanga nascosto, che di fronte ai giornalisti debba essere tenuto un altro comportamento come se ci fosse un mondo alla luce e poi sotto un altro, una cultura all'interno di quei circoli in cui un certo linguaggio e una certa gestualità viene considerata non solo lecita, ma normale".

In particolare, su quella che sembra essere una doppia morale messa in pratica dai giovani meloniani, che in pubblico esternano vicinanza agli ebrei e alle politiche di Israele mentre nel privato si lasciano andare a "Sieg Heil" e insulti antisemiti, Malpezzi dice: "Noi da sinistra abbiamo sempre respinto le accuse di antisemitismo ricevute in questi mesi dalla destra. Quando abbiamo protestato contro la politica di Netanyahu, abbiamo sempre detto attenzione a tenere la giusta distinzione tra la legittimità dello Stato di Israele di esistere e un governo che invece ha superato il limite. Piuttosto che guardare a sinistra nel tentativo di spostare l'attenzione", prosegue la parlamentare, "Meloni dovrebbe fare un'analisi su quelli che lei i futuri dirigenti del suo partito".

Rispetto alla decisione della premier di rompere il silenzio a distanza di diversi giorni dalla pubblicazione della prima parte dell'inchiesta, Malpezzi disapprova l'operato della leader di Fdi. "Ancora prima di sentire le frasi esplicitamente antisemite della seconda parte dell'inchiesta, per noi erano già gravi quelle dette nella prima. Forse Meloni pensava che la situazione potesse essere coperta o che non ci fosse una seconda parte. Ha fatto molto male a non intervenire prima per togliere qualsiasi ambiguità con una presa di posizione netta e senza giustificazioni".

Così, secondo la dem, la premier ha contribuito a far sì che "le ombre sul suo partito rimangano, anche perché dopo aver preso posizione ha poi rilanciato la palla in un altro campo, attaccando il metodo dell'inchiesta anziché il merito. Ecco, è questo che Giorgia Meloni stessa dovrebbe considerare un problema per la democrazia", conclude.

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