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Giorgia Meloni dopo lo strappo sulle nomine Ue: “Italia isolata? Non è vero, io rispettata dai colleghi”

“Non ho sostenuto questa proposta, come avevo annunciato in Parlamento. Lo considero un grande errore e una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini europei”: lo ha detto Giorgia Meloni commentando l’approvazione dei leader europei sulle nomine per i vertici dell’Ue.
A cura di Annalisa Girardi
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Giorgia Meloni non ha sostenuto la rosa di nomi proposta da Popolari, Socialisti e Liberali per i vertici dell'Unione europea e al termine della cena del Consiglio Ue, parlando con i giornalisti, ha espresso tutta la sua amarezza. Già nei giorni scorsi la presidente del Consiglio aveva lamentato di essere stata esclusa dai negoziati, affermando che non fosse giusto che tre gruppi politici – alcuni dei quali avevano perso consensi rispetto all'ultima tornata elettorale – prendessero decisioni a tavolino. "La proposta formulata da Popolari, Socialisti e Liberali era sbagliata nel merito e nel metodo – ha detto Meloni – Nel merito perché non è stata nemmeno anticipata da una discussione sul mandato da dare a chi ricoprirà questi incarichi, a seguito di elezioni nelle quali i cittadini hanno chiesto una linea nuova e diversa. Nel metodo perché la logica imposta è di maggioranza e opposizione, che secondo me no ha alcun senso nei massimi incarichi delle istituzioni europee. Quindi non ho sostenuto questa proposta, come avevo annunciato in Parlamento. Lo considero un grande errore e una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini europei e del loro voto".

Durante la cena del Consiglio europeo, i leader hanno votato le nomine per i cosiddetti top jobs confermando la proposta di PPE-S&D-Renew: la popolare Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla Commissione, il socialista Antonio Costa a capo del Consiglio e la liberale Kaja Kallas come Alta rappresentante per gli Affari esteri. Meloni si è astenuta su von der Leyen, votando contro Costa e Kallas, una presa di posizione che la isola rispetto agli altri principali leader che hanno invece sostenuto la proposta: "Io non condivido questa lettura. Se fosse come si dice, cioè che se non sei d'accordo con alcune decisioni ci sarà qualcuno che te la farà pagare, io penso che sarebbe vergognoso. Escludo che sia così. All'Italia verrà riconosciuto quello che le spetta, non in base alla simpatia per le posizioni espresse in questa occasione".

E ancora: "Lavorare con l'Italia, per il ruolo che ha il nostro Paese, è una necessità dell'Europa. Penso che si abbia molta più autorevolezza nell'esprimere le proprie posizioni, motivandole con chiarezza e lealtà, piuttosto che non farlo. Io mi sono guadagnata il rispetto tra i miei colleghi anche perché sono abituata a dire le cose come le penso quando non sono d'accordo".

Sull'astensione rispetto a Ursula von der Leyen, Meloni ha precisato di averlo fatto "soprattutto per rispetto delle differenti posizioni all'interno della maggioranza" di governo. Per poi ribadire: "Il tema non è Ursula von der Leyen, il tema è quali sono le politiche che intende portare avanti. E su questo noi ancora non abbiamo risposte. Prima di andare in Parlamento lei dovrà dire quello che vuole fare e noi la valutazione la faremo a valle e non a monte".

Poi ha concluso, rispondendo ai giornalisti che la incalzavano: "Io sull‘isolamento non la vedo come voi. Accodarsi e aspettare che qualcosa arrivi non è la soluzione, io penso che ci si ritrovi meno isolati quando si è in grado di esercitare una leadership. Penso che questo sia il ruolo che spetta all'Italia".

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